Il cuore grande delle ragazze, il nuovo film di Pupi Avati, uscirà in sala il prossimo 11 novembre, dopo essere passato in Concorso al Festival di Roma giorno 1 alle 19:30. Ne abbiamo visto già il primo teaser trailer ma per capire di cosa stiamo parlando ci affidiamo oggi direttamente alle parole del cast che, tra una scena e l'altra, racconta in un lungo backstage realizzato dal mitico Dario Amadei (per inciso, è il padre di Aureliano, regista del pluripremiato 20 sigarette) la trama del film e il perché delle scelte effettuate.
La parola a Pupi e Antonio Avati, Cesare Cremonini e Micaela Ramazzotti:
TRAMA:
Prima metà degli anni '30, in una cittadina dell'Italia centrale immersa nella campagna.
La famiglia contadina dei Vigetti ha tre figli: il piccolo Edo, Sultana e Carlino, giovanotto molto ambìto dalle ragazze.
Gli Osti invece sono proprietari terrieri che hanno fatto fortuna e vivono in una casa padronale con le loro tre figlie, tutte da maritare: le più attempate, Maria e Amabile, e la giovane e bellissima Francesca.
Facendo buon viso a cattiva sorte, Sisto e Rosalia Osti accettano che il giovane contadino Vigetti corteggi le due sorelle maggiori con l'intento di sistemarne almeno una.
Inizia un periodo di incontri con le due ragazze nel salotto di casa Osti, turbato però un giorno dall'arrivo improvviso di Francesca dalla città in cui è stata mandata a studiare.
Tra i due è colpo di fulmine. Tutti i piani vanno in fumo: Carlino non vuole più corteggiare le due sorelle bruttine, e Francesca, la perla della famiglia, non vuole sposare altri che lo spiantato contadino.
Dopo l'iniziale contrarietà gli Osti devono cedere: Francesca, disperata, forza loro la mano con tutti i mezzi.
Si prepara il matrimonio, ma nella concitazione che lo precede ci si dimentica di avvisare il prete: tutti gli invitati con l'abito della festa e gli sposi felici di fronte alla chiesa si trovano davanti una porta chiusa! La cerimonia salta.
Passa poco tempo e stavolta tutto sembra davvero pronto per lo sposalizio….
ANTONIO AVATI A PROPOSITO DEL PROGETTO
Questo nuovo film prodotto come di consueto con la nostra DueA è una commedia in cui ci si commuove, ci si intenerisce ma si ride anche tanto. Il progetto si è concretizzato grazie al rinnovamento proficuo della nostra collaborazione con Medusa (con i cui dirigenti abbiamo ritrovato lo stesso affetto e calore di sempre), con la Film Commission delle Marche e soprattutto con la città di Fermo che ci hanno offerto una serie di servizi, ospitalità, trasporti,location e comparse a titolo semigratuito che ci hanno permesso di ammortizzare i costi. È stato decisivo in questo senso l’apporto dell’ex sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio che ci ha sollecitati a lungo perché andassimo a girare in città e nei dintorni dopo il feeling straordinario creatosi grazie a due retrospettive dei film di Pupi organizzate negli ultimi anni.
Mio fratello in questa occasione ha voluto cimentarsi di nuovo con successo con un cinema più a basso costo rispetto agli ultimi tempi, non abbiamo esagerato nelle ricostruzioni in studio, abbiamo preferito riprendere tutto dal vero come una volta con l’apporto decisivo di una troupe ridotta in cui ai collaudati professionisti romani si sono aggiunti diversi giovani locali provenienti da accademie di scenografia o di recitazione desiderosi di affrontare la nostra realtà professionale con insolito entusiasmo.
Per quanto riguarda la scelta degli attori, una nostra collaboratrice di Bologna, Chiara Caliceti, mi aveva comunicato da qualche anno il desiderio di Cesare Cremonini di conoscerci e di far parte dei nostri cast, non solo come attore ma anche come musicista. A me lui era molto simpatico e piaceva molto, poi Pupi lo ha visto casualmente in tv e ha trovato un tale tipo di sincerità e di risposte spiazzanti e carine che si è “innamorato” anche lui. Abbiamo chiamato Cesare e dopo cinque minuti lui era già nel nostro ufficio: è una persona eccezionale, dopo due ore aveva già capito tutto del cinema e lo ha dimostrato in seguito intonandosi facilmente con tutti. Interpreta un “bello” conquistatore ma anche un po’ tontolone, questa cosa gli è piaciuta molto e l’ha sfruttata benissimo in scena recitando con dei tempi comici perfetti accanto a gente esperta come Micaela Ramazzotti che secondo me è la più brava attrice in circolazione oggi in Italia.
Micaela aveva iniziato con noi quando era solo una ragazzina in una piccola serie tv di Rita Vicario per Sat 2000 dal titolo La famiglia Donati, poi ha recitato anche nel nostro La prima volta di Massimo Martella nel ruolo di una tossicodipendente.
In seguito sognava di inserire il nome di Pupi nel suo curriculum e le facemmo fare una “comparsata” ne La via degli Angeli.
Un’ultima citazione poi per Andrea Roncato che da tempo sognava di esser “sdoganato” grazie a Pupi: non solo si è confermato un comico di razza ma si è rivelato anche un grande attore “completo”.
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789 letture, accidenti!!!! ;-)
Dany, ma non si guardano quelle cose... più che il 790, a me fanno paura le 225 condivisioni su Facebook e i 21 retweet :)
Eheh infatti mi è caduto l'occhio subito dopo aver postato, impressionante!!
mmmm....mmmm....sapete tutti che per me il cinema è italiano, a prescindere. Eppure, ma mi auguro di sbagliare, penso che il buon Giuseppe Avati, felsineo, stavolta poteva attendere un pò prima di dirigere un altro film. Con tutte le riserve del caso, "Una sconfinata giovinezza" rappresentava un passo in avanti notevole, il ritorno all'attualità (per me, oggi, il cinema deve descrivere la realtà circostante, imponendo anche il suo lato provinciale: se l'America ci mostra un'inesistente "Gelido inverno", perchè rifiutare "La bocca del lupo" ?, come ho sentito dire da qualcuno - "ma dove andiamo con 'ste storie di casa nostra ?" -), l'impiego di attori veri, l'uso di spazi topografici necessari e non descrittivi. Qui, invece, e dalle dichiarazioni del fratello mi par di capire che ha fatto "buon uso" della produzione di Eugenio Cappuccio (basso costo, esterni reali, magari anche macchina digitale (???)), si torna ad una storia suadente in tempi in cui la disperazione regnava sovrana, pur se condita da sprazzi goliardici. Fermo (alla maniera di Woody Allen ?...) è dipinta come la Bologna degli anni '30, in altre sue opere, il rapporto padri-figli (come già nel "Figlio più piccolo"....ehm), datato ed esaurito (anche se è il tema preferito di Pupi...mi sa che su di lui potrei scriverci 'na tesi...), mi metterò contro un pò tutti, lo so, ma Cremonini è una scelta erronea (ma non ci sono attori in Italia?...), che rimanda alla Katia (inutile) Ricciarelli utilizzata (male) de "La seconda notte di nozze", dove guarda un pò, Neri Marcorè era un tontolone...Caro Pui, che sei una persona deliziosa, lasciamelo dire, al di là di tutto, lo so che è troppo difficile stare lontani dal set, ma, vado a memoria, i registi davvero passati alla storia (eccetto Kurosawa ed Ozu, intendiamoci) non sono quelli i cui titoli si contano davvero sulle punta delle dita ?
Ps Dimenticavo di ringraziarti, Spaggy: le tue schede sono diventate davvero splendide ultimamente.
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