2 stagioni - 16 episodi vedi scheda serie
I vivi e i morti.
Le Revenants è una serie particolare perchè complessivamente crea delle premesse per l'esposizione di clichè consolidati per poi disattenderli con una certa abilità e riproporli sotto forma di ammiccamenti o citazioni.
Il contesto della vicenda è racchiuso in un piccolo paese di montagna sovrastato da una diga (e un certo parallelismo italiano si farà gradualmente più evidente).
Tutti conoscono tutti in un paesaggio che può ricordare Twin Peaks, ma aldilà di questo ci si tiene piuttosto lontani dalle visioni lynchiane e romeriane. Questi morti che ritornano senza ragione apparente creano un cortocircuito ovvio per i vivi, i quali si ritrovano sbalzati indietro nel tempo dopo eleborazioni di lutti e sensi di colpa, nuclei familiari disgregati. Il loro ritorno, la loro presenza è affrontare di nuovo un percorso doloroso o cancellare di colpo un riassestamento esistenziale apparentemente consolidato.
Ma anche per i morti non sono rose e fiori: spaesati e catapultati in una realtà cambiata e inizialmente non consapevoli della loro condizione, compiono un balzo nel tempo con un bagaglio di sentimenti ed emozioni immutato in un contesto profondamente mutato di persone, amici o familiari.
E' proprio su questa interazione tra vivi e morti che la serie trova il suo maggior aspetto positivo con una profonda introspezione nelle psicologie dei personaggi. Non solo, ma emerge l'elemento soprannaturale (non aspettatevi horror splatter e via dicendo) in maniera tangibile, sebbene la sobrietà della messa in scena faccia pensare il contrario. Un quotidiano che non disdegna escursioni anche nel bizzarro.
Non è una serie autoconclusiva perchè il finale, molto carpenteriano, lascia nodi da sciogliere e situazioni e personaggi ancora da esplorare. Una serie estremamente atipica, legata ai canoni dell'horror e lontana allo stesso tempo. Un horror più esistenziale.
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