Twin Peaks incontra la Pantera rosa è la roboante etichetta utilizzata da più parti per presentare, con una semplice frase d’impatto immediato, la miniserie realizzata da Bruno Dumont: un ritratto atipico della vita di provincia, dove si partecipa ai funerali vestiti in modo stravagante e anche gli animali hanno i loro problemi, che è al tempo stesso un’indagine tragicomica al cospetto di una serie di segreti e rancori, vissuta da protagonisti dalle caratteristiche estetiche volutamente irregolari, e il racconto dell’infanzia, con i suoi slanci autentici e improvvisi, alle prese con un mondo grottesco, in equilibrio precario, tra comicità e dramma.
Una vera sorpresa per chi da sempre segue la carriera di Bruno Dumont e l'occasione ideale per iniziare a conoscerlo da parte di chi ne è a digiuno.
P'tit Quinquin - Di cosa parla
In una località francese di pescatori situata sulla Manica, vive P’tit Quinquin (Alane Delhaye), un ragazzino che, insieme ai suoi amici, combina un guaio dietro l’altro con una serie di scorribande.
La quotidiana normalità è bruscamente interrotta dal ritrovamento del cadavere di una donna all’interno di un abbandonato bunker della Seconda Guerra Mondiale.
Mentre i ragazzini danno il via a un’avventura tutta loro, il comandante Van der Weyden (Bernard Pruvost) e il suo collega Rudy Carpentier (Philippe Jore) imbastiscono un’indagine per smascherare e arrestare il colpevole del barbaro atto.
Nel frattempo, gli omicidi aumentano e le ricerche sono rese ancor più complicate dall’emergere di segreti e rivalità che da tempo minano i rapporti tra compaesani.
I personaggi
P’tit Quinquin (Alane Delhaye) è un ragazzino con una spiccata attitudine a cacciarsi nei guai, ma è anche capace di slanci poetici tanto da manifestare candidamente il suo amore nei confronti di Eve; si nota anche per le sue caratteristiche fisiche tutt’altro che aggraziate.
Van Der Weyden (Bernard Pruvost) è il comandante che segue le indagini per rintracciare il responsabile degli omicidi; perennemente attraversato da tic, non difetta in fatto d’idee strampalate ma nemmeno in spirito d’iniziativa.
Rudy Carpentier (Philippe Jore) è il suo collega, una mente tutt’altro che sopraffina alla quale viene tremendamente facile mal interpretare una richiesta e combinare qualcosa d’insolito.
Eve Terrier (Lucy Caron) è una ragazzina di cui P’tit Quinquin s’innamora profondamente.
Il cast
Nel comporre il cast, Bruno Dumont ha scelto comici dilettanti e persone prese direttamente sul posto dove hanno avuto luogo le riprese. Il regista e sceneggiatore francese, ancor prima professore di filosofia, ha esordito con due cortometraggi per poi cimentarsi per la prima volta con un lungometraggio nel 1997 con… Vedi tutto
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Alane Delhaye
P'tit Quinquin
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Lucy Caron
Eve Terrier
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Bruno Dumont
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Bernard Pruvost
Commandant Van der Weyden
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Philippe Jore
Lieutenant Carpentier
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Philippe Peuvion
Père Quinquin
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Lisa Hartmann
Aurélie Terrier
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Julien Bodard
Kevin
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Corentin Carpentier
Jordan
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Pascal Fresch
Mr. Campin
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Guida agli episodi
Recensioni
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Gli occhi del piccolo Quinquin scrutano il mondo. Quinquin è un bambino come tanti, che pregusta la vacanza, inforca la bici, attraversa a rotta di collo le strade di campagna dell'estremo nord della Francia, quello lambito dalle acque del mare del Nord di fronte alle coste britanniche, corre dai suoi amici, tira petardi, fa arrabbiare il padre, scorbutico agricoltore, e corteggia la… leggi tutto
Produzione e ricezione
Bruno Dumont ha sceneggiato, diretto e montato la serie ottenendo carta bianca dal canale Arte.
Tra i produttori figura il franco algerino Rachid Bouchareb, già regista di Londor river.
La miniserie è stata presentata per la prima volta al Festival di Cannes del 2014 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs e successivamente selezionata per il Festival di Toronto.
I Cahiers du cinema l’hanno apprezzato al punto di considerarlo il miglior film del 2014.
Le stagioni
Stagione 1
I primi due episodi sono stati trasmessi in Francia il 18 settembre 2014, seguiti da 1,4 milioni di telespettatori per un auditel pari al 5,9%, mentre i successivi sono stati proposti il 25 settembre ottenendo 1,3 milioni di telespettatori.
La miniserie è formata da quattro puntate da 52 minuti cadauna.
Commenti (2) vedi tutti
Un filo rosso lega questa serie/lungometraggio sia al nichilismo metafisico di Il Cavallo di Torino che alle dinamiche metaforiche di Memories of Murder. Colpiscono nel segno le disabilità degli interpreti come chiavi (tarkovskijane), ora inquietanti ora giocose, per trascendere un’intera umanità giunta inconsapevolmente all’estremo redde rationem.
commento di Inside manStrano Prodotto Francese di difficile catalogazione di Genere comunque Episodi assai pesanti da seguire.voto.1.
commento di chribio1