8 stagioni - 74 episodi vedi scheda serie
L’inverno, finalmente, o “della disorganizzazione dei morti” .
La penultima annata dell’acclamata (ormai “virale”, onnipresente e perfino istigatrice “criminale”: http://www.huffingtonpost.it/2017/08/16/lepisodio-6-della-stagione-7-di-game-of-thrones-e-gia-stato-man_a_23078974/ ) serie HBO annulla la stasi narrativa costruita abilmente nel corso delle passate stagioni e cambia passo, decisamente, procedendo su “ali di drago” a risolvere un buon numero dei molti nodi creati dai rapporti di potere tra le innumerevoli casate del mondo immaginato da Martin. In maniera però palesemente più grezza e dozzinale.
Perso infatti il retroterra letterario fin dalla sesta annata (lo scrittore americano è in “arretrato” con la saga su libro) i creatori hanno avuto mano libera nell’accentuare il fattore fantasy e action, forse auspicabile con l’approcciarsi dell’annata conclusiva (l’ottava), ma riducendo alfine il numero di “contendenti” in campo (secondo lo schema 4-2-4: 4 Stark [1 presunto], 2 Lannister e 1 Targaryen+figli) e banalizzando molte situazioni altrimenti stuzzicanti. Pertanto fa capolino una prevedibilità a tratti sconcertante, oltre ad una messe di “buchi” che annichiliscono spesso la pur ben disposta sospensione dell’incredulità dello spettatore medio. Ovvero, pur tenendo conto della finzione televisiva, appaiono difficilmente sostenibili sceneggiativamente la costruzione di centinaia di navi in men che non si dica o i numerosi attacchi a sorpresa portati a più riprese, per mare o per terra, con migliaia di uomini o moltitudini di giganteschi vascelli, senza essere né notati né avvistati dal nemico. In un mondo popolato da spie onniscienti che tutto sanno, ma sempre ad evento accaduto, perfino se distanti molte leghe dai luoghi interessati (con una immediatezza – di solito a volo di “corvo viaggiatore” - da far invidia ad un qualunque social network a scelta). E, nel frattempo, i morti-Godot non arrivano mai (almeno non senza il “supporto aereo” acquisito in extremis).
Soluzioni telefonate in abbondanza e intrecci amorosi (e genealogici) tanto glamour quanto facilmente auspicabili, battaglie “impossibili” dalle quali si esce (sempre) incredibilmente incolumi (nuovo sport dell’anno: “nuoto con armatura” - in acqua putrida per principianti, in acqua gelida per avanzati) e solo una piccola schiera di personaggi secondari “complessi” sopravvissuta (il Mastino, il Ragno, Bronn) ad intervallare le gesta della fulgida conquista dello scomodo Trono di Spade da parte dei protagonisti principali.
Rimane la professionalità dell’insieme, il raccolto di quanto seminato in precedenza che consente comunque una visione piacevole, ma senza particolari entusiasmi. In attesa della fine.
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