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Breaking bad: una serie di culto
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 Walter White è insegnante di chimica in una scuola superiore del New Mexico che arrotonda lo stipendio lavorando in un autolavaggio. Ha un figlio disabile e uno in arrivo. Quando gli viene diagnosticano un cancro ai polmoni già in fase avanzata, Walter decide di sfruttare le sue conoscenze chimiche per preparare metanfetamine. Nel lavoro si fa assistere da un suo ex studente, tossico e sbandato: Jesse Pinkman. In questo modo spera di guadagnare un bel po’ di soldi da lasciare alla sua famiglia. Ben presto l’avventura prenderà però pieghe inaspettate, trasformando radicalmente l’anonimo uomo comune Walter White.

Il fenomeno delle serie tv americane, riesploso in questi ultimi anni in concomitanza con un cinema sempre più asfittico e moribondo, inizialmente non mi appassionava.

Poi ho incontrato Walter White e ho dovuto ricredermi.

“Breaking bad” (tipica espressione colloquiale del sud ad indicare quando qualcuno, dopo che gli è andato tutto storto, esce dalla retta via) è una serie che ha dello … stupefacente.

Ideata da Vince Gilligan (ha scritto diversi episodi di “X-Files” e “Hancock” con Will Smith), “Breaking bad” è un mix esplosivo ed irresistibile di thriller, dramma, commedia nera e grottesco.

Interpretata da attori di razza (non un volto che sfiguri, nemmeno nei ruoli minori) ha tra i suoi pregi una scrittura sopraffina ed intelligente (ogni elemento e ogni personaggio, anche quelli all’apparenza più insignificanti, trovano nel corso della vicenda un inatteso e sconvolgente sviluppo) e una regia spesso di livello superiore, mai banalmente televisiva.

La quarta stagione, da poco conclusasi negli Stati Uniti, dopo i primi episodi decisamente interlocutori, ha un crescendo di tensione e di sorprese formidabile, a rivelare il volto sempre più mefistofelico del suo protagonista (un Bryan Cranston da Oscar).

Già realizzate quattro stagioni (le prime due trasmesse in chiaro da Rai 4, la terza da AXN), ne è stata annunciata una quinta, l’ultima, di 16 episodi, forse divisa in due fasi.

Davvero difficile stare alla larga di Walter White, uno che di sé dice: “Io non sono in pericolo. Io sono il pericolo!”

Per un cinema che sempre più di rado regala personaggi e storie di spessore, ecco una serie tv che riesce ad appassionare e convincere con uno stile ed un linguaggio moderni ed innovativi.

Qui di seguito il trailer.

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