3 stagioni - 25 episodi vedi scheda serie
Il Grande Folle in Missione Civilizzatrice.
La serie (HBO) di Aaron Sorkin (“Sports Night”, “the West Wing”, “Studio 60 on the SunSet Strip”, “Charlie Wilson's War”, “the Social NetWork”, “Steve Jobs”, “Molly's Game”) - creatore, showrunner, e sceneggiatore semi-assoluto - si sviluppa lungo un arco narrativo che copre
- - - quasi combaciandovi per quanto riguarda il periodo di messa in onda / on line, in un gioco ad inseguire, traslare, rappresentare, esplorare, dis-sezionare, restituire il presente che ha dell'eroico, e ovviamente è un gioco a cui è impossibile vincere, ché solo la "vera" informazione ci "riesce" : e però se il Cinema (l'Arte) non è All News può altresì compiere il passo ulteriore : per esempio anticipare il futuro, anche solo di un'anticchia, quel tanto (poco) bastante ad attrezzarsi, alla bell'e meglio e alla meno peggio ("Black Mirror"...docet) : da questo PdV (grammaticale, sintattico e strutturale), infatti, "the NewsRoom" è la Messa in Scena del Paradosso di Achille e la Tartaruga : prendendo ad esempio la 1a stag., scritta e girata tra 2011 e 2012, e trasmessa a partire dal Giugno del 2012, che racconta eventi che vanno dall'Aprile del 2010 all'Agosto del 2011 [ il disastro della BP (DeepWater Horizon) nel Golfo del Messico (nel magistrale pilot : dopo il Discorso iniziale nel prologo, la costruzione e il crescere della notizia è una delle esecuzioni-sintassi cinematografiche migliori viste in questi anni), l'esplosione dei reattori nella centrale nucleare di Fukushima, le elezioni di medio termine, l'uccisione di bin Laden, il preludio alle presidenziali Obama-Romney, etc...] lavorando sulla Storia in farsi, in divenire, in formazione, non si può non evidenziare un Gesto Filmico encomiabile, un tentativo impossibile di raggiungere la Sincronicità col Mondo : una serie tv che è anche un telegiornale. Con la propria linea editoriale, ovviamente...] - - -
gli anni a cavallo tra le due amministrazioni Obama (10 ep. x la 1a stag. del 2012, 9 ep. x la 2a stag. del 2013, 6 ep. x la 3a stag. del 2014 : una progressione a rovescio, a s-finire, che si potrebbe equiparare ad una sorta di consunzione-condensazione...), in pratica dal 1° mid-term a poc'oltre la 2a rielezione.
E Sorkin sceglie come proprio protagonista - ma non, mai, alter-ego - un "vero, autentico" repubblicano, un repubblicano "moderato", ed entrambe le aggettivazioni prefissali e suffissali al sostantivo politico sono incomplete e sbagliate. Si dirà allora, e solo, e meglio, e via : sceglie un repubblicano, ecco.
Tra “the West Wings” e “the NewsRoom” c'è un abisso, e lo iato è tale -abissale- anche tra “the NewsRoom” e...l'oggi, 4 anni dopo il finale di serie, al principiars'incipiente di questa nuova Alba Rossa trumpesca, rappresentabile a grandi linee prendendo a prestito le parole di chiusura di una recente “Scheggia Tagliente” di Alessandra Daniele (il pezzo intero lo trovate qui: https://www.carmillaonline.com/2017/04/09/box-cutter/) : “Nessun impero s’è mai retto solo sulla forza senza una facciata, senza quella che oggi va di moda chiamare una narrazione. La narrazione è alla fine. La guerra è solo all’inizio”. Per contro, si potrebbero altresì ricordare le furie di Oriana Fallaci all'indomani degli attentati terroristici della costa est U.S.A. per mano di Al Qaeda: sbagliava, l'Oriana, a ricacciare le colpe in seno alla Società Islamica, ma aveva ragione da vendere nell'individuare nella “debolezza” dell'“Occidente” una controparte sadomasochistica e, si, indifferente (lancia una tomahawk e ritira il dito sul pulsante) a quella reazione.
Dopo l'edonismo reaganaiano (centro-america), dopo la classicità eastwoodiana di ritorno di Bush, Sr. (Iraq-Kuwait, con gl'insorti lasciati a morire risucchiati dal riflusso del potere husseiniano), dopo il politically correct tornato al mittente di Clinton [«[Era] l’estate in cui il segreto di Bill Clinton venne a galla in ogni suo minimo e mortificante dettaglio. L’estate di un’orgia colossale di bacchettoneria, un’orgia di purezza nella quale al terrorismo subentrò, come dire, il pompinismo, e un maschio e giovanile presidente di mezza età e un’impiegata ventunenne impulsiva e innamorata, comportandosi nell’Ufficio Ovale come due adolescenti in un parcheggio, ravvivarono la più antica passione collettiva americana, storicamente forse il suo piacere più sleale e sovversivo: l’estasi dell’ipocrisia» - Philip Roth, “the Human Stain”, 2000 ("la Macchia Umana", Einaudi, 2001, trad. di V.Mantovani)], dopo l'autismo di Bush, Jr. (Afghanistan e Iraq : “Mission Accomplished!” [cit. 2003, sic sempiterno, dal ponte della portaerei USS Abraham Lincoln]), dopo il vorrei-ma-non-posso (anzi, meglio: non me lo permettono) di Obama, ecco che - pur nel suo piccolo - si sente il bisogno, oggi, di un occhio vorace e linguacciuto qual è quello sorkiniano: dopo le stanze del potere politico-legislativo (“the West Wing”) e quello del [quinto (tv), permeato dal sesto (web)] potere mediatico (“the NewsRoom”), sarebbe bello osservare l'occhio-favella di Sorkin sul potere esecutivo-giudiziario (tipo “the Wire”) : chessò, sulla Corte Suprema alle prese con l'era Trumpeppereta.
-- Stagione 1 (10 ep., 2012) : * * * *
-- Stagione 2 (9 ep., 2013) : * * * ¾
-- Stagione 3 (6 ep., 2014) : * * * ¾ - * * * *
We'll meet again some sunny day...
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