Pasquale Pozzessere è un regista di cui ormai ci si è quasi dimenticati. A fine estate è stato distribuito (parola grossa) il suo ultimo film “Cocapop”, passato praticamente sotto silenzio. In effetti si può dire che l’interesse nei suoi confronti sembra del tutto svanito da quasi 15 anni. Eppure i suoi primi tre film (“Verso sud”, “Padre e figlio” e “Testimone a rischio”, del 1997 appunto) denotano un percorso cinematografico prezioso e coerente, per nulla banale. Vale la pena recuperarli: l’ottimo “Testimone a rischio”, produzione Medusa, passa ancora di frequente sulle reti Mediaset, mentre dei primi due, altrettanto belli e intensi, non si sa più quasi nulla.
Ora Rai Storia (uno dei pochi motivi per cui pagare il canone) colma una grossa lacuna. Da mercoledì 18 gennaio, tutte le mattine alle 10,30 con replica all’1 di notte, manda in onda per 4 giorni fino a sabato 21 gennaio la miniserie “La vita che verrà” diretta per la Rai da Pozzessere nel 1999. Con un bel cast che vede riuniti Margherita Buy, Valeria Golino, Stefano Dionisi (presenza fissa nei primi film del regista), Silvio Orlando, Antonella Ponziani, Andrea Occhipinti, la miniserie è il primo capitolo di una trilogia scritta da Sandro Petraglia e Stefano Rulli poi proseguita con il celeberrimo e premiato “La meglio gioventù” e con il sottovalutato “Le cose che restano” di Tavarelli e racconta 16 anni di storia del nostro paese dal dopoguerra fino al boom economico di inizio anni 60. Praticamente un oggetto introvabile e pressoché sconosciuto ai più: in rete infatti ho trovato solo questo brevissimo filmato.
Per chi, come il sottoscritto, ha amato gli altri due capitoli, un doveroso, sospirato ed inatteso recupero.
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