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Le Ventuno Grazie della Furia - Yukari Ôshima, seconda parte
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Yukari Ôshima parla di sè, trascrizione di due interviste televisive, fedele il possibile nei miei limiti, sarebbe quindi meglio vedersele e leggere i sottotitoli inglesi originali.

 

Yukari ricorda la lavorazione di The Outlaw Brothers (1990).

Il regista Frankie Chen vide il mio film di debutto, Shanghai Express. Fece un'offerta, ascoltai la storia e la trovai interessante. Quindi si decise che avrei preso parte al film. E' una persona estremamente seria. Recita con molto umorismo, ma è molto serio riguardo allo script e molto severo riguardo al lavoro.

Il mio personaggio, Tequila, è una donna detective. E' una ragazza forte. E' quel tipo di ruolo. E' una poliziotta forte, una donna che è come un uomo. Il regista sottolineò che voleva che io mostrassi che questa era una donna molto forte. D'altra parte, furono inserite alcune scene soft. Anche, in termini di costume, erano cose che non avrei mai indossato, senza maniche o leggermente trasparenti. Il regista voleva mostrare anche la femminilità. Proprio per il fatto che è una poliziotta così forte, aveva bisogno di un pò di fascino, doveva esprimere anche il suo lato femminile.

Recitai molto con Frankie Chen in questo film. In realtà ancora non riuscivo a parlare Cantonese. E' Mandarino. Avevo studiato Mandarino a Taiwan, così sapevo parlarlo. Parlavo Mandarino con questo regista. Le battute erano dette in Cantonese il più possibile. Se una battuta era troppo lunga e non riuscivo a sentirla, parlavo in giapponese e sarebbe stata doppiata in seguito. Non ero ancora brava in Cantonese, o meglio, non lo capivo. Parlavo Mandarino col regista, tentavo di recitare le battute in Cantonese, ma se erano lunghe le recitavo in Giapponese.

 

Il tempo che prese a fare la scena d'azione ai margini della piscina: penso che arrivai presto alla mattina e finii alla sera. Un giorno.

I cuts sono sempre molto brevi nei film di Hong Kong. Ma su richiesta del regista quella scena fu un pò allungata. Voleva mostrare l'impatto dell'esser colpiti in slow motion. E' una scena di cui il regista fu molto consapevole. Mi piace il prodotto finito, credo che sia una buona scena di azione. Mi accadde di farmi male quel giorno. La scelta di tempo in cui venivo colpita con un bastone e la mia mossa per evitare il colpo furono perfetti, ma io fui colpita prima che facessi la mia mossa di spostamento. E ... cosa accadde?  Rimediai un occhio nero, quello sinistro!

La faccia si mostra sempre in camera, quindi non potevo girare col mio occhio nero. Nelle ultime scene sono sempre girata di destra. Questo perchè il lato sinistro era gonfiato! Se ci fai caso, probabilmente puoi notare che il lato sinistro del mio naso è gonfio e mostro sempre il lato destro.

La scena finale al magazzino. Quando tempo c'è voluto per girarla? richiese un bel pò, non ricordo quanti giorni. Sono sicura che richiese almeno una settimana. Dieci giorni? Due settimane? Circa dieci giorni. Ci volle così tanto perchè usammo moltissime galline come extra. Vicine a noi che giravamo, c'erano un sacco di galline.  Come l'azione procedeva, le galline diminuivano sempre di più. Venivano colpite o venivano fatte cadere. Le galline morivano e ricordo che diventava sempre più difficile filmare. Penso che ci fossero 200 galline extra che cadevano dall'alto. Solo per concepire quella scena ci volle una settimana. Se non c'è niente, l'azione non può decollare, così voleva fare qualcosa, uscirsene con qualcosa di interessante. Fu una idea del regista. Se le galline piombano dall'alto, i loro artigli vi feriranno, e ci sarà del panico. Così volle far cadere le galline dall'alto, parecchie centinaia. All'inizio, ne voleva un migliaio. Voleva farle cadere da una gabbia speciale in alto. Fu fantastico mentre lo facevamo, anche in termini di immagini. Fu fantastico. Ma quelle galline erano necessarie anche per la scena d'azione. Sarebbe stato strano se non ci fossero più state, quindi intorno ci furono delle galline. Ogni giorno ne morivano molte. Filmavamo in mezzo a questo. Se avessero servito galline a pranzo, non le avrei potute mangiare. Tutti chiesero di non avere galline come pranzo. Alla sera avrebbero servito cose come galline congee. Non le avremmo mangiate. Noi tutti evitammo le galline. Essere co-stars con le galline fu la cosa più difficile.

 

Jackie Chan venne mentre stavamo girando la scena di chiusura. Stavo aggiungendo il mio tocco personale alla scena d'azione. Jeff ed io stavamo combattendo. Eravamo andati avanti un bel pò così eravamo interamente assorbiti. Le mie mani e piedi non si sarebbero mosse. Non sapevo cosa fare. Ci fu un momento in cui mi sentii paralizzata. Avevo un nunchaku nelle mie mani. Mentre riflettevo sul da farsi, il regista ordinò una pausa. Ebbi la mia pausa. Il regista e Jackie Chan erano buoni amici. Jackie stava filmando nelle vicinanze. il regista lo chiamò. Gli disse che stavamo girando e gli chiese di venire a vedere. EJackie venne. Jackie apparve. Chiese cosa stesse succedendo. Il regista disse che stavamo girando questa scena d'azione. Chiese a Jackie se avesse qualche buona idea. Avevo un nunchaku sulla mia spalla e mi fermò giusto in quella posizione. Gli fu chiesto se avesse potuto far qualcosa, ed egli aggiunse un raccordo. Disse "Potresti fare così e cosà e tirar calci in questo modo. Com'è?" Fantastico! Il tocco alla Jackie Chan. In un modo divino, può fare questi movimenti regolari. Questo fu quell'aggiunta memorabile. C'è una scena dove improvvisamente lascio andare il nunchaku. E' la scena in cui Jackie Chan venne sul set e aggiunse il suo tocco. Aveva due assistenti con lui e ne lasciò uno ad aiutarci per ogni evenienza. Tornò al suo film. Tutti pensavamo che fosse così grande!  Questa è la storia di comeJackie Chan venne sul nostro set.

 

Il regista disse che [Jeff Falcon] avrebbe usato un manico di scopa. "Cosa userai?" mi chiese. Dovetti pensare ad un'arma che sapessi usare. Avevo usato il nunchaku quando feci un programma per bambini in Giappone. "Il nunchaku va bene", pensai. Ma sarebbe stato strano che avessi un nunchaku. Quando pensai a cosa fare, mi venne l'idea della cintura. Avevo una immagine nella mia mente da lungo tempo, a proposito dell'uso di una cintura come nunchaku. In una detective story Giapponese Tetsuya Takeda usa degli attaccapanni. Quindi pensai che la mia cintura sarebbe potuta diventare un nunchaku. Quando comunicai la mia idea al regista, questi disse che sembrava buona. Ma la cintura era troppo leggera e non si sarebbe mossa. Quindi fu rinforzata. Quella fu la cintura nunchaku per me. E la usammo.

 

Cose difficili nelle scene d'azione...Jeff e Mark Houghton erano coinvolti. C'erano molti stranieri. Gli stranieri hanno un lunga portata. Bè, Mark è basso, ma hanno una lunga portata. E sono tutti veri combattenti. Fa male se uno di loro di tira un calcio. Se guardi il film lo vedrai, c'erano calci reali che partivano. Volevo trovare un modo per renderli inoffensivi. Normalmente si indossano imbottiture sullo stomaco. Ma questo non serve contro i calci di questi tipi. Così provai con gli elenchi telefonici, tentai con varie cose. Ma non volevo sembrare grassa o avere i movimenti impacciati. Fa davvero male, e non puoi chiedergli di essere gentili. Si perde davvero l'equilibrio con quei calci. Anche se la scena richiede che non si cada, si cade dall'impatto. Si cade fuori dai recinti, cose di questo genere. Quegli stranieri erano così forti che queste cose accadevano. Erano veri combattenti con lunghe portate, lunghi raggi d'azione. Avevano calci potenti, quell'impressione mi è rimasta.

 

La mia impressione di Mark. Avevo recitato con lui prima, in un altro film. Dovevo usare arti marziali cinesi, quella volta. E' molto bravo, e me le insegnò. Questo accadde mentre lo stavamo facendo. Ricordo che fu divertente lavorare con lui sul set. La mia impressione su Jeff Falcon? E' fantastico. E' veloce, i suoi movimenti sono veloci. E' così veloce che gli devi chiedere di rallentare se vuoi riuscire a seguirlo. I movimenti della arti marziali cinesi sono molto sui generis. La scelta del tempo è difficile. Con noi persone di karate, ci sono solo movimenti diretti. Ma questi si muovono intorno in questo modo [Yukari mima]. La scelta del tempo fu difficile. Jeff fece degli aggiustamenti, e feci del mio meglio per seguirlo. Penso che risultarono immagini molto realistiche.

Dovetti fare molte scene di recitazione, non certo la mia cosa preferita, ma il regista mi supportò ed insegnò molto. Mi chiedeva sempre riguardo alle cose che volevo o potevo fare. Fui in grado di esprimermi. Mi piace il film per questa ragione.

 

Le mie attività recenti... Naturalmente, sono coinvolta in progetti cinematografici. Quello che davvero mi piacerebbe fare prima di ritirarmi è allevare la prossima star, è quello che vorrei fare in futuro. Fukuoka è la mia città natale. Il mio tema è "da Fukuoka all'Asia". Io andai da Fukuoka all'Asia, e mi piacerebbe introdurre un giovane all'industria. Mi interessa questo. Al momento, vivo nelle Filippine, ma vado spesso a Fukuoka, dove sto allevando giovane talento. Mi piacerebbe far uscire una stella da lì. Naturalmente vado a Tokyo, in Asia, Hong Kong, la regione nella quale sono stata attiva. Al momento vorrei aiutare una giovane persona a riuscire nella regione. Un'altra cosa che sto facendo adesso è Wushu, si scrive "Martial Arts" e si pronuncia "Usu-u". Si basa sul karate e sul kung fu e cose che ho imparate dalle persone. Riunisce il meglio di tutto con belle pose cinematografiche. E' incastonato sulla musica cinese. E' danza con le arti marziali. E' come il karate, ma più morbido. Voglio che il pubblico capisca meglio le arti marziali, vorrei diffonderlo presso le persone ordinarie. L'ho concepito io stessa e lo chiamo Wushu. Lo sto insegnando a Fukuoka, ed inizierò anche aTokyo.Queste sono le mie due attività principali, al momento.

 

Essere una stuntwoman... era un professione che mi piaceva. Volevo essere una stuntwoman. Finii col recitare nei films. Qualcuno mi ingannò dicendo che avrei potuto fare gli stunts se avessi recitato. Lavorando nel cinema, diventai capace di recitare. Amavo davvero gli stunts, mi piace essere capace di farli. Non mi dispiace, al contrario, è anche qualcosa di psicologico. Sono felice quando faccio buoni stunts, mi fa sentire viva.

 

Sono sempre stata un maschiaccio. Ora mi guadagno da vivere facendo il maschiaccio. Vorrei essere conosciuta come il più grande maschiaccio d'Asia.

 

 

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