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Sequenze. Jonas e l'utopia.
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La storia è una materia in mano ai conquistatori, il passato dei popoli, invece, è una questione delicata che presuppone il tempo necessario per potervi scorgere le coordinate più adatte da applicare al presente, quelle che possono consentire di non deragliare spesso lungo le autostrade della vita. Ma quello che manca è proprio il tempo per costruire un idea di futuro attraverso gli insegnamenti delle esperienze passate. Il capitalismo ha prodotto la persuasione che il soddisfacimento di ogni bisogno può avvenire in tempi brevi, seguendo interessi esclusivamente individuali e adottando strumenti che possono essere alla portata di tutti. Il presente è come se fosse stato inghiottito da una dimensione atemporale che si pone fuori dalla storia, senza più la forza di guardarsi indietro e senza troppa voglia di concepire un domani migliore. L’uomo è stato ridotto ad accettare tutto docilmente, ad accontentarsi del giorno per giorno dopo aver riposto definitivamente nel cassetto i ricordi dolci delle migliori utopie. Marco è proprio questo che cerca di spiegare agli alunni in una delle sue lezioni di storia, in un modo del tutto originale ed anticonvenzionale, come chi sa che, in un mondo che ha adottato il criterio del rapporto di forza per attribuire il crisma dell’ufficialità alla verità storica generalmente riconosciuta, solo usando l’arma del paradosso si può sperare di arrivare all’anima di una questione per presentarla sotto un altro punto di vista. Altre sette persone come Marco rivaleggiano quotidianamente contro il sistema imperante rimanendo sintonizzati su altre idee di mondo, otto persone che oppongono alle imposture del contingente la forza di saper investire ancora nei sogni. Marguerite e Marcel, Mathieu e Mathilde, Max e Madeleine, Marie e Marco, quattro coppie che si sono conosciute per caso e che per caso hanno scoperto di essere a diverso modo anticonformiste e a diverso modo partecipi della stessa speranza di cambiamento. Otto persone che si riscoprono legate in maniera indissolubile intorno alla figura desiderata di un bambino che nascerà. Mathilde darà al mondo un altro figlio e tutti insieme decidono che dovrà chiamarsi Jonas, perché tutti lo hanno adottato come figlio spirituale. Jonas verrà a dare ossigeno agli oppressi e castigo agli oppressori, ricompenserà i vinti e giudicherà i vincitori, rimetterà in moto il naturale scorrere del tempo e la storia si riapproprierà del presente. Jonas sarà un Cristo laico che racchiuderà in un solo corpo i desideri migliori di tutti : per farne la leva che potrà cambiare il mondo.

Jonas che avrà vent'anni nel 2000 (Alain Tanner)

Quattro coppie unite tra loro in diverso modo. Otto persone i cui nomi iniziano tutti con le stesse lettere (ma) e che il caso ha, per un breve ma intenso periodo, riunito intorno a una tavola imbandita. Otto personalità a diverso modo anticonformiste e a diverso modo partecipi della stessa speranza di cambiamento. Marguerite (Dominique Labouriere) e Marcel (Roger Jendly) sono i proprietari di un'azienda agricola gestita secondo criteri ecologisti ubicata in uno dei rari angoli rurali rimasti nella città di Ginevra: lei e pragmatica e rappresenta l'agire utilitaristico, lui è un animalista che vive un rapporto simbiotico con la natura che lo circonda. Mathieu (Rufus) lavora da loro e sogna di educare alla bellezza le nuove generazioni mentre la moglie Mathilde (MYriam Boyer) è l'amore materno vissuto come ragione di vita. Poi ci sono Max (Jean-Luc Bideau), la militanza costretta dal corso degli eventi a tirare i remi in barca, e la compagna Madeleine (Myriam Mèzières), che sogna l'India e rappresenta la possibile fuga verso altri lidi culturali. Infine c'è Marco (Jacques Denis), l'insegnante di storia "non ufficiale"che rappresenta il pensiero critico, a cui si lega sentimentalmente Marie (Miou-Miou), una frontaliera costretta a tornare in Francia per la notte e che viene arrestata perchè lavorando come cassiera in un supermercato ginevrino praticava lauti sconti ai più poveri.

 

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