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Le Ventuno Grazie della Furia - Yukari Ôshima, prima parte
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Neve Che Vola

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Yukari Ôshima parla di sè, trascrizione di una intervista televisiva, fedele il possibile nei miei limiti, sarebbe quindi meglio vedersela e leggere i sottotitoli inglesi originali.

Breve autobiografia e ricordi dal set di Millionaire's Express aka Shanghai Express (1986)

 

"Mi chiamo Yukari Ôshima. Il mio vero nome è Yukari Tsumura, ma ad Hong Kong il mio nome è scritto in kanji, e sono conosciuta come Youkarei Daitou.

Sto lavorando molto nelle Filippine attualmente, ed ho deciso di adottare un nome inglese: Cynthia Luster (Cynthia con la C) [Yukari lo pronuncia: Sinzia Lasta].

A 18 anni andai a Tokio. Sono originaria della prefettura del Fukuoka. Andai a Tokyo per diventare una insegnante di Educazione Fisica ed entrai alla "Nippon Sport Science University". Stavo per raggiungere la qualifica di insegnante di Educazione Fisica, ma per caso andai con un amico a vedere il film di Jackie Chan"Young Master". Pensai che forse sarei dovuta diventare una attrice di film d'azione invece che una insegnante di Educazione Fisica. Pensai che sarei dovuta andare ad Hong Kong.

Dopo aver deciso di diventare una attrice di Hong Kong, cominciai ad allenarmi. Fu così che accadde. Fu al terzo anno della scuola. Dovevo avere circa 15 anni. Mia madre mi disse di imparare un'arte marziale per migliorare la mia concentrazione mentale. Non sarebbe importato se fosse stato judokaratekendoakido o quant'altro, purchè finisse in "do", sarebbe stato buono per la concentrazione, disse. Così, andai a vedere dei dojos [dojo="posto dove si segue la via", il posto dell'allenamento. Da wikipedia: [caratteri giapponesi] comunemente traslitterato come dojo, è un termine giapponese che significa etimologicamente luogo (jo) dove si segue la via (do)]. Il primo fu un dojo di karate. I bambini erano così educati che pensai "Questa è una buona cosa". Il primo stimolo fu di imparare il karate. Quando iniziai ad impararlo, ne divenni sempre più appassionata. Feci moltissimi tornei di karate e la cosa prosegue da allora.

Sono cintura nera, terzo dan, nella disciplina Gojuryu Karate-do.

 

Mi unii all'industria cinematografica e dentro l'industria, quando fui ad Hong Kong, imparai il kung fu, l'aikido o il judo che era necessario per fare quei film. Ho imparato molto delle arti marziali, kendo o cos'altro fosse usato nei films. Quello che si deve imparare nelle arti marziali è qualcosa di spirituale. Riguarda la capacità di focalizzare lo spirito o concentrare la mente. Lo spirito è molto importante nelle arti marziali, ed anche per me personalmente.

 

Lavoravo freelance, così ho avuto occasione di incontrare moltissime squadre specializzate in azione. Quella dalla quale ho imparatro maggiormente è la Japan Action Club. E c'è il signor Wakakoma che mi ha insegnato a combattere con la spada. Mi insegnò un pò di cose.

Essendo interessata ad Hong Kong, ovviamente imparai moltissimo dagli allievi diYasuaki Kurata. Andai a studiare all'Action Club perchè volevo andare ad Hong Kong. Nel frattempo, mi informarono di qualche lavoro in Giappone e mi chiesero di farlo. Così cominciai a svolgere lavori inusuali come stuntwoman. Dovevo saltare dai ponti al posto delle attrici o farmi legare ad un albero. Feci gli stunts, e l'azione mi piaceva molto. Da questa esperienza ricavai molto materiale utile per l'azione.

 

Nelle arti marziali si ha un avversario. Si colpisce, si tirano calci e si prendono colpi dall'avversario. Ma quando si è alla TV - dipende da chi si ha di fronte - potrebbe non essere permesso colpire. Non mi piace sembrare di essere stata colpita. Specialmente alla Tv Giapponese, non è permesso colpire. Ma deve sembrare che si stia colpendo. E' una cosa differente dalle arti marziali. E io spesso li colpivo, anche quando mi stavano scansando. Pensavo

 

"Oh, no, le arti marziali sono le arti marziali, l'azione in Tv è azione. Devo cambiare il mio modo di pensare"

 

Ma quando andai ad Hong Kong mi fu detto che andava bene colpire le persone.

 

"Veramente?"

 

Se avesse fatto male, l'avversario me lo avrebbe segnalato, così potevo colpire con la durezza che volevo. E lo feci. Si ha quella abilità, avendo imparato il karate. Così chiesi

 

"Posso veramente tirare calci?"

 

Ambedue gli opponenti sono esperti di arti marziali. Così l'altro conosce ciò che fa male ed ha un buon senso delle distanze. Certo che fa male, ma è un dolore che si può sopportare per amore dell'azione. In questo modo sullo schermo ci si avvicina alla realtà. Ma non ci stiamo davvero colpendo brutalmente. Ci andiamo piano l'uno con l'altro, ma in Hong Kong ci si avvicina all'evento reale. Pensai "Bene, è così che mi piace".

 

Ad Hong Kong ti avvisano fin da subito che se ti ferisci la colpa è tua. Gli studios sono assicurati ma l'assicurazione è fondamentalmente anche tua responsabilità. Pensano che sia colpa tua se ti fai male. Se puoi farti male, non dovresti fare quella azione. Ti chiedono se sei in grado di farlo o meno. Se dici che puoi farlo, ti permettono di farlo. Se c'è possibilità che tu ti faccia male, non dovresti farlo. Le cose stanno così. Quindi, se ti fai male, nell'industria cinematografica Hongkonghese non fanno un grande trambusto. Penso che ci sia questa differenza nel modo di pensare [tra Hong Kong e giappone]. In Giappone si preoccupano di chi sia la responsabilità, se ti fai male. Si preoccupano moltissimo della sicurezza. Così penso che possa essere difficile per una persona addestrata usare le sue abilità. La prima grande differenza è che in Hong Kong ti permettono di provare delle cose. Se c'è qualcosa che ti piace fare, ti permettono di tirarla fuori. Spesso, in Giappone non permettono niente che non sia scritto nel copione, ma se a Hong Kong dici "Potrei far questo a questo punto", ti chiedono: "Cosa puoi fare?" e tu rispondi "Saltar giù, girarmi e sparare!", ti chiederanno se lo puoi fare e ti lasceranno provare, così il copione potrebbe prendere nuove direzioni. Se il giorno dopo suggerisci di fare le cose in maniera diversa, accetteranno le tue idee. Se è nell'interesse del film, amplieranno la cosa e ti lasceranno sperimentare, sono molto flessibili. Pensai che questo fosse molto differente, che fosse adatto per me. Era qualcosa che mi piaceva.

 

Il modo in cui mi accadde di conoscere i produttori di Hong Kong e Taiwan fu... fin dall'inizio volevo andare ad Hong Kong. Così cercai delle persone a Tokyo che avessero contatti con Hong Kong. Per primo feci visita a Yasuaki Kurata. C'era anche il maestro di Hiroyuki Sanada, una persona di nome Kazuaki Saito. Andai a trovarlo e seguii il suo consiglio su come entrare nel cinema di Hong Kong. Quando mi fu detto dei produttori attraverso queste persone, andai a trovarli e gli mostrai le mie abilità, alle volte nelle lobbies degli hotel. Gli diedi la mia dimostrazione, ed un produttore se la ricordò. Quindi ottenni un provino per il mio primo film. Fui fortunata ed ebbi un ruolo in Shanghai Express (aka Millionaires' Express, 1986) .

 

 

Yukari ricorda la lavorazione di Millionaire's Express

Recitai in Millionaire's Express perchè volevo apparire in un film di Hong Kong, era il mio sogno. Feci lavori come stuntwoman per due anni prima che il mio sogno fosse esaudito. Stavo aspettando la mia occasione. Mi giunse all'orecchio che stavano reclutando attrici giapponesi. Mi arruolai per il provino. Fui intervistata dal produttore e da altre persone. Il risultato finale fu che ottenni la parte. Fu per merito del provino. Quello che mi fu detto prima che accettassi il ruolo, comunque, fu che sarei stata una maestra di kendo. Quello che chiamiamo kendo è con le spade di bamboo [Yukari mima i gesti]. Pensai che sarebbe stato kendo, così mi esercitai moltissimo. Mi procurai una armatura kendo ed andai sul set, ma quando entrai nel costume mi diedero una spada vera. Pensai che questo non fossekendo, ma una vera battaglia con la spada. Andai convinta che fosse il ruolo di una maestra di kendo, ma si rivelò essere una ninja, era una donna ninja spadaccina.

 

Il modo in cui comunicavo prima di imparare la lingua fu che... All'inizio, pensai di tirare avanti in qualche modo, avevo studiato molto riguardo all'azione e confidavo che sarebbe andato tutto bene. Ma avevo tralasciato di imparare la lingua, pensai che avrei dovuto aver imparato il Cantonese, ma ci fu un interprete nel mio primo film. Parlavo al regista attraverso di lui. Ma sentivo il bisogno di parlare da sola. Fui con Yasuaki Kurata la prima volta. Gli chiesi di insegnarmi qualcosa di utile, e mi insegnò a dire "momantai", che significa "tutto bene". avendo imparato a dirlo, se qualcuno mi chiedeva qualcosa, io semplicemente rispondevo "momantai". Una volta la mia cintura era stata stretta troppo, e volevo dire che non era "momantai", cominciai a dire "no momantai, no!". Dissero "Oh, momantai" e strinsero la cintura ancora un poco. Mentre continuavo a dire "no momantai!" la mia faccia divenne blu. Non potevo parlare, così quando l'interprete non c'era ricorrevo al mero linguaggio del corpo. Volevo dire quello che sentivo ma era difficile farlo trapelare. Quello che è interessante è che quando è tempo per l'azione, tu possa comunicare. Sai quale distanze mantenere, dici che vuoi far questo e che sarebbe utile se loro facessero qualcosa. Se lo dici, quello che vuoi dire si trasmette in qualche modo. Ti fa pensare che se c'è qualcosa nella nostra professione, quello è sensoriale e trascende la nazionalità. Sembrava come se stessimo usando una versione più elevata del linguaggio del corpo, il linguaggio dell'azione. Se capisci qualcosa, pensano che tu capisca tutto, e ti parlano per davvero. Tu non capisci una parola ma dici "momantai" e tutto ti verrà spiegato in seguito. Ti diranno "non l'avevi capito!". Nella tua mente, pensi che la parola "momantai" equivalga alla comunicazione. "Tutto bene, tutto bene!". Stai semplicemente dicendo "momantai" a qualsiasi cosa. Quindi l'interprete viene e ti dice che hai appena detto così e così, e ti rendi conto di cosa significava. Ci furono momenti in cui dissi "momantai" e ci furono fraintendimenti. Volevo capire la lingua, così pretesi di essere in grado di capirla, le cose alle volte andarono male ma non accaddero mai grossi disastri.

 

La persona [del cast]che più mi attraeva era Yuen Biao. Il primo film che vidi fu "Young Master" con Jackie Chan. Quando vidi i movimenti che Yuen Biao compie in quel film, mi accorsi che conosceva la ginnastica e le arti marziali. Prima di imparare il karate, mi ero dedicata anche alla ginnastica. Aspiravo anche a tirar calci mentre facevo una capriola su una sedia. Quando vidi i movimenti di Yuen Biao, pensai "E' proprio questo!". Yuen Biao era il mio idolo. Poi ci fu Sammo Hung Kam-Bo, il primo regista con cui lavorai. E' anche un attore. E' rimasto il mio regista preferito fino ad oggi.

 

La prima volta che lavorai per lui come regista fu in Millionaire's Express, i film diSammo Hung Kam-Bo che avevo visto in precendenza erano commedie. Pensai che fosse pieno di umorismo, divertente; la mia impressione fu che fosse spensierato, ma si rivelò essere molto severo sul set. Diresse con grande cura e l'immagine di commedia si rivelò completamente sbagliata, pensai che fosse una persona che potevo rispettare e veramente arrivai ad apprezzarlo come regista. E' molto intelligente e afferra le cose velocemente. Può fare film seri allo stesso modo delle commedie. E' un regista bravo e intelligente per il quale si prova rispetto. Tutti loro... non c'è solo un regista. C'è Sammo Hung Kam-Bo e ci sono parecchi direttori dell'azione e altri direttori. Non si tratta solo della sua opinione, gli altri direttori gli dicono la loro opinione o parlano a noi. Quindi c'è la crew, gli addetti alle luci ed i cameramen. Conoscono bene le loro arti marziali. Dicono anche loro se è andata male, non solo il regista. Il tipo delle luci dice "potrebbe essere meglio se tiri calci in questo modo", o cose del genere. Quindi pensi: "Hey, chi diavolo sei tu?" Tutta la crew ama i film d'azione, gli addetti alle luci ed i cameramen conoscono le arti marziali, tutti loro dicono il loro parere e cosa fare. Quello che il regista diceva più spesso era sull'espressione, non era soddisfatto con un semplice sguardo severo, gli dicevo che non potevo rendere la faccia più terrificante. Ma egli insisteva: "di più, di più, di più!" Continuavano a chiedere di filmare di nuovo, ancora ed ancora. Quando ci riuscivo, dicevo

 

"Non posso farlo meglio!",

 

e finalmente dava la sua approvazione. Voleva lo sguardo severo e un pò freddo. Molto affilato... come la parte da taglio di una spada giapponese. Estremamente netto... come vuoi chiamarlo? Un bordo affilato. E quindi mi chiedeva di tirar calci davvero duramente, andava bene colpire gli altri, erano specificamente preparati per questo. Mi disse di colpire davvero duro e non di simulare. Avendo praticato karate, gli dissi che era pericoloso, ma disse che andava bene e che se ne prendeva lui la responsabilità. Ci sono persone che ho colpite che si ruppero mandibola e denti. Mi scusai sinceramente. Alla fine mi sentivo spaventata e non riuscivo più a tirare calci. Quando accadeva così, il regista avrebbe detto che era OK, perchè voleva fare un buon film. Mi disse di farlo per davvero e che lui avrebbe stabilito quando io non avessi potuto. Dissi "Capisco", mi era stato detto di colpire le persone per davvero, e di farlo in modo sempre più netto. Stavo recitando e facendo le scene d'azione e mi venivano dette queste cose ogni giorno.

 

Le mie impressioni di Yasuaki Kurat, che interpretò un samurai in Millionaire's Express, e Wong-Jin Lee... Fu lui ad istruire il mio maestro. Studiai sotto la guida di un suo allievo. Era stato l'insegnante del mio insegnate ma sul set lo chiamavo "Maestro". Lo seguivo e mi aiutò moltissimo. Fece così tanto per me che mi chiedo come me la sarei cavata senza di lui. Ecco perchè il primo film venne bene. E' come un fratello maggiore, fu il mio superiore nella industria di Hong Kong e mi insegnò moltissimo. Lo rispettavo, ma era come un grande fratello e molto gentile, proprio come un fratello maggiore che si ama.

Wong-Jin Lee fa azione meravigliosa, prendi i suoi calci, per esempio. E' un vero esperto di taekwondo koreano, la sua azione è davvero potente e pensai che avrebbe potuto spaventare, ma era sempre giocoso sul set, e parlava molto giapponese perchè il suo personaggio era giapponese. Diceva "Arigato, arigato", è una persona davvero forte ma è molto gentile. Sentivo che era estremamente forte all'esterno quanto gentile all'interno.

 

Accadde che avessi una spada giapponese, perchè era una spada da samurai giapponese, Sammo Hung Kam-Bo chiese a Kurata e a me come maneggiarla. Ci ascoltò. Diceva "Immagino che si faccia così. Va bene?" e noi dicevamo "Normalmente si tiene così", e lui "Facciamolo, allora."

Capì che sapevamo come usarla perchè eravamo giapponesi, fu molto facile.

In termini di scene d'azione, c'erano alcune cose nuove per me, come scalare un muro. Non ne sapevo niente e lasciavo che il regista mi dicesse ogni cosa. Fu divertente, ed imparai molto.

Penso che non sia stata tagliata nessuna scena, ma ci sarebbe dovuta essere più azione verso la fine. Ma il tempo era scaduto. L'ultima scena d'azione fu accorciata e ognuno pensava che fosse una vergogna, me compresa. Era stata pianificata, nel finale, una scena con tutti e tre. Ma mentre stavamo filmando, si presero le decisioni su chi dovesse combattere ciascun altro. Pensai "Wow, reciterò con Sammo Hung e Yuen Biao?", e la cosa mi fece battere il cuore. Si era ritardato nel filmare a causa di tutta quell'azione, il film avrebbe dovuto esser terminato per il nuovo anno lunare. Nella metà di Dicembre. A causa delle costrizione del tempo, tutta l'azione fu tagliata. Il regista voleva filmare una battaglia finale, sento che mi sarebbe piaciuto farla. Bene, avevamo da rispettare i tempi di produzione, ma sento che mi sarebbe piaciuto, e che sarebbe piaciuto anche al pubblico.

 

Buoni e cattivi ricordi filmando Millionairie's Express?

I bei ricordi riguardano l'azione sul set, tutti i professionisti che c'erano, ed il fatto che ero circondata da stars. Ero l'unica giovane inesperta, e il fatto che io sia stata capace di prendere parte a quel film è un bel ricordo.

Nei momenti di maggior daffare sul set, correvamo perchè il tempo a disposizione stava passando. Eravamo divisi in quattro gruppi e inizammo a filmare l'azione, eravamo divisi nel team di Sammo Hung, in quello di Yuen Biao e così via.

C'era azione dappertutto, l'intero set era pieno d'azione: ovunque ci si girasse, c'era pieno di bella, genuina azione in corso. C'erano quattro gruppi, pensai di trovarmi in un posto meraviglioso. Esserci era profondamente commovente, ero circondata da veterani in Millionaire's Express. La mia impresione di questa fu che tutti amassero quel lavoro, c'erano più di quaranta veterani, io ero l'unica giovane inesperta, l'unica ad essere nervosa. Tutti gli altri si divertivano sul set, il che mi impressionò moltissimo. Vidi che gli piaceva davvero fare film, e volevo fare come loro. Ecco come fu andare ogni giorno al lavoro, quel mese.

 

Ora, le parti dure. Avevo studiato duro per far sfondare nell'industria filmica di Hong Kong, questo fu il momento in cui il mio sogno fu esaudito, il mio sogno di recitare con il mio grande eroe, Yuen Biao. Quando un sogno viene esaudito, chiedi a te stessa "Ed ora?". Avevo realizzato il mio sogno in Millionaire's Express, ed ero confusa. La vera esperienza di realizzazione del sogno non è difficile, ma in qualche modo amara. Pensavo a cosa avrei fatto. Vidi il film solo molto tempo dopo. Veramente vedere Millionaire's Express su uno schermo tv, avvenne molto tempo dopo. "Oh, ecco che cosa riguardava il mio ruolo. Quella era la storia". Non l'avevo capito prima di vedere il tutto unito insieme e finito, a causa del fatto che ti dicono solo quello che dovrai fare quel dato giorno, non mi avevano raccontata l'intera storia. Penso che questo accada spesso nei film di hong Kong, il regista e gli attori principali conoscono la storia, ma non dicono tutto a noi attori. Questo perchè la storia può mutare e se è probabile che possa diventare un successo, c'è la preoccupazione che possa essere rubata ed usata da qualcun altro.  E' così che lavora il sistema, quindi di solito non ti raccontano la storia. E' un sistema in base al quale ti vengono date istruzioni solo di giorno in giorno. Ricordi di aver fatte cose diverse in giorni diversi, ma non sai a quale punto particolare si possa trovare nella trama. Magari pensi: "Hanno detto così quella volta". A causa delle battute puoi indovinare se sei una brava o una cattiva persona, ma non lo sai di sicuro. Quando vidi il film in cui avevo recitato... "Oh, ecco cosa voleva dire quella cosa!" Perchè ero stata legata e appesa? Mi chiedevo perchè. Quando vidi il tutto unito insieme, lo capii. Vedendo il film, abbracciai una nuova prospettiva.

Naturalmente Millionaire's Express fu il mio debutto, ero circondata da professionisti ed ero l'unica che non avesse mai recitato prima. Questa cosa sembra aver lasciata una impressione sui produttori e gli altri osservatori, perchè mi fu offerto di recitare immediatamente dopo.  Il mio primo film mi procurò delle opportunità. Ora sono venti anni che lavoro, ma ancora oggi penso di esser stata fortunata ad ottenere un ruolo in quel film.

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