Sabina Guzzanti ha presentato ieri sera al Festival di Roma, in concorso nella sezione L'Altro Cinema, il documentario Franca, la prima, dedicato a Franca Valeri che era presente sia sul red carpet che alla conferenza stampa. Poiché si replica anche stasera alle ore 22 al Moderno Sala 5, cerchiamo di capire come si sia mossa Sabina nel realizzare il suo sentito omaggio,che fino a ieri si riteneva un work in progress ma che invece è arrivato terminato e ben montato agli occhi del pubblico.
«Più che un film omaggio, è una dichiarazione d'amore. Non vuole essere assolutamente un ricordo del passato artistico della Valeri, ma il racconto, piuttosto, di quanto sia sempre all'avanguardia dal punto di vista creativo. Un ritratto inedito di una grande del teatro e del cinema e della tv che a 91 anni non si è ancora arresa ma, anzi, non ha paura di mettersi in discussione, anche se con fatica».
Ma come è nata l'idea del film?
«Quando Franca ha compiuto 90 anni. Non dimentichiamo che è stata la prima ad essersi scritta i testi da sola. Se faccio questo lavoro credo in parte di doverlo anche a lei». Valeri in un'intervista disse di considerare Sabina la sua erede. E' nata così un'amicizia profonda. «Le ho parlato del mio progetto, che all'inizio era un'idea. Poi ho iniziato a seguirla con la telecamera, a filmarla nella quotidianità. Insieme abbiamo partecipato ad una serie di serate celebrative. Piano piano il documentario ha preso corpo. Quindi l'ho convinta a seguirmi. Insieme siamo andate nei luoghi come il Teatro Valle. E così Franca Valeri, a 91 anni, ha fatto la sua prima occupazione. Poi siamo state insieme all'ex teatro Cinema Palazzo a San Lorenzo» per sostenere la battaglia di ragazzi, studenti ed abitanti della zona che si oppongono all'arrivo di un casinò, ovvero videopoker e slot machine (nella bella struttura di piazza dei Sanniti, che un tempo ha ospitato grandi del palcoscenico come Petrolini e Balzani).
«Essere donna è stato un grande vantaggio perché ero l'unica e questo suscitava molta curiosità intorno a me.
Vedersi è un po' emozionante, e sono grata a Sabina di avermi rappresentata per come sono adesso. Ho sempre avuto una grande stima per questa ragazza, tenacemente attaccata al mestiere come lo sono io. Ci sono nostri colleghi che talvolta osano annoiarsi».
Franca Valeri
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