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Orange Is the New Black

7 stagioni - 91 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 4

  • 2016-2016
  • 13 episodi

L'autore

mck

mck

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La recensione su Orange Is the New Black

di mck
8 stelle

(Black) Lives Matter, (We) Can't Breathe.

 

Sempre più Gomorra e meno Sodoma (“Funziona, ma è messo male”).

 

 

.I. “We a for-profit prison now” - SomeOne.

Jenji Kohan, stagione dopo stagione, apre le finestre del suo “universo ammobiliato” [ cit. U.Eco ] e lascia che un piccolo uragano ridisponga l'arredamento ( i letti da singoli diventano improvvisamente a castello, giusto per riportare immediatamente la metafora al suo grado ed alzo zero, ovvero più basso e facile ) e le vite dei suoi occupanti ridisegnando la mitologia quotidiana del microcosmo di LitchField, “non”-luogo di paradossale

-[ perché in realtà è uno dei massimi luoghi antropologici, fatti e finiti, per definizione, con una funzione precisa che, per mettere in moto, esaudire ed esaurire il suo scopo, pone in continua, persistente, protratta e percussiva relazione individuo e società in una delle maniere più intime possibili, nonostante sfrutti in larga parte proprio lo spaesamento e la perdita d'identità ( “inmate”, non “person” ) degli esseri uman'iv'imprigionati, e lo fa anche col 'vizio' opposto : i cartellini identificativi che nel mondo esterno possono assumere il ruolo di simbolo del proprio orgoglio lavorativo o studentesco e che in galera non sono altro che parte della pena da scontare : io sono questo, io ho fatto questo, io sono qui per questo ]-

eccellenza e rappresentanza, via di mezzo, collasso e cortocircuito tra isola spartitraffico / svincolo autostradale, centro commerciale involuto e rovesciato [ il fatto che sia gestito da società private ( multinazionale : MCC – Management & Correction Corporation ) accentua ancor più la cosa - con tutto un florilegio di sottotesti tecnico-legali, politico-giuridici e morali -, ma non ne è la causa ], e proverbiale “macchina-per-abitare”, per sussistere, per d/esistere, per redimersi.

 


.II. “What? I'm a mammal!” - Blanca.

Con questa quarta stagione la creatrice di “Weeds” porta la sua dramedy carceraria

– per esaurire subito la sfiancante, inutile e fastidiosa vexata quaestio su cosa si OItNB e/o cosa significhi 'dramedy', mi autocito che è meglio (per me) : « magari e purtroppo non è un capolavoro qual è invece “Oz” ( o quello che si appresta ad essere, ben indirizzato sulla retta via di mattoni gialli, “WentWorth” ), e, per contro, all'altro capo del diagramma sferico, non è il comunque sufficiente “Prison Break”, ma ad ogni modo è una delle serie più lontane dalla comedy pura -[ rimanendo per l'appunto a tutti gli effetti una single-camera production ( attenzione : non è che le single-camera non possano utilizzare più MdP ), il che è solo una qualità, né positiva né negativa : si pensi ad esempio a "Horace and Pete" di Louis C.K., ''''classica'''' produzione multi-camera ( con dei ''piani sequenza''/"one shot" attoriali da brividi ), e capolavoro assoluto ]- che ci siano : l'innesto awardesco per la catalogazione dei generi in cui suddividere le opere per farle concorrere in un più vasto consesso di disciplinate categorie chiamato “dramedy” non gli si addice come definizione : OItNB è un dramma stratificato in cui, come nella vita, a volte si scoppia a ridere di fronte alla morte, e in esso non certo il comico puro ( in ogni sua forma : dalla scatologia all'escatologia ), vi alberga, e nemmeno, in pieno, quello spirito umoristico più sottile però pur sempre fine a sé stesso che spesso viene utilizzato per sostenere, a fatica ( per crearlo e per piegarlo a ruolo di colonna portante ) - con tutto il suo carico e bagaglio di disgusto, vergogna e abiezione da cui prende vita e che dovrebbe ''riconciliare'' al pubblico - l'impalcatura di un'opera, ma l'ironia, quella si, trasuda d'ogni poro : di fronte alla carcerazione e alla violenza, all'addiction e al tradimento, alla depressione e all'addio : si ride quando NON si dovrebbe, ovvero : quando ce n'è dannatamente, realmente bisogno e necessità » : ma in sostanza cosa dovrebbe-vorrebbe significare la locuzione ''dramedy'' ? I film drammatici così come le commedie, nella loro ''purezza'', mentono. Dramedy è la Vita : lo hanno capito Chaplin, Welles, Hitchcock, Wilder, Kubrick, Altman, P.T.Anderson, eccetera eccetera –

verso vette inusitate, insospettabili ed insperabili per – siccome amo le contraddizioni ( non solo di genere cinematografico, dato che prima il termine l'ho coniugato al femminile ed ora lo farò al maschile ) – un dramedy.

 

 

[ 40 kg. (quaranta chilogrammi), Poussey. Li alzo con il mignolo e l'anulare della mano sinistra...].

 

.III.  Un grottesco esperimento sociale.

 

“La deumanizzazione è un processo essenziale nel pregiudizio, nel razzismo e nella discriminazione. Stigmatizza gli altri, attribuendo loro una ''identità negata''. Il sociologo Erving Goffman ha descritto, per esempio, il processo mediante il quale è socialmente discreditato chi è disabile. Non è più pienamente umano, e quindi è infetto.
In tali condizioni, diventa possibile che persone normali, moralmente rette e di solito persino idealistiche, compiano atti di crudeltà distruttiva. Non rispondere alle qualità umane delle altre persone facilita automaticamente le azioni disumane. Il precetto evangelico diventa monco: “Fa agli altri ciò che vuoi”. E' più facile essere insensibili o brutali verso ''oggetti'' deumanizzati, ignorare le loro richieste e i loro appelli, usarli per i propri scopi, persino distruggerli se danno fastidio”.

 

Philip Zimbardo - “the Lucifer Effect. How Good People Turn Evil” - 2007
( Cap. 13 - L'indagine sulle dinamiche sociali. La deindividualizzazione, la deumanizzazione e il male dell'inerzia. Deumanizzazione e disimpegno morale.
Trad. ital. di M. Botto - “L'Effetto Lucifero” - Raffaello Cortina – 2008 ).

 

Vale per Piper ( sineddoche per ''persona comune'' : e chi non lo è, a LitchField? ), vale per le guardie e i secondini ( le persone giuste, col giusto ruolo, nel giusto luogo ) in una situazione normale ( quale non è, in questo momento, quella di LitchField ). Vale per Maria, e, a maggior ragione, antinomicamente attraverso differenti gradazioni, vale ancora una volta e sempre più per la crew/brotherhood dei vari Piscatella, Coates, Bailey (“Crescono così in fretta!” - Piper sul giovane security/correctional officer ), McCullogh, Dixon, Stratman e Humprey (“Il nostro fratellino un po' strano, che frulla gli insetti”), di cui Healy e Luschek non fanno parte.

 

 

.IV.  Dove eravamo rimasti.

 

Desi Piscatella ( la cui life-tagline è : “People don't change. I should know, my mom sent me to gay conversion camp” ), Charlie “Donuts” Coates ( che alla fine verrà ''ridotto'' ad un maschio che non sa ''come'' amare, col cazzo duro amorevolmente poggiato sul ginocchio dell'amata, e una stella al merito per essere riuscito a trattenersi ) e gli altri reduci ( Lee Dixon, del quale sapremo qualcosa, di prima mano, cioè dalla sua stessa voce, riguardo al suo ingaggio in Afghanistan, nel season finale; Thomas Humprey, lo psicopatico-puro, che relaizza gl'incubi delle inmate, tra glabri topolini appena nati da inghiottire come gusanos senza mezcal e incontri gladiatori senza regole di lotta libera all'ultimo zigomo fracassato organizzati con l'incentivo di un'assenza d'alternativa; Artesian McCullough, la bionda; Stratman, ''in''colpevole principiatore di tutto il caos a venire; etc...), i non reduci da un bel niente, come Baxter “Gerber” Bailey, le guardie con mansioni amministrative e i semplici secondini, non sono i “Fortunate Son” di John Fogerty/CCR, ma ciò non gli è di scusante, non li esime dallo scontare la pena, che non è certo quella di recarsi a svolgere il loro lavoro, in carcere, ogni giorno, volontariamente, per portare a casa lo stipendio, il salario e la busta paga, mentre le inmate, in galera, vi sono rinchiuse più o meno contro la loro volontà, e il loro stare in prigione non è di sicuro una scelta diretta, ma il sottostare alle regole del gioco, che se le si trasgredisce, può anche capitare che si finisce dall'altra parte delle sbarre ( come Pornstache ), o peggio, con un piccolo calibro puntato dritto in fronte, come Humprey.

 

The Animals.
Trapped.
The Cage is Full. 

 

(NeoNazi con TeddyBear)


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Episodi (e, come sempre, ad accompagnarci nel viaggio, la playlist di Bruce Gilbert).

 

N.B. - Gli screenshot presenti nel post sono inseriti senza rispettare esattamente, per filo e per segno, la cronologia interna della stagione: per una serie che ci presenta i canonici flashback virandoli per l'occasione verso il PdV di un morto...mi sembrava la cosa giusta da fare. Analessi → prolessi → e ancora, e ancora: no, non serve: quel ch'è fatto è fatto, e, semplicemente, non è giusto...  


«Il precetto evangelico diventa monco: "Fai agli altri ciò che vuoi”.» 
Philip Zimbardo  -  l'Effetto Lucifero  -  2007 

 

 

Ep 01 - “Work That Body for Me”, scritto da Jenji Kohan e diretto da Andrew McCarthy.

In cui si risolve il cliffhanger della stagione precedente, con Lolly che realizza, mettendo in posa Alex, il “Cosby Dream Shot”, mentre tutta questa sovrappopolazione (meno uno), causata dal passaggio di stato tra...carcere di stato e galera gestita da privati, in pratica una prigione a scopo di lucro, per Big Boo, altro non è che un Mandala di Fica.

Black Cindy risponde così a Watson, una compagna che se ne salta fuori con un “I neri non possono essere razzisti: non abbiamo alcun potere” : “Io dico che è una cazzata. Scusami. Ascolta, magari non possiamo mettere in pratica il nostro razzismo, tipo...confinando la gente nel ghetto, mandandola a scuole di merda, o uccidendole nel retro di un furgoncino della polizia, ma puoi stare certa, cazzo, che possiamo essere razzisti come tutti gli altri, perché siamo in America. La terra dei liberi e la patria dei razzisti”. Amen.

Kukudio cerca di rigirare la sigla di Regina Spektor a proprio vantaggio nei confronti di Suzanne, nel bosco al di là del lago, fuori le alte mura dell'alta torre dell'alto castello, sul portico della casa di marzapanzenzero verniciata a piombo : “We've got time”. Ma ovviamente non è così, e lo sa bene ''persino'' CrazyEyes.
Intanto, all'appello ( non quello post-fuga, ma per quanto concerne la conta che mette in atto lo spettatore ) ne mancano due : Nicky e Sophia.

Ormai, lo si sa, con OitNB non si sfugge dal momento madafaka ( e ukulele ) :
Folk Uke (Amy Nelson e Cathy Guthrie) - "MotherFucker Got Fucked Up"    

 

 

Live : https://www.youtube.com/watch?v=i6ws6g1ocQU
    
Ep 02 - “Power Suite”, scritto da Sara Hess e diretto da Constantine Makris.  

    
In cui spiega tutto la canzone finale.
Cubano? Portoricano? Messicano? Dominicano? Sanson! Molotov!   

 

Rita Indiana & Los Misterios - "El Blue del Ping Pong"     

 

Altro video : https://www.youtube.com/watch?v=hNz_tY5jNBU
Blog di Rita Indiana : http://prodavinci.com/tipo-blog/blog-de-rita-indiana/
E, più specificatamente, tra serialità ed etnia : http://prodavinci.com/blogs/homeland-la-nueva-normalidad-por-rita-indiana/

 

Ep. 03 - “(Don't) Say Anything”, scritto da Jim Danger Gray e diretto da Andrew McCarthy.

Prove generali di carpenteria : corsi para-universitari? Arte? Letteratura? Vanga, piccone, cazzuola, trapano e metro a nastro.

Soso a Judy King : “Vede...molte qui dentro fanno ridere, ma senza volerlo. Ho imparato a mie spese a contenere l'ilarità”.

And you don't really wanna fuck, with me
Only nigga that I trust, is me
Fuck around and make me bust, this heat
That's, the devil, they always wanna dance.
Eminem - “Bitch Pleas II”


Ep 04 - “Doctor Psycho”, scritto da Carly Mensch e diretto da Erin Feeley.

Atto II, scena 5 (all'incirca).
Interno giorno.
Charlie "Donuts" Coates e Tiffany “Pennsatucky” Doggett.
Pennsatucky, dopo aver visto che Coates è di guardia al corso di cucina che Healey ha imposto a Judy King, lascia la sala. La guardia la segue in corridoio e la raggiunge.

- Doggett! Ehi, ti fermi un attimo? Mi stai evitando, per caso?
- E' che non mi piace proprio cucinare. Ero solo curiosa, ma ho cambiato idea.
- Non solo adesso, lo fai continuamente, per tutto il tempo.
- No, è solo che sono molto occupata, sto lavorando tantissimo.
- Ehi… Lo sai che con me puoi parlare. Che succede? Stai per avere una di quelle tue solite crisi o roba simile?
- (stornando lo sguardo per poi riportarlo in asse con l'interlocutore) Te la scopi?
- Cosa?
- Ti scopi quella ragazza spagnola, quella piccoletta, carina, che guida il furgone?
- Ma stai parlando di Ramos? Non è nemmeno il mio tipo! Perché...sei gelosa?
- No. No, non sono gelosa.
- E allora perché me lo chiedi?
- Perché...volevo assicurarmi che non la stessi stuprando, tutto qui.
- …
- …
- Tu credi...che io...ti abbia stuprata?
- Si… Certo… Cioè, come altro lo definiresti?
- Ma io ti amo. Te l'ho detto. E te l'ho detto quando…quando… Te l'ho detto.
- E quindi?
- Quindi, vuol dire che è diverso.
- ( stornando lo sguardo, guardando in basso, scuotendo la testa e tornando a guardare l'interlocutore ) Ma a me non è sembrato diverso.
- …
- …
Doggett scruta con un'ultima occhiata Coates. Poi, se ne va.

Episodio in cui Healy, dopo non esser riuscito ad aiutare sua madre ( e come avrebbe potuto? ), prova a riscattarsi con Lolly.

I'm going out of my head / There's nothing that I can do
Why did something she said / Now it's getting to you

the Fling - “Out of My Head” 

 


Ep 05 - “We'll Always Have Baltimore”, scritto da Jordan Harrison e diretto da Tricia Brock.

In cui Tasha “Taystee” Jefferson, novella fresca fresca “Nine To Five”, riesce con un paio di abili mosse digitanti a scardinare l'indecifrabile password di Caputo : SideBoobRulez ( ch'è comunque un passo avanti a quella di Debra in “Dexter” : FuckingPassword ), trovando nel contempo del frattempo il tempo per una veloce ricerca in internet “Workers in the Mine” ha 17 visualizzazioni su ''YT'', mentre ( come ricordano sempre gli elii, attenzione che : "oh-oh-internet, dannata internet / col motore di ricerca puoi arrivare dappertutto, anche dove non volevi / w-w-w-w-w, dannato www / se sapevo prima che facevi questi danni...non nascevo proprio adesso" ) le risultanze di “Poussey” + “Washington” sono :


Episodio in cui abbiamo rivisto per 48 frame Nicky, abbiamo rivisto Sophia per qualche attimo in più, alle prese con la sua sacrosanta lotta, ma ci eravamo dimenticati di Danny ( Talks Truth ) Pearson, e in effetti, come darci torto?

“White Lives Matter!” : Good, Nice, Great Job, Piper!

Direttamente da “Cabaret” di Bob Fosse, l'unica canzone semi-extra-diegetica del film : con le sue innocenti liriche dedicate alla bellezza della natura e della giovinezza è un innocuo inno alla felicità. Poi la MdP si muove, e sotto alle bionde chiome teutoniche, ecco le svastiche : la Gioventù è hitleriana.

Mark Lambert (Joel Grey) - “Tomorrow Belongs to Me” 

 


Ep. 06 - “Piece of Shit”, scritto da Lauren Morelli e diretto da Uta Briesewitz.

In cui, addirittura, Nicole “Nicky” Nichols e Sophia Burset s'incontrano, in isolamento ( nessun flash-back, quindi, ma un flash-side, in un altro braccio dell'Istituto Penitenziario ex-Statale di LitchField ) : da rimarcare il fatto che lo spettatore le conosce meglio di quanto l'una conosca l'altra.

Dicotomia/1 : A Judy King danno la scorta, “per il suo bene”, mentre a Sophia la spediscono in isolamento, “per il su bene”.

Ennesima, straziante ( nel senso ''buono'' ) variazione sul tema “Oh!, Nicky! Nicky! Oh!, Nicky!” :
You know me well
You show me hell when I'm looking
And here you are
Looking...

Sharon Van Etten - “You Know Me Well” 

 


Ep. 07 - “It Sounded Nicer in My Head”, scritto da Nick Jones e diretto da Mark A. Burley.

Pian piano, i germi invadono la piastra di Petri, nutriti dal brodo di coltura pasturato da Chapman ( che cazzo di cognome, Piper, che cazzo di cognome...) : una testa rapata a zero qui, una svastica - con disegno preparatorio su carta assorbente, non sia mai che ci si dimentichi il verso - marchiata a fuoco lì ( “If you move, it'll get messed up” ), una sudista Stars and Bars confederata tatuata sulla nuca là, cose così...                 

 
Dialogo tra Lolly ed Healy :
- I've seen a lot of dragons, Mr. Healy.
- And people are after you.
- Yeah, and they're not trying to give me hugs.
- Where's the evidence? I don't need no evidence.
- My life is my evidence.

Ancora, Lolly ad Healy, più tardi, nel fortino-macchina del tempo che lei s'è costruita, a proposito delle voci che sente solo nella sua testa :
“Hei, lo so che non sono reali, ma non significa che non abbiano nulla da dire”


         
E, sempre nello scatolone addobbato da Lolly con carta stagnola e patata-batteria, Healey, il ''corrections officer and inmate counsellor'', darà alla sua inmate la definizione, operata a sineddoche, di ciò che quel rifugio indifeso rappresenta, ovvero l'impossibilità di “tornare al momento in cui tutto era ancora possibile”, al che lei gli risponde : “I don't have no moment when everything went wrong”.

La suggestione dei fortini (fort, blockhouse) ritornerà nel finale, suggerita alle sue protette da Red, ma in senso del tutto positivo.

Ipotesi sul libro letto da Lolly ( storia d'amore e viaggi nel tempo ) : “Bid Time Return” di Richard Matheson, o “22-11-'63” di S.King.

Piper arrosto.


Izabo - “Cook Me”


Ep. 08 - “Friends in Low Places”, scritto da Alex Regnery e Hartley Voss e diretto da Phil Abraham.

“Cold Hand Luke” style.

Alla regia, Phil Abraham { prima operatore alla camera, poi direttore della fotografia [ alla corte di David Chase (“the Sopranos”) e Matthew Weiner (“Mad Men”) ], ed infine regista a tutti gli effetti : “the Sopranos”, “Mad Men”, “Sons of Anarchy”, “Breaking Bad”, “Weeds”, “Master of Sex”, “Ray Donovan”, “Halt and Catch Fire” } : tutta la stagione - anzi : tutta la serie - è diretta con cura, perizia e attenzione, ciò non toglie vi siano dei picchi d'onda : direzione degli attori, movimenti della macchina da presa, montaggio, messa in scena dello script con piccoli accenni di supremazia dello stile personale, e Phil Abraham ( con Matthew Weiner e Adam Bernstein, due tra i registi della seconda parte di stagione ) è senz'altro un Autore.

 


Dicevamo : corsi para-universitari? Arte? Letteratura? Carpenteria! Vanga, piccone, cazzuola, trapano e metro a nastro.
Lesson Number One, by Piscatella ( “Non commettete reati perché la prigione è spiacevole” ) : Welcome to “Construction 1.0.1” : un Cubo Gigante con un Tetto.
Ok, è un insegnante di merda.
Piscatella è uno stupido idiota, che con ogni evidenza non sa fare il suo lavoro, e il fatto che quello non sia il suo lavoro ( trasferito a LitchField da una prigione di massima sicurezza maschile ) non lo assolve in alcun modo : non riesce a comprendere la propria inadeguatezza, e questo lo rende un'arma ancor più pericolosa. Il suo matra è “sei in prigione per un motivo, hai commesso un crimine, perciò, qui dentro, sei un essere inferiore sempre in torto” : un autoritratto sputato.

Poussey passa da “Prescription for Exellence” al “Julius Caesar” : we'll see you in NY, baby.   

 

 

La ga(n)g di Windows 95-98-2000-XP-Vista-7-8-10...
Piper, fatta di una boccata di crack, mostra a Nicky e ad Alex, tra il granturco, il marchio fattole dalla gang latino-americana di Maria, che per colpa di un'azione consapevole di Chapman rischia di vedersi aumentare la pena non di mesi ma di anni. Le amiche non se lo aspettavano e le chiedono se è diventata una nazista, adesso.
“Una simpatizzante nazista, penso. Credo che quello fosse il messaggio. Me la sono cercata. E' ciò che sono diventata. Come si torna indietro? Ho mandato Stella nell'aula di massima sicurezza, e perché? I miei genitori non mi hanno insegnato ad essere così. Quello che ho fatto a Maria… Non ci sono stata male. Non ci ho pensato due volte. Ho solo esagerato. Io esagero sempre. E non riesco a smettere, cazzo. Volevo comandare la prigione, e ho distrutto la vita di alcune persone”.
Da un certo PdV il paragone con Walter “Heisenberg” White si fa sempre più calzante. Da un altro, no.  

 

( Possibile didascalia, scontata la pena : “Ehi, cos'è quello, un tatuaggio?” - “No, è più un marchio. Sai, roba da prigione” - “Ooohh!” - “E'...una finestra. Con...le sbarre” - “Fiiico!”  )

Lesson Number Two, by Red : “Quando il signore ti dona una svastica...in realtà ti sta aprendo una finestra. E poi ti ricordi...che non c'è alcun dio.
Meglio.

Hoagy Lands - “Lighted Windows”   

 

Desi Piscatella ( la cui life-tagline è : “People don't change. I should know, my mom sent me to gay conversion camp” ), Charlie “Donuts” Coates ( che alla fine verrà ''ridotto'' ad un maschio che non sa ''come'' amare ) e gli altri reduci ( Lee Dixon, del quale sapremo qualcosa, di prima mano, cioè dalla sua stessa voce, riguardo al suo ingaggio in Afghanistan, nel season finale, Thomas Humprey, lo psicopatico-puro, Artesian McCullough, la bionda ), i non reduci da un bel niente, come Baxter “Gerber” Bailey, i semplici secondini, non sono i “Fortunate Son” di John Fogerty/CCR, ma ciò non gli è di scusante, non li esime dallo scontare la pena, che non è certo quella di recarsi a svolgere il loro lavoro, in carcere, ogni giorno, volontariamente, per portare a casa lo stipendio, il salario e la busta paga, mentre le inmate, in galera, vi sono rinchiuse più o meno contro la loro volontà, e il loro stare in prigione non è di sicuro una scelta diretta, ma il sottostare alle regole del gioco, che se le si trasgredisce, può anche capitare che si finisce dall'altra parte delle sbarre ( come Pornstache ), o peggio, con un piccolo calibro puntato dritto in fronte, come Humprey. The Animals. Trapped. The Cage is Full.

Ma questa è un'altra storia, quella che verrà raccontata nei prossimi episodi. E questo è un mio regalo personale, out of Bruce Gilbert :

Ep. 09 - “Turn Table Turn”, scritto da Sara Hess e diretto da Constantine Makris.

 

In cui il discorso metatestuale si fa esplicito, iconico e sopra le righe : oltre a Breaking Bad ( “Oh no...io la Met Blu non la userei mai...è un colore che non mi sa di naturale...” ), nel corso degli episodi : Bones, Lost, Game of Thrones, Sherlock, the Walking Dead : ovviamente tutto per sentito dire, di riporto e di seconda mano, perché, gente, forse non ci avete pensato, ma se finite in una prigione senza il via cavo ( per gli U.S.A. : HBO e AMC ) o l'abbonamento a Sky e NetFlix ( per l'Italia della ''larga banda'' ), addio binge watching, e quando uscirete la Barriera sarà già caduta da un pezzo! Ergo: fate i bravi. 

 

“Non sai leggere?”
“Voglio dire...forse lo so fare… Non sono così stupida. E' che...non lo faccio volontariamente”
“...”
“E' così che ti fregano: con le parole! Nascondono delle idee nelle parole e iniziano a farti pensare
“Non l'ho mai vista in questo modo...”
“Eh si. E tutto ad un tratto ti ritrovi a dire: E se esistessero altre persone con vite completamente diverse dalle mie, ma che comunque meritano attenzione? Non sarebbe meglio pensarci prima di iniziare a giudicare queste persone?”
“Sarebbe...il caos!”
“No. Grazie”.  

 

Avete appena letto la trascrizione di un dialogo fra due inmate co-co-protagoniste (che probabilmente diverranno co-prot. nella 5a stag., forse dotate pure di un flash-back dedicato), ed avete appena letto il motivo per cui adoro questa serie. 

 

Nicky - “It was always hopeless. I am not your fault”.
Red - “Con Tricia ho fatto la dura ed ora è al cimitero carcerario col nome scritto sbagliato sulla lapide”.

Idem, con protagoniste.

 

Nel frattempo, Blanca sale sul tavolo... 

 

She Keeps Bees (Jessica Larrabee & Andy LaPlant) - “Vulture”

Studio :

Live :
the Bug - “Fuck You” (feat. Warrior Queen)

 

Ep. 10 - “Bunny, Skull, Bunny, Skull”, scritto da Carly Mensch e diretto da Phil Abraham.  

 

In cui sorella Ingalls si dimostra molto coraggiosa, portando a fruttuoso e lieto compimento la sua cerca di Sophia, anche se è innegabile che dovrebbe allenare di più i muscoli elevatori pubo-coccigei, intrinseci e vulvo-perineali della sfera genitale contro gl'imprevedibili starnuti atti a disvelare telefoni cellulari di contrabbando. 

 

Piper ad Alex a proposito della sorellanza bianca che getta cibo in faccia a Blanca, in piedi sul tavolo da 24 ore e con una pozza di piscio rappreso colatole lungo i calzoni :
“Ho creato un mostro”
“Non hai creato l'odio razziale”
“Ma ho radunato io quelle che odiano, e poi le ho puntate contro le dominicane”.  

 

Suzanne - a proposito del suo feuilleton porno-science fiction - a Lorna : “Le emozioni erano finzione, ma la scienza era vera!”.

 

Marisol “Flaca” a Maritza, ch'è appena ingrassata di 20 grammi : “Che dio le stramaledica, queste guardie! Pensano di poter fare tutto il cazzo che vogliono!”.

 

Gran bei piano sequenza organizzati da Phil Abraham che riescono a contenere sia “Fuckin' Morgan Freeman!” quanto “Qualunque cosa accade nel graturco resta nel granturco”.  

 

CaveBoy - “Color War”    

E no, non finirà bene, come dice Frieda a Red.

Jonathan Rado - “Hand in Mine” : https://play.spotify.com/track/5rJTh9zv9tAvXHWAmKK3ZL

 

Ep. 11 - “People Persons”, scritto da Nick Jones e diretto da Lev L. Spiro.  

 

In cui Healy fa di nuovo cose giuste, cose sbagliate, cose così.

Certe sue ''uscite'' (per tacer del finale della 1a stag.), in un continuo apparente susseguirsi di giravolte caratteriali che in realtà delineano magnificamente il personaggio, riescono a creare sano e sacrosanto disagio nello spettatore, e non esagero : si prova odio e compassione al tempo stesso, e magari il giorno dopo si è di nuovo pronti a parteggiare per lui, per essere subito smentiti e ricondotti sulla retta via del sospetto.

La sua ultima scelta compiuta, in totale autonomia ( e solitudine ), è sia una fuga quanto una presa di coscienza: l'ennesimo disastro che Caputo non può ( e non riesce a ) scongiurare lo riporterà in azione? E con quali risultati?    

 

Welcome to the SuperEmporium!
Succo d'arancia, dentifricio, fucile d'assalto AR-15. Buona giornata!

 

 

We got a fight(!) All right(!). 

 

Deqn Sue - “Bloody Monster” 

 

Ep. 12 - “the Animals”, scritto da Lauren Morelli e diretto da Matthew Weiner.  

 

Matthew Weiner, chiamato a dirigere il penultimo episodio della quarta stagione ( da notare che quello precedente s'intitolava non “Person to Person”, ma quasi : sempre di empatia ( bi-univoca ) si tratta ), ci riporta – dopo il frastornante finale dell'episodio precedente – coi piedi per terra, abbarbicati sui tavoli e le sedie, mettendo in scena lo script di Lauren Morelli ( sceneggiatrice - una delle migliori, in un contesto il cui livello è altissimo - e produttrice esecutiva. “Significativa”, poi, l'assonanza onomastica con uno dei personaggi principali della serie, Lorna Morello ) --- che nella vita extra-diegetica fa coppia...

 

 

...proprio con Samira Wiley ( coming out e divorzio amichevole dal marito nel 2014 ), 40kg tenuti a terra da un ginocchio, una pressione di 80kg sui polmoni... --- con classicità e attenzione ai personaggi, ai rapporti d'interazione tra essi, alla loro corporalità ( lo scontro Caputo-Humprey, quello Caputo-Piscatella, il confronto Pennsatucky-Big Boo ). Fino alla fine. Devastante.

 

The animals, the animals /
Trapped, trapped, trapped, 'till the cage is full /
The cage is full.

 

La Suburbia delle bianche, il Ghetto delle nere e l'Harlem delle ispaniche : ± 510.065.285 km².  

 

I Die / I'm Rising   

 

Corrina Repp - “Release Me” 

 

Ep. 13 - “Toast Can't Never Be Bread Again”, scritto da Tara Herrmann e Jenji Kohan e diretto da Adam Bernstein.

People (to) Person(s).      

 

Dixon consola Bailey :
“Ascolta, non so se ti può aiutare o no, ma, in Afghanistan, ho ucciso delle persone. Anche civili innocenti”
“Persone?”
“Dopo aver dato la caccia ai cattivi per così tanto tempo, senza riuscire a prenderli, mentre loro fanno saltare in aria i tuoi amici o sparano al tuo convoglio, e tu t'incattivisci, ti stanchi,e ti annoi. Quindi prendi un ragazzo che lavora in un vigneto e gli fai fare il giocoliere con delle granate innescate finché non esplodono. E poi gli spari. Perché non vuoi che cresca senza braccia. O che ti denunci. O magari strangoli una ragaza con cui hai fatto sesso, in un piccolo villaggio, perché tanto comunque la ucciderebbe la famiglia, no? E tu devi solo...voltare pagina”.  

 

Dicotomia/2 : Bailey per violazione di domicilio e possesso di marjuana per uso personale finisce una notte in gattabuia, come ''lezione'' di vita, Poussey per violazione di proprietà privata e possesso di marjuana in modica quantità ai fini di ''spaccio'', finisce in galera per mesi (anni?).     

 

Two Dollar Pistols - “Runnin' With the Fools” 

 

Red, alle sue ragazze, leggendo da “Bird to Bird” [ https://www.nytimes.com/books/97/08/17/reviews/lamott-bird.html ] di Annie Lamott ( un brano consigliatole da Poussey quando Red stava iniziando a creare l'orto del carcere ) :

«“L'orto è una delle due più grandi metafore per descrivere l'umanità. L'orto richiama alla mente la vita e la bellezza, e la temporaneità delle cose viventi. L'orto richiama alla mente il nutrimento dei propri figli, il procurare cibo per la tribù. Fa parte del bisogno di formare un territorio che probabilmente deriva dall'abitudine degli animali quando stipano il cibo. E' un meccanismo competitivo di ostentazione, come avere qualcosa di gran valore, la brama di coltivare i pomodori migliori e le rose inglesi. Richiama alla mente la vittoria, il fornire alla società beni superiori e il confermare il fatto di avere buon gusto, avere valori sani ed essere una persona che lavora sodo. E qual meraviglioso sollievo, di tanto in tanto, conoscere l'identità del proprio nemico. Perché in un orto, qualsiasi cosa è il tuo nemico: gli afidi, il clima, il tempo. Quindi metti tutto te stesso nell'orto, diventa così importante per te, e vedi da vicino la nascita, la crescita, la bellezza, il pericolo e il trionfo. Ma poi tutto muore in ogni caso, non è così? Ma continui comunque a farlo. Washington mi mostrò questo passaggio quando inizia l'orto. Pensò che potesse piacermi. E aveva ragione. Inizieremo di nuovo. Per la nostra umanità, per la nostra famiglia, e per quella piccola ragazza sul pavimento della mensa».   

 

Si, un passaggio un poco retorico e piegato alle proprie esigenze (da parte dell'autrice extra-diegetica, non dell'inmate ), però ben funzionale. Ed infatti, quando poco più tardi, Frieda le chiederà, in privato, cos'abbia davvero in mente, Red così le risponde : “Quando i miei figli erano piccoli ed abitavamo in un quartiere di merda, li tenevo impegnati. Super impegnati. Sport, lavoretti, giochi da tavolo, li portavo fuori, musica, fortini coi cuscini [ritornano i fortini di Healy, qui in versione del tutto positiva], qualunque cosa mi venisse in mente, perché i ragazzini pieni di cose da fare non hanno tempo per mettersi nei casini. Sento puzza di casini in arrivo. E voglio tenere impegnata questa famiglia”.     

 

Alla fine, Coates è ''ridotto'' ad un uomo che non sa ''come'' amare.

 

Caputo sbaglia tutto, sopraffatto dagli eventi [ è sempre ''altrove'' durante le crisi che con preoccupante regolarità scoppiano a LitchField, e questo ''altrove'' solitamente presuppone un pene, il suo, e una vagina, di Linda MCC ( e non bisogna scordare che la troia (cit.), presente a LitchField durante la rivolta, chiusa nel cesso, con tutta probabilità ha una pistola carica nella borsetta ) o più occasionalmente “Fig” Figueroa ] e in un attimo di ottundimento della buona fede che fin qui ha caratterizzato bene o male e più o meno le sue azioni? Cosa avrebbe potuto fare? Licenziare Piscatella ( invece del solo Humprey ) e stare a vedere se gli altri erano disposti a seguirlo e a mettere in pratica la minaccia che Piscatella aveva inscenato per conto loro?

Caputo continua a sbagliare? E' l'unico che dice la verità: non è stato un omicidio a sangue freddo, Washington non ha fatto alcunché per meritarselo e Bailey è autore di un incidente colposo germinato da un calderone miasmatico di idiozia, stupidità, inettitudine, indifferenza e crudeltà istituzionalizzata. E la sovrappopolazione - generata dagli stessi fattori - è stata però solo un innesco, non una delle concause maggiori. 

 

 

Ed ecco che si ritorna a quel preciso momento di una vita in cui nulla era compromesso e tutto poteva ancora accadere, tra una Whitney versione '92 e una Musetta pucciniana senza età che ancor se ne va soletta per la via e la gente sosta e mira.   

 

LP (Laura Pergolizzi) - “Muddy Waters”   

 

Studio : 

Live : 

Ciao, Poussey, un ultimo regalo per te ( e no, non sono una rootZerosa cover band di bianchi…) :

the Roots ( feat. Cody Chesnutt ) - “the Seed (2.0)” 

 

- “Mr. Healy, did we travel back in time?”

- “No.        

 

Lo hanno fatto Jenji Kohan, Adam Bernstein e Samira Wiley per noi, con la Macchina del Tempo che si chiama Cinema: occorre solo dotarsi di un tubero solanaceo, di due mani e una fronte per contatti, di un fortino di cartone e di una lanterna magica.

 

 

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Questi invece sono dei regali per me stesso ( sempre in attesa dei barbari, già qui. Tutta un'altra storia. Non c'entra nulla, niente. No. Amsterdam? New York? Berlino? Fiji? Pianura Padan(i)a? Comunque viva. Non c'entra niente, nulla. Si ) :

 

Massimo Volume - “Silvia Camagni” 

Vasco Brondi (le Luci della Centrale Elettrica) - "40 km"

Vasco Brondi (le Luci della Centrale Elettrica) - "Nel Profondo Veneto"

Questa pagina è nata dall'unione di due post (ep. 1-8 - ep. 9-13) pubblicati nel luglio del 2016.    

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