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Palermo viva: passeggiando tra set e progetti
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Due differenti set di respiro internazionale e un progetto basato sulla tax credit

 

Palermo, città dai mille volti e dalle mille storie, di ville liberty e periferie degradate, di silenzi omertosi e di personalità di spicco, di incroci multiculturali e di nuove realtà artistiche e culturali.

 

È difficile riuscire a definire una città come Palermo a partire dalle opere cinematografiche che la richiamano. Sembra di trovarsi di fronte ad una creatura dalle mille facce: la Palermo povera, ignorante e infima dei film di Ciprì e Maresco (Totò che visse due volte, Lo zio di Brooklyn), la Palermo senza domani dei giovani cresciuti tra criminalità, carcere e violenze (Mery per sempre, Ragazzi fuori), la Palermo senza speranza della mafia e delle sue radici (Il Padrino, Alla luce del sole, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone), la Palermo dalle contaminazioni glocal (Tano da morire, Sud Side Stori), la Palermo dell'estasi visiva con le sue mille location (Il macellaio, Palermo Shooting).

 

Anche in questi giorni Palermo si appresta a ricevere una nuova immagine grazie a tre progetti, di cui due già in fase di produzione e uno in pre-produzione, che mostrano come la città sia ritornata ad essere "viva" dal punto di vista culturale, candidandosi a vera capitale del Mediterraneo.

 

Passeggiando per la città, è facile imbattersi sul primo set, quello del film Transeurope Hotel, diretto dal musicista e scrittore Luigi Cinque. Prodotto dalla MRF5 Film, dalla Rossellini Film Tv e dalla RIOFILM, il lungometraggio si presenta come un'opera che trae linfa dai luoghi in cui viene ambientato: Palermo e Rio de Janeiro. 

Risulta alquanto difficile riuscire a definire il genere di appartenenza del progetto; la sceneggiatura, scritta dallo stesso Cinque con la collaborazione della scrittrice Rossana Campo, ci offre differenti piani di lettura: musicale, con una narrazione di natura biografica concentrata sulle dicotomie centro/periferia, pensiero razionale/pensiero magico e scienza/magia; giallo-noir, con la scomparsa di un musicista e la sua ricerca messa in atto da un gruppo di musicisti; documentaristico, con una Sicilia rappresentata come punto di contatto/discrimine tra oriente e occidente e con un viaggio nella realtà brasiliana, tra ricchezza, povertà e musica, attraverso delle immagini di repertorio (autobiografiche) girate dal regista dal 1993 ad oggi.

Visitando il set, si assiste ad una commistione di suoni che attraversano vari linguaggi musicali, dal jazz all'elettronica, dalla musica contemporanea al rock. Il cast vanta tra gli attori lo stesso Luigi Cinque, Pippo Delbono, Peppe Servillo (fratello di Toni e voce della Piccola Orchestra Avion Travel) e l'intera HypertextO'rchestra, ensamble di diciotto musicisti tra cui il direttore dell'orchestra del Royal National Theatre di Londra.

 

luigicinque.it_offical website

 

 

Peppe Servillo

Transeuropae Hotel (2011): Peppe Servillo

 

 

 

Più classica appare invece la trama di Interno giorno (già Chamber Film), prodotto da Made in Italy e Film Commission Siciliana. La regia del film è affidata a Tommaso Rossellini, classe 1979, figlio di Isotta Rossellini e, quindi, nipote di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini. Nel cast figurano i nomi di Kiera Chaplin (nipote del mitico Charles), Anita Caprioli, Lorenzo Lavia (figlio del regista Gabriele) mentre la protagonista assoluta è l'attrice francese Fanny Ardant.

L'intero film si svolge all'interno di una delle più prestigiose ville di Palermo, Villa Bordonaro, e racconta le vicende di un'attrice, Maria Torricello (interpretata dalla Ardant), che per celebrare il suo nuovo film organizza una cena nella sua dimora.

Il film è una sorta di metafilm: ci conduce dietro le quinte del mondo del cinema, realtà e finzione giocano sullo stesso piano, si interscambiano e diventano quasi indistinguibili. La casa diventa set, sipario accogliente ma anche claustrofobico in cui la diva riflette sulla sua vita tra passato e presente, esperienze lavorative e vita privata, tra limiti imposti, intrecci e ipocrisie.

Visitando il set, si rimane affascinati dalla straordinaria eleganza della Ardant, in simbiosi con gli ambienti della location scelta, e dalla sua disponibilità a mettersi in gioco in un ruolo alquanto difficile, quasi autobiografico.

 

 

Fanny Ardant Film.tv.it

Fanny Ardant. Filmografia completa, immagini, foto e opinioni del pubblico

 

 

Foto dal set di "Interno giorno":

 

Ecco la descrizione di Palermo e del film fatta direttamente da Fanny Ardant al quotidiano la Repubblica - Palermo «Quando stamattina ho aperto la mia finestra e ho visto il mare, questa luce, ho sentito l’aria tiepida, allora ho pensato che certo, questa è la terra degli dèi. Mi piace questa città così piena di vita e di persone, con le palme alte e gli alberi possenti che non mi aspettavo di vedere. Ancora non è una cartolina per turisti, e questo è molto bello per me.

In Sicilia ero già stata vicino ad Agrigento per girare "L’odore del sangue" di Mario Martone. Poi ricordo Segesta vista tanti anni fa, la notte, in mezzo all’erba alta. Mi incuriosiscono gli interni delle case, mi piacciono questi palazzi nobiliari sontuosi, accanto a case piccole, che compongono il tessuto della città».

 

«Quando giro un film non so mai bene spiegare come avviene la recitazione, che è qualcosa che dipende dallo sguardo con gli altri. Poi, dico che non c’è vita riuscita o vita sbagliata, ci sono le vite. La vita è ogni giorno un desiderio e un rimpianto, un combattimento perpetuo e i rimpianti sono fatti eterni nel mestiere dell’attrice, pensare ai falsi amori, alle false amicizie. Ma alla fine di una vita un’attrice non può riflettere su queste cose, meglio dire semplicemente: ho vissuto».

 

La produzione del film ha inoltre invitato a contribuire alla realizzazione del film stesso attraverso un mezzo alternativo, la tax credit.

 

 

Ed è proprio a partire dal concetto di tax credit che nasce il terzo progetto: Ore diciotto in punto, che sarà diretto dal regista Giuseppe Gigliorosso.

Gigliorosso si è diplomato all'Istituto di Cinematografia di Stato "Roberto Rossellini" e da oltre vent'anni lavora in Rai come giornalista-cineoperatore. Dopo aver girato numerosi cortometraggi, più volte premiati, si accinge ora a realizzare, come regista e sceneggiatore, il suo primo lungometraggio, Ore diciotto in punto e per farlo si sta avvalendo di una particolare formula produttiva: una compartecipazione per quote che intende coinvolgere in primo luogo tutti i componenti del cast e della troupe che rinunceranno ad una parte del loro compenso per reinvestirla nella produzione.

Parallelamente è partita la ricerca di soggetti privati o imprenditori che possano partecipare alla produzione, intestandosi delle quote. Infatti, un Decreto interministeriale del 05/07/2009 consente alle imprese che decidessero di contribuire alla produzione di un film considerato a basso costo ma di riconosciuto valore culturale di acquisire un credito d'imposta del 40% delle spese di produzione sostenute.

La storia del film affronta temi universali con il piglio e il ritmo della commedia ma, al contempo, con una grande profondità drammatica, si pone come risposta a tutte le crisi, perché tutte le crisi, pur presentandosi sotto forme diverse, finiscono col diventare crisi dell'anima.

Vari attori della scena palermitana hanno già accettato di partecipare e tra questi spicca il nome di Stefania Blandeburgo.

Ecco come il regista presenta il progetto (si ringrazia la dottoressa Anna Fici per l'autorizzazione a postare l'intervista):

Per tutti coloro che volessero aderire al progetto, segnalo la possibilità di interagire con il regista attraverso la pagina Facebook "Amici di Eikona Film".

 

 

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