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Grimm

6 stagioni - 123 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Grimm

di ilcausticocinefilo
6 stelle

 

 

 

Una serie di puro intrattenimento, priva naturalmente di ulteriori significati, molto divertente per le prime due stagioni, nel corso delle quali si scopre via via di più circa il mondo in cui è calata ma al contempo pure gli episodi auto-conclusivi, con il proverbiale “caso della settimana”, mantengono generalmente alto l’interesse.

 

A partire della terza annata si cominciano ad intravedere segni di incrinatura: i casi risolti dai due detective rimangono, pressapoco, abbastanza interessanti, purtuttavia si prendono ad accumulare troppe trame e sottotrame, ma sopratutto – forse anche perché sotto pressione dati i tempi contingentati delle trasmissioni televisive settimanali – gli sceneggiatori si lasciano un po’ troppo andare, aprendo talvolta delle vere e propri voragini narrative sulle quali diventa sempre più difficile sorvolare magnanimamente.

 

 

David Giuntoli, Silas Weir Mitchell, Reggie Lee, Russell Hornsby, Bitsie Tulloch, Sasha Roiz

Grimm (2011): David Giuntoli, Silas Weir Mitchell, Reggie Lee, Russell Hornsby, Bitsie Tulloch, Sasha Roiz

 

 

Si fa strada insistentemente poi il fosco profilo del sentimentalismo più svenevole. Il che ci conduce dritti dritti dal peggior personaggio: quel flagello di Juliette. Un personaggio scritto coi piedi (interesse amoroso del protagonista, senza molto da fare o dire per le prime due stagioni, che già ammorba, dato che le scene con lei sono incredibilmente lente, barbose e ripetitive) al quale però malauguratamente gli sceneggiatori conferiscono spazio crescente.

 

 

Juliette è una piaga: le viene conferita la maturità intellettuale di una bambina di dieci anni, fa una gaffe dietro l’altra e ogni due per tre dicendo una parola di troppo o facendo un gesto sconsiderato crea problemi ingenerando quindi in maniera artificialissima conflitti e tensioni. Si potrebbe andare avanti a lungo. Chiunque abbia deciso di inserire un personaggio scritto talmente male deve aver confuso il fantasy con la telenovela.

 

 

David Giuntoli, Bitsie Tulloch

Grimm (2011): David Giuntoli, Bitsie Tulloch

 

 

Ma il peggio accade nella 4a stagione: SPOILER quando diventa l’antagonista con un cambiamento repentino senza capo né coda: è d’accordo che lui torni grimm eppure si lamenta quando lo fa per via di effetti collaterali che sapeva potessero ingenerarsi; prima dice di voler tornare normale, o comunque di vivere una vita il più possibile normale, poi cambia idea in due minuti e se ne frega del fatto che le hanno trovato una soluzione; lui va a letto con la terribilissima Adalind non sapendo che fosse lei perché s’era tramutata in Juliette eppure è comunque colpevole, perfino del fatto che rimane incinta; inoltre – crimine dei crimini – rimane un po’ interdetto dalla trasformazione di Juliette e – addirittura! – le impedisce di ammazzare una donna incinta… eh già, troppo, davvero troppo da sopportare per la piccola Juliette che infatti passa indi al “lato oscuro” FINE SPOILER.

 

Non bastasse la prode bacucca, gli sceneggiatori persistono nel rincitrullire a comando protagonista e comprimari che improvvisamente si dimostrano incapaci di prevedere persino le più scontate delle azioni e conseguenze.

Molto conveniente, non c’è che dire (un paio di esempi sempre dalla quarta annata: SPOILER una volta constatato l’atteggiamento un filino bipolare della Juliette, a Nick & Co. non viene neppure in mente di fare una cosa tanto banale come spostare la roulotte; in generale non sovviene a nessuno che lei sa praticamente tutto e che quindi magari, tra l’altro, sarebbe il caso di avvisare pure la cara mammina di Nick... FINE SPOILER).

 

 

Claire Coffee

Grimm (2011): Claire Coffee

 

 

L’effetto inevitabile di tutto ciò è che lo spettatore anche più distratto inizia a prevedere dove si andrà a parare e infatti… ecco che si abbatte la disgrazia, ma pensa te! Ma attenzione: questo non significa affatto che ciò che puntualmente si verifica abbia senso logico oppure sia coerente col pregresso. Banalmente, quando ci si rende conto che i personaggi sono divenuti dei cretini fatti e finiti si possono facilmente presagire le peggio cose, attestata poi la congenita irrazionalità del solito flagello, Juliette “vittima del mondo” Silverton.

In sintesi, la narrazione nella 4a stagione si ingolfa e appesantisce oltremodo, scivolando pericolosamente in territori melensi e dimenticando ciò che rendeva la serie divertente: la parte fantasy e le interazioni tra i personaggi migliori, ad esempio Monroe e il sergente Wu.

 

La 5a stagione tenta di recuperare e in parte ci riesce anche SPOILER: soprattutto perché accantona definitivamente la meravigliosa Juliette FINE SPOILER.

Peccato che si perda per strada certe altre trame (SPOILER: ad esempio dei “reali”, delle “sette famiglie” e compagnia cantante, non si farà più cenno neanche di striscio, quando invece facevano da antagonisti principali fino all’attimo prima; il “consiglio dei Wesen” viene fatto fuori in quattro e quattr’otto e di nuovo nessuno ne parla più FINE SPOILER).

 

 

Reggie Lee

Grimm (2011): Reggie Lee

 

 

Inoltre, la risoluzione della grande questione delle chiavi (no, sporcaccioni, non c’entra nulla Tinto Brass) lascia un po’ a desiderare. SPOILER: E, arrivati all’ultimissimo episodio, rispunta l’Artiglio Nero, il terribile minaccioso progetto, liquidato in due linee di dialogo dalla “Trubel” e morta lì (però), in quanto gli autori sono decisi a concentrarsi piuttosto sulla faccenda del Diablo e della bacchetta magica. FINE SPOILER.

E va beh. Giusto un poco raffazzonato come finale perché fatto palesemente di fretta. La serie si era, probabilmente, già protratta troppo a lungo e, al tirar delle somme, poteva essere meglio.

 

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