2 stagioni - 12 episodi vedi scheda serie
The Future is Dark, the Utopia is Lime Green.
Stagione Due [ * * * ¾ ]
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“Non è che non potresti uccidere qualcuno. Penso potresti ucciderne a miliardi. Ma...dovrebbero essere morti necessarie.”
Dennis Kelly ha consegnato Bruno Vespa all'immortalità, un po' come fece Manzoni con la propria cacca. Il rapimento e l'omicidio di Aldo Moro, l'assassinio di Mino Pecorelli, l'attentato mortale a Airey Neave, la conferma dell'ascesa al potere di Margaret Thatcher, l'incidente di Three Mile Island, le varie pandemie influenzali (Hong Kong '68-'69, suina H1N1, aviaria H5N1), sovrappopolazione, costo del cibo e crisi del petrolio/energetica : tutto sfruttato, piegato e travisato, tutto frullato senza ritegno alcuno e messo a cuocere nel calderone : la brodaglia è bollita sino a traboccare dall'orlo del pentolone e ha spento le fiamme, il gas è continuato ad uscire, l'abitazione è esplosa. Ma lo spettatore era già sia sazio della prima stagione che affamato della seconda e, tanto pasciuto quanto famelico, illeso s'è spolverato i calcinacci di dosso godendosela.
Utopia si fa apprezzare anche per la coerenza interna : gli indizi forniti ritornano sempre a fornire il loro contributo per risolvere l'enigma e non vanno a morire in false piste o peggio nel dimenticatoio.
Inibire la violenza? Perché non inibire il rimorso, allora? Perché non inibire le inibizioni?
E chi l'ha detto che le riunioni BilderBerg non servono a un cazzo di niente (il termine minchiuto è da intendersi come una locuzione ''negativa'', portando il conto totale delle negazioni a tre : tripla negazione = negazione) ?
Cast artistico e tecnico immutato rispetto alla prima stagione in tutto tranne che per la pur breve ma incisiva comparsa di Rose Leslie (nel pilot, ambientato a fine anni '70 e interamente girato in 4:3 con una lievissima predominanza seppia) e per il cambio di guida al timone della direzione della fotografia. Pronti, via, si parte.
Stagione 2 (Lug.-Ago. '14). 6 episodi da 50' l'uno interamente scritti (il dittico centrale a 4 mani con John Donnelly) dal creatore e showrunner Dennis Kelly. I primi tre diretti (come per la stag. 1) da Marc Munden (il pilot è grandioso), gli ultimi tre girati da Sam Donovan. La partitura musicale è quindi ancora nelle salde e inventive mani del cilo-canadese Tapia de Veer.
Lo stile fotografico, pur passando di mano e finendo in quelle di Lol Crawley (“the Crimson Petal and the White”, “the OA”), rimane lo stesso, ma sono altri i livelli di saturazione (naturali colori primari, neon elettrici, pastelli acidi e cieli tersi su brumose brughiere) che subiscono una crescita esponenziale : tanto quello dell'iconicità -{alla “Breaking Bad”, per intenderci [e la serie di Vince Gilligan (e Peter Gould) può essere considerata sorgente, matrice ed etimo anche dal PdV del Male a fin di Bene (in B.B. per la famiglia del protagonista, in Utopia per l'Homo s. sapiens) : un'iconicità che in qualche modo tende e serve a coadiuvare, ''mascherare'', facilitare l'assimilazione di quel coacervo nodale ch'è il territorio...chiamiamolo mk-ultra complottista cospirazionistico (che resta e rimane ben lontano da, che so, Pynchon-De Lillo-Roth-Wu Ming, per dire: o forse no, si?) in cui si muove la serie : un territorio mappato alla perfezione (ovvero non in scala 1:1 ma a grandi linee...) da “Stranger Things” e malamente attraversato e ricostruito da “the OA”}- quanto quello dei morti ammazzati -{sia per quantità (il computo sale e sfora il grafico) che per qualità [sia delle vittime (bambini) che degli assassini (brave persone)]}- raggiungono dimensioni, quote e cariche se non eccessive...eccedenti, sino al punto di rottura : suppurano, percolano, e...si, infine, disturbano : non è una questione di qualità, ma di semplice quantità. E questa è senz'altro una qualità di “Utopia” : negativa? Positiva? Intrinseca, inestirpabile. Necessaria al discorso messo in scena.
Utopia is not Red.
Tutto ciò a nulla è servito per scongiurare la cancellazione della serie. “Utopia” non si è conclusa : è stata conclusa. Ciò detto, ad ogni modo s'è comunque chiuso un cerchio : Mr. Rabbit ha figliato, e il mondo è sempre in pericolo. Come dev'essere.
Ed è ben difficile decidere se siano più pericolosi i Monsieur Verdoux, i Dottor Stranamore o i Mario Rossi.
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Grande Matteo,questa serie non la conoscevo nel modo piu' assoluto e il fatto che (finalmente) non provenga dagli U.S.A.....mi impone di cercarla.Ultimamente sto cercando produzioni europee,per avere dei contenuti un po' diversi da quelli americani,ben fatti ,per carita'......forse un po' ripetitivi.....comunque grazie.
Commento a: //www.filmtv.it/serie-tv/114468/utopia/stagione-2/recensioni/879700/#rfr:user-47656
Ciao @Ezio.
Fai bene a cercare anche al di là dell' Atlantico e del Pacifico, oltre i confini espansionistici e colonizzatori U.S.A....ma la ripetitività (come l'inventiva) è di Questo mondo, e quindi anche del Vecchio e non solo del Nuovo.
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