Caso più raro che unico, viene da dire: un film vince un festival cinematografico e tre giorni dopo viene trasmesso in televisione. Si tratta di Italy: Love it, or Leave it che ha vinto sia il premio della giuria sia quello del pubblico al Milano Film Festival 2011, conclusosi domenica scorso.
Il documentario, accorciato per la versione televisiva e rinominato Cercasi Italia disperatamente, sarà trasmesso questa sera da Raitre alle 23:55 per il ciclo Doc3.
Diretto da Gustav Hofer e Luca Ragazzi, che già qualche anno fa colpirono per il lavoro fatto con Improvvisamente l'inverno scorso, il film è un viaggio on the road su una vecchia Cinquecento attraverso la penisola, volto a indagare quali sono i motivi che spingono i giovani a rimanere in un Paese allo sfascio o a ricercare fortuna all'estero, procedendo per luoghi comuni da sfatare o immagini sancite nella memoria da anni di rappresentazioni folkloristiche.
«I motivi per lasciare l´Italia, soprattutto per le persone della nostra generazione, sono molteplici e non vale la pena stare qui a ricordarli, ma e´anche vero, che noi tutti troppo spesso ci lamentiamo di qualcosa senza mai veramente rimboccarci le maniche per far sì che le cose possano andare diversamente. Tuttavia, proprio portando in giro per lo stivale il nostro primo documentario avevamo avuto l´impressione che c'è un'Italia nascosta, che non viene raccontata nè dalla televisone nè nei telegiornali, che è di fatto l´Italia migliore, fatta di persone che combattono ogni giorno silenziosamente per rendere questo paese un posto migliore in cui vivere, nonostante la classe politica che lo (mal)governa. Abbiamo voluto renderle giustizia dandole la possibilità, per una volta, di esprimersi con la propria voce», spiegano i due registi che, compagni anche nella vita, ancora una volta trasferiscono sulle scene le loro esperienze dirette.
Nel corso di sei mesi di riprese, tanti sono i temi toccati: dal costo della vita al precariato nel mondo del lavoro, dall'atteggiamento reazionario al baronato del mondo accademico, passando per la mancanza del rispetto dei diritti umani, l'abbruttimento e la mancanza di meritocrazia.
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