5 stagioni - 50 episodi vedi scheda serie
Le serie canadesi hanno sempre un gusto particolare. Non hanno il tono un po' impettito delle serie britanniche, ma nemmeno gli schemi preconfezionati delle serie americane. Sono una via di mezzo, e spesso riescono a rappresentare un po' il "best of both worlds", anche se di solito devono cavarsela con mezzi molto più limitati.
Orphan Black è certamente uno degli esempi migliori. Serie di fantascienza girata con pochi mezzi, basata sullo schema della cospirazione, che stagione dopo stagione diventa sempre più complessa riuscendo però a restare perfettamente coerente e comprensibile.
L'idea di base naturalmente è quella dei cloni: la protagonista Sarah Manning scopre di non essere unica, ma di avere in giro per il mondo molte copie di se stessa. Che entrano in gioco e diventano personaggi a loro volta. E qui sta davvero l'aspetto più rimarchevole della serie. Perché quei sette o otto personaggi tutti interpretati dalla bravissima Tatiana Maslany acquistano vita propria. Si assomigliano, di viso, certo; ma sono del tutto differenti dal punto di vista della personalità, dei tic, dei modi di fare, del feeling che si prova nei loro confronti. Al punto da dimenticarsi del dettaglio che dietro ognuno di loro c'è sempre lo stesso interprete.
Cresce bene nelle varie stagioni il personaggio del fratellastro Felix interpretato da Jordan Gavaris, mentre davvero notevole è la madre adottiva "S", che affonda le sue radici nell'irredentismo irlandese, un personaggio duro, misterioso, madre di famiglia, interpretata dalla veterana Maria Doyle Kennedy (Caterina d'Aragona in Tudors).
Una serie a tratti leggera, a tratti drammatica, ma sempre una bella sorpresa.
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