Ci sono delle realtà cinematografiche, spesso sconosciute alla massa, che a causa di intoppi burocratici rischiano di veder collassare il proprio sistema produttivo, un indotto che genera occupazione e creatività.
In un mio precedente post (qui), vi avevo già parlato di una “visita” veloce per set e progetti cinematografici palermitani, esaltando la nuova stagione di vitalità di cui Palermo sta godendo.
Al di là dei set indipendenti, esiste anche una grossa realtà legata alla settima arte, CineSicilia (o Sicilia Film Commission), che rischia oggi di vedersi bloccata.
“Quattro bandi lanciati lo scorso novembre da CineSicilia sono stati annullati perché scritti male e per una tardiva nomina della commissione di valutazione.
Proprio così: dalla Regione – socio unico – ammettono che quegli avvisi presentano “incongruenze ed errori” e ciò li metterebbe “a rischio di numerosi ricorsi”. Non solo: per oltre quattro mesi CineSicilia, presieduta da Davide Rampello, ha atteso la nomina del nuovo consiglio di amministrazione da parte del governatore Raffaele Lombardo (avvenuta ad inizio aprile) e questo ne ha di fatto paralizzato l’attività amministrativa.
Ma il milione di euro a disposizione non andrà perso, sono annunciati nuovi avvisi che “probabilmente entro la fine dell’anno saranno ripubblicati”, come assicurano dalla Regione.” (Giornale di Sicilia, 16/11/2010).
Il risultato è che, ad oggi, CineSicilia e le sue produzioni sono in fase di stallo. I quattro progetti riguardavano co-produzioni sulla storia del cinema in Sicilia, co-produzioni di documentari dedicati alla storia del cinema, collaborazioni per indire festival cinematografici e fondi per permettere ai film in produzione di partecipare a vari festival in Italia.
Ma cos’è CineSicilia?
Cinesicilia srl è una società in house (la maggioranza del capitale sociale appartiene a soggetti pubblici) della Regione siciliana, viene costituita nel 2007 per disporre di uno strumento agile ed efficace nel settore della promozione, valorizzazione e realizzazione dell’attività cinematografica, audiovisiva e dello spettacolo dal vivo in Sicilia.
Dal 2007 ad oggi, ha già finanziato e co-prodotto i seguenti titoli cinematografici, oltre a due stagioni della soap Rai Agrodolce:
· I Vicerè;
· Tutte le donne della mia vita;
· Caravaggio;
· Baaria;
· Malavoglia;
· Giovanni e Paolo e il mistero dei pupi di Rosalba Vitellaro e Alessandro Viola: cortometraggio animato di 26 minuti sulla storia di Falcone e Borsellino: Negli anni ‘50 a Palermo due amici e compagni di scuola, Giovanni e Paolo, cercano con l’aiuto di altri compagni di liberare dal Male oscuro la loro città e i suoi abitanti, improvvisamente diventati cinici e violenti dopo aver incontrato il Mago Nivuru che ha tolto loro l’anima. Una metafora delicata che affronta il tema della mafia, senza trascurare effetti umoristici ma anche approfondimenti sui difficili temi dell’omertà e del bullismo. La solidarietà e l’unione del gruppo, come accadde nel Pool antimafia, darà i suoi frutti. Giovanni e Paolo liberano le anime dei cittadini e si godono la festa di Santa Rosalia da veri eroi.
Interessanti appaiono i progetti in fase di lavorazione (alcuni già pronti e in attesa di distribuzione), spaziando da Crialese a Maresco, senza dimenticare di investire sui nuovi autori.
Eccone un quadro sinottico:
· Io sono Tony Scott di Franco Maresco: Franco Maresco racconta Tony Scott in un film che celebra “il più grande clarinettista del jazz”, ma al tempo stesso compiange un uomo dallo spirito libero, in controtempo rispetto al pensiero dominante e per questo dannato e relegato ai margini della vita culturale italiana.
Tony Scott visse in Italia, dalla fine degli anni ’60 fino al termine della sua vita, dopo aver toccato quasi tutti gli angoli del pianeta, alla scoperta di nuove sonorità. Scelta incomprensibile quella di vivere nel nostro paese dopo aver raggiunto l’apice del successo accanto ai più celebri artisti del jazz, un impulso autolesionista, probabilmente, che spesso accomuna i più grandi interpreti del genere, Charlie Parker su tutti.
Franco Maresco dà sfogo all’ironia che caratterizza il suo discorso e ci descrive la barbarie che ha mortificato la cultura del nostro paese a partire dagli anni ’60 e che “fece fuori” un uomo dal talento artistico ineguagliabile. Tony Scott è oggi il simbolo di tutti gli artisti che sono stati vittime dell’indifferenza e dell’emarginazione dalla vita culturale italiana.
· Miricano, dalla strada al ring di Gaetano Di Lorenzo: storia di Pino Leto, pugile palermitano del quartiere della Vucciria che dopo un'infanzia di stenti e sofferenze nella Palermo degli anni '70 riesce, grazie alla passione e alla determinazione, ad affermarsi come uno dei migliori pugili italiani.
· Mille chitarre in cerca di successo di Mario Bellone: il documentario ripercorre a creazione e la formazione di circa trecento gruppi musicali pop attraverso i quali i giovani dell'epoca intravidero la possibilità di un riscatto sociale ed artistico che permettesse loro di uscire dalla loro condizione sociale ed economica. E mentre in Italia si affermavano gruppi musicali quali i Camaleonti, Lucio Dalla, i Nomadi, i Giganti, solo per citarne alcuni, a Palermo si tifava per il Clan 712 di Renzo Meschis e Ninni Giacobbe che si esibivano nelle discoteche più di moda, i Moderns di Boris Vitrano, Doruccio Cammarata, Manlio Salerno, il più forte gruppo beat, i Cinque 67 di Pippo Neglia, i Gattopardi di Michele Tutone e Franco Zacco. Si vuole dunque raccontare la Palermo di quegli anni, le contraddizioni, la lotta pacifica pop e narrare l'avventura di quei giovani che compravano a cambiali un amplificatore e che attraverso la musica conoscevano gli studenti ed insieme sperimentavano un nuovo modo di stare insieme.
· L’isola in me di Ludovica Tortora de Falco: il documentario riscopre la voce preziosa di Consolo attraverso i suoi testi e le immagini della sua Sicilia, dalle profondità del Mito dell’isola, emerge una lettura lucida della Storia siciliana, italiana dal Dopoguerra ad oggi: l’emigrazione verso il Nord, la vita dei minatori delle zolfare, la fine del mondo contadino, l’industrializzazione e le devastazioni del territorio, i terremoti e le selvagge ricostruzioni, le stragi mafiose di ieri e di oggi. Una storia che lo scrittore stesso ha vissuto in prima persona, condividendola con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani (Moravia, Levi, Pasolini, Sciascia).
· Isola nuda di Debora Inguglia: il film racconta come nel 1939 a Catania un gruppo di omosessuali veniva prima arrestato e in seguito sottoposto a una serie di interrogatori e di umilianti ispezioni corporali condotte sulla base di supposizioni scientifiche che, dalla fine dell' 800 in poi, avevano tentato di definire l'omosessualità come una patologia riconoscibile attraverso esami clinici. I circa quaranta Catanesi venivano quindi spediti al confino comune sull'isola di Ustica. Intanto, non solo a Catania ma in tutta l'Italia, un crescente numero di omosessuali veniva mandato in varie località di confino nel tentativo di arginare quello che era ritenuto come un pericolo incombente per la morale nazionale e il disegno fascista della creazione di un uomo nuovo dedito ai valori della famiglia e dello stato.
· Il pane di San Giuseppe di Stefano Savona: questo non è un film ambientato in Sicilia, ma un film in cui la Sicilia diventa soggetto. Un viaggio lento per paesi e comuni che segue le stagioni, e una traccia: il cibo, cordone ombelicale tra l’uomo e la sua terra. Diverse voci, declinate in vari accenti e toni, parlano di piatti, ricette e pratiche tradizionali. Gesti quotidiani che diventano racconti di vita, nell’unicità e preziosità della narrazione individuale. Una storia intima del territorio e al tempo stesso una fotografia della sua vita attuale e delle sue evoluzioni temporali. Un film di voci, paesaggi e incontri, in bilico tra presente e memoria.
· 900 – Memorie siciliane di un secolo di Giuliana Del Punto: Il progetto intende creare una rappresentazione della vita quotidiana in Sicilia nel ‘900, con uno sguardo composito che spazia dal documentario d'archivio, ai filmini amatoriali, fino alla produzione di filmati originali. Sarà presentato al pubblico attraverso l'installazione di un percorso espositivo itinerante che si realizzerà inizialmente nella città di Palermo. Il progetto vuole essere un tributo alla memoria ed al patrimonio storico e culturale della regione e un mezzo per la sua conoscenza e diffusione, che evidenzierà la crescita sociale e culturale dell'isola. L’allestimento sarà curato in modo da favorire la totale immersione cognitiva ed emotiva nelle installazioni del percorso espositivo, creando così un immediato coinvolgimento da parte dello spettatore. La Sicilia si racconterà quindi attraverso foto d'archivio e filmati, molti dei quali inediti, e la mostra esibirà anche immagini d’autore di fotografi e fotoreporter siciliani, alle quali si accosteranno fotografie e filmati amatoriali, segno di una partecipazione attiva da parte dei comuni cittadini nella ricostruzione iconografica della propria identità.
· Un burattino di nome Pinocchio di Enzo D’Alò: il regista italiano di film d'animazione più noto a livello internazionale (La gabbianella e il gatto), il film ripropone la vicenda di Pinocchio, una delle fiabe italiane più conosciute. (In preparazione).
· Transeurope Hotel di Luigi Cinque (vedi qui).
· Ti ho cercata in tutti i necrologi di Giancarlo Giannini: la storia, ispirata a una vicenda realmente accaduta, di un italiano rifugiatosi in Canada dopo un incidente avvenuto quando faceva il tassista. Nella sua nuova vita l'uomo si occupa del trasporto dei defunti al cimitero con il suo carro funebre e cerca di sopravvivere sfidando le difficoltà con fiducia ed energia. Quando finalmente, dopo aver dato un passaggio a una misteriosa giovane donna, troverà l'amore finalmente vivrà storia di passione assoluta. Protagonisti: Giancarlo Giannini e Murray Abraham (In preparazione).
· Scossa di Andrea Frezza , Ugo Gregoretti , Carlo Lizzani , Francesco Maselli , Nino Russo: cent’anni fa un tremendo terremoto, e un successivo ed altrettanto tremendo maremoto, devastarono e in gran parte distrussero Messina e Reggio Calabria. Le città dello Stretto. Centomila morti.
Il progetto ha preso avvio da una ricerca minuziosa sulla memoria collettiva, sulle testimonianze rintracciabili sui giornali di “allora”, oppure diaristiche, o fotografie, o ancora tramandate - anche oralmente di padre in figlio – di vittime, di sopravvissuti, di soccorritori.
Il film si propone di riunire cinque “sguardi interpretativi” particolari, tradotti in cinque racconti filmati da cinque registi italiani strettamente connessi, peraltro, dal comune, insieme umile e ambizioso intento di interpretare – ciascuno a suo modo – un singolo aspetto particolare della catastrofe. Cast: Lucia Sardo, Tony Sperandeo, Lorenza Indovina, Luca Lionello e Massimo Ranieri. (In preparazione).
· Rosa Balistreri, la cantante di Licata di Nello Correale: è un musical in cui ogni capitolo della vita di Rosa Balistreri verrà introdotto dalla performance di una cantante o di un gruppo musicale che hanno ripreso le canzoni della Balistreri e che ad essa ancora si ispirano (da Carmen Consoli ad Etta Scollo, Enza Lauricella, Rita Botto). Ogni canzone darà il la ad un episodio della vita artistica e personale della cantautrice di Licata o ad un tema: l’emigrazione, la mafia, il lavoro sfruttato, l’amore molestato, le donne liberate e allo stesso tempo racconterà un momento della storia sociale e culturale della Sicilia, quando i protagonisti si chiamavano Sciascia, Guttuso, Consolo, Buttitta. (In lavorazione).
· Ninnarò, il presepe raccontato di Vincenzo Pirrotta: è un atto di fede offerto dalla Compagnia del Teatro Ditirammu, ad un avvenimento che rappresenta il memoriale della nascita di Gesù. Il testo è una composizione di Rosa Mistretta e Vito Parrinello. Dal 1995, va in scena ogni anno con poche (affollate) repliche, riprendendo così, la celebrazione di un rito popolare. Liberamente ispirato al ‘Vangelo secondo Luca’ e al repertorio musicale popolare, Ninnarò trova la sua sintesi nei “sunatura”, cantastorie spesso ciechi, che sin da epoche remote e fino a alcuni anni addietro, raccontavano, durante l’anno, fatti ed avvenimenti secondo un antico “almanacco” di usi e costumi popolari. I “sunatura” cantano la "novena" per la nascita di Gesù e “Turidduzzu”, un infantile sacrestano contastorie, accende le nove candele che per nove giorni ripercorrono le ‘parti’ che precedono la nascita di Gesù. Turidduzzu è l’immaginario popolare che spesso, umanizza il sacro e lo raffigura con forte rapporto al quotidiano ed infatti, il suo poetico racconto, assume toni fantastici e privi di tempo. (In preparazione).
· Nella terra del caos di Alberto Castiglione: il documentario è imperniato sul carteggio di fine '800 tra un giovane Pirandello ed un amico fraterno, Giuseppe Schirò. Attraverso le sue lettere il grande scrittore trasfondeva tutto il proprio amore e legame con l'isola lasciata qualche anno prima: da Porto Empedocle, attraverso Agrigento e sino alle zolfare del nisseno il racconto cinematografico è in realtà un viaggio geografico, poetico e storico nell'isola. (In post-produzione).
· Matar es mi destino – Storie di film e di uomini di Giovanni Massa: Matar es mi destino – frase che muove dal titolo spagnolo dell’ultimo film del regista Pino Mercanti - è la storia di una cinematografia scomparsa, quella siciliana del dopoguerra. Una storia che mette insieme ricordi di famiglia e ricerca storica, scavo antropologico nel cinema italiano degli anni ’40, ’50 e ’60 e inchiesta psicologica, con la messa in scena di repertorio e riprese originali, brani di film e interviste, vecchi super8 e cinema digitale e con un andamento per incursioni avanti e indietro nel tempo. Il regista in questione – Pino Mercanti – girò tra gli anni ’30 e il 1970 qualcosa come 22 film e un numero imprecisato di documentari, collaborò alla ricostruzione dell’Italia del dopoguerra partecipando – insieme a tanti altri registi, altrettanto dimenticati – a quell’enorme lavoro di documentazione e propaganda che fu la serie di documentari realizzata su iniziativa del Dipartimento Informazione Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri voluto da Alcide De Gasperi e – cosa forse più importante di tutte, contribuì a creare una diffusa sensibilità al cinema di genere, realizzando sia film che oggi definiremmo “d’autore” (Malacarne, I cavalieri dalle maschere nere, Agguato sul mare, etc.) sia film di “cappa e spada”, d’avventura, western, musicali (negli anni ’60 noti come “musicarelli”). Il suo ultimo film era un gangster movie e si intitolò The Underground (1970) (in Spagna – paese co-produttore – uscì col titolo Matar es mi destino). Ma l’interesse particolare del cineasta e dello storico, relativamente all’opera di Mercanti, risiede anche nell’utopia che animò la sua vita: quella di creare un cinema tutto siciliano, sia per contenuti che per location per produzione e per scrittura, per finanziamenti e per attori, per maestranze e per registi. Attraverso le testimonianze e il commento fuori campo, il repertorio e le riprese originali, i documenti e la ricostruzione, viene rievocata la storia degli uomini che furono protagonisti di quella stagione del cinema, in un contesto di profonde trasformazioni sociali (l’Italia tra gli anni ’50 e la fine degli anni ’60) che avrebbero segnato la nostra storia. Nel film, già pronto e in attesa di distribuzione, recita anche il grande Tiberio Murgia recentemente scomparso.
· Land Side Comiso di Nello La Marca: documentario sulla cittadina di Comiso, in provincia di Ragusa;
· La scomparsa di Patò di Rocco Mortelliti: da un romanzo di Andrea Camilleri. Vigàta, 21 marzo 1890: il ragioniere Antonio Patò, direttore della locale sede della "Banca di Trinacria", funzionario irreprensibile, marito integerrimo e padre amoroso, è scomparso nel nulla durante la sacra rappresentazione del Venerdì Santo, nella quale interpretava il ruolo di Giuda. Che fine ha fatto? E' morto? O si è voluto nascondere? E soprattutto, perché è scomparso?
· Il gioco di Adriano Giannini: Sicilia, luglio 1943. Su una spiaggia sette ragazzini sono impegnati in un gioco da loro ideato. È una scommessa, si puntano soldi, chi vince prende tutto. Un’ avventura che rapisce per intere giornate i nostri protagonisti nella magia di una misteriosa attesa. Cosa aspettano? Cosa cercano? Perché quell’inusuale rito preparatorio?
Quale creatura vogliono attrarre? I giorni si susseguono ma nulla accade…Escluso dal gioco, Gennarino, il più piccolo del gruppo, osserva in disparte. È proprio lui però che sembra custodire la soluzione del gioco. Tra lo stupore e la rabbia dei giocatori sembra chiarirsi il mistero dell’attesa…
· Con gli occhi di un altro di Antonio Raffaele Addamo: Peppino Gagliano è un criminale assoldato da un misterioso mandante per uccidere un giudice. Quello che avrebbe dovuto essere per lui un omicidio di routine segnerà invece inaspettatamente il suo destino: l’incontro col giudice lo costringerà a un faccia a faccia con la sua coscienza che lo porterà inevitabilmente verso l’autodistruzione. Dopo questo incontro Gagliano non potrà che guardarsi con altri occhi. Avendo ucciso il mandante dell’assassinio del giudice, andrà consapevolmente verso la morte che arriverà per mano di un altro sicario, pronto a sostituirlo nell’organizzazione mafiosa. Al giudice e ai suoi uomini non resta che abbandonare la vita con la serenità dei giusti affidando il proprio testamento spirituale all’unico personaggio femminile che rappresenta la Sicilia ma anche la morte, la coscienza e la speranza. “Con gli occhi di un altro” è dedicato a tutti i giudici e a tutte le scorte caduti per mano mafiosa.
· Fughe e approdi di Giovanna Taviani: un viaggio su una tartana dalla vela rossa attraverso le isole Eolie, luoghi di espatri e emigrazioni tra Ottocento e Novecento, per raccontarne le fughe e gli approdi tra immaginario e realtà. Traghettatore del viaggio è Franco “Figlio d’oro”, un ex pescatore originario di Lipari. E’ lo stesso traghettatore che nel film Kaos, del 1984, accompagnava, con la sua tartana dalla vela rossa, una madre e i suoi figli in esilio verso Malta, dove andavano a raggiungere il marito fuggito alla persecuzione dei Borboni. Lo stesso marinaio che, nella sequenza finale, invitava i bambini in fuga a fare sosta nella spiaggia delle sabbie bianche. Franco Figlio d’oro è il tramite tra la troupe e gli abitanti di Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli e Panarea.
Da sempre le Isole Eolie sono state terre di fughe e di approdi. Di qui fuggivano i cavatori della pomice, per difendersi dal “male di pietra”, la silicosi. Se ne andavano gli isolani di Stromboli, Salina, Panarea e Vulcano, che emigravano per fuggire il fuoco dei loro vulcani o l’attacco della filossera sulle loro vigne, i loro capperi, il loro grano. E fuggivano i confinati politici racchiusi nel castello di Lipari, come Emilio Lussu e Carlo Rosselli che, una notte d’estate, misero in atto una delle fughe più beffarde contro il regime fascista. Ma furono anche, queste, isole di rifugio e di approdo. Qui tornavano i novelli sposi emigrati nel mondo per conoscere le giovani mogli sposate per procura. Vi approdavano i personaggi legati alle pieghe oscure della politica in Europa, che si nascondevano ai piedi dei vulcani per cercare un nuovo modo di vivere. E vi approdavano anche i grandi maestri del cinema, che qui misero piede per accendere le loro fantasie: Roberto Rossellini (Stromboli. Terra di Dio), Michelangelo Antonioni (L’Avventura), i fratelli Taviani (Kaos), Dieterle (Vulcano), fino al Troisi di Il postino e al Moretti di Caro Diario.
Nel documentario si ripercorrono quei film e quei luoghi attraverso le testimonianze della gente che partecipò alla guerra dei due vulcani tra Ingrid Bergman e Anna Magnani; che vide Monica Vitti e Lea Massari perdersi sullo scoglio di Lisca bianca; che aiutò Nitti e Rosselli a fuggire di notte dal porto di Marina Corta. Le storie vissute, gli esili, le partenze, gli arrivi e i ritorni, narrati direttamente dai testimoni delle isole, si confondono con le storie dei loro padri e dei loro nonni, ritratti a loro tempo nei grandi documentari di De Seta e della Panaria, che per primi misero piede su queste isole vulcaniche e ne narrarono il fascino e l’orrore. Di volta in volta le immagini del viaggio dissolvono nelle immagini dei film, in un unico impasto tra realtà e finzione, dove le storie reali anticipano le storie immaginarie e le storie immaginarie anticipano quelle reali.
· Avanti musica di Jean Pierre Sinapi: Può la musica rappresentare un pericolo per un regime? Forse sì, se Dante, Guido ed i loro amici sembrano avere così tanti problemi a metter su una piccola orchestrina jazz nella Palermo del 1937. Dopo aver scoperto l’esistenza di questo particolare tipo di musica, guardando un brano di un film con Louis Armstrong, i ragazzi cercheranno di assecondare questa nuova passione proprio nel momento in cui sono più forti quelle connesse al passaggio all’età adulta. Con l’aiuto inaspettato della tenutaria di un bordello e di una giovane artista di varietà, i ragazzi sembreranno vicini a realizzare il loro sogno, prima di scontrarsi con la dura realtà di un regime violento e repressivo. Nel cast: Elio Germano, Francesco Scianna, Cristiana Capotondi, Sergio Castellitto, Lambert Wilson.
· Auguri Don Gesualdo di Franco Battiato: Il film intende unire qualità ed innovazione, ponendosi l'obiettivo di ricordare la figura e l'opera di Gesualdo Bufalino attraverso un mix di immagini di repertorio, testimonianze, interviste e riprese inedite nei luoghi d'elezione dello scrittore comisano. Il documentario prevede la voce recitante di Giulio Brogi.
· Amaro Amore di Francesco Henderson Pepe: L’arrivo nell’isola di Salina di Andrè e sua sorella Camille, provenienti dalla Bretagna, rompe l’equilibrio di un microcosmo…
Il loro sentimento crescerà, verso la natura, verso un solitario isolano, Santino, che attraverso il loro arrivo scoprirà un lato di se stesso che non avrebbe mai pensato di avere. Nel cast Andy Gillet, Stéphanie de Crayencour, Francesco Casisa, Marcello Mazzarella, Sarah Felberbaum, Yorgo Voyagis, Angela Molina.
· L’attesa di Tiziana Bosco: Un uomo, uno straniero, arriva in un paesino sperduto della Sicilia. Sembra che divida il suo tempo fra la camera che ha preso in affitto, una sala cinematografica e una giovane, Lucia, che oltre ad acconciare e vestire manichini da esposizione, fa la professione più antica del mondo. I suoi giorni sembrano scorrere in attesa di tre killer che lo verranno a cercare, ma così non è. Tra una partita a scacchi con la prossima vittima designata e una con il mandante dell'omicidio, la vita del protagonista si scoprirà a poco a poco davanti ai nostri occhi come una moderna tragedia dei rapporti tra genitori e figli, e come una metafora di un'attesa che nel meridione è da sempre rinuncia a prendere in mano le redini del proprio destino.
· Terraferma di Emanuele Crialese: per la terza volta il regista di origini siciliane torna a solcare le acque del basso mediterraneo, Linosa questa volta, per raccontare le tragedie clandestine di poveri emigranti, dei loro corpi disidratati, debilitati da viaggi disumani, a volte inermi in balia delle onde. A fare da contrappunto a questa realtà disumana, la bontà d’animo e la generosità di una famiglia di pescatori che vive un’esistenza relativamente serena e che di fronte alla disperazione cui è costretta ad assistere reagisce con spirito di profonda umanità e civiltà.
"Ernesto è il patriarca di una famigliola ancora dedita alla pesca, dove un figlio è morto in mare e l'altro, Nino, sposato con Maria si è dato invece al turismo, usa la barca per fare i giri dell'isola, balla e canta per i visitatori, vende loro le foto subacquee. Ernesto, invece, vive con la nuora vedova Giulietta e col nipote Filippo e faticosamente tenta di mantenere viva la tradizione. La famiglia di Ernesto resiste, è una delle ultime ad uscire ancora per mare perché in quel patrimonio di valori ci crede ancora. Ma questo crea un contrasto all'interno della famiglia: Giulietta vorrebbe infatti che il figlio frequentasse lo zio per imparare il mestiere che gli darà da vivere in futuro, ma anche quel nonno che rappresenta però un mondo destinato ad estinguersi.
È un film-verità che racconta, in chiave poetica, un dramma economico e generazionale attualissimo, per le piccole realtà isolane come la nostra, dal fermo pesca ai mille tentativi della gente di sopravvivere.
Si intrecciano storie di profughi che vedranno anche Claudio Santamaria nei panni di un finanziere e che innescheranno meccanismi di solidarietà nelle vite dei protagonisti fino a un finale sospeso, rispetto al quale lo spettatore non potrà restare indifferente, ma sarà chiamato a mettersi in gioco"
Nel cast: Donatella Finocchiaro, Mimmo Cuticchio, Beppe Fiorello, Claudio Santamaria, Tiziana Lodato e Filippo Pucillo.
Quale di questi progetti vedrà la luce trovando respiro nelle sale d'Italia? Quanti invece rimarranno un'occasione sprecata di talento?
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