Un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela scappare.
Per una sera lasciate pure perdere puffi, contagi, massacri, panda, terreferme e terrestri: oggi, e solo oggi, 20 settembre 2011, verrà proiettato nelle sale di tutto il mondo il documentario “Pearl Jam Twenty”, per la regia di Cameron Crowe.
In Italia l’evento sarà trasmesso nei cinema facenti parte del circuito “The Space”; l’elenco completo delle città in cui sono presenti è consultabile sul seguente sito:
Pearl Jam OnLine News [Italian Version]
E questo è il trailer:
Hey, avete notato chi è che intervista Eddie Vedder nei primissimi secondi?! Eh, due geni a confronto!
Più che un semplice documentario, o una (meritatissima!) celebrazione della gloriosa ventennale attività del gruppo,“Pearl Jam Twenty” (presentato in anteprima all’appena concluso Toronto Film Festival) è un atto d’amore nei confronti di una band che ha saputo conquistarsi di diritto un posto di primo piano nella storia della musica contemporanea. Anzi, l’atto d’amore è nei confronti di tutti. Che siate o meno fan, che abbiate un loro disco oppure no. L’”anima” dei Pearl Jam vibra di pura energia sensoriale e contagiosa nei loro concerti, in cui riversano smisurata passione e competenza, rara abnegazione e potente capacità di infondere autentica eccitazione.
Contemporaneamente al film, sempre oggi, verranno distribuite sia la colonna sonora, comprendente due cd di canzoni (o versioni di canzoni) rare e inedite (in totale ventinove brani), sia un libro omonimo che al suo interno conterrà interviste a veri “pezzi da novanta” come il Boss, Layne Staley, Neil Young.
Ma, lasciate che la poesia scorra.
E’ quasi inutile, e altamente riduttivo, parlare delle immense doti e qualità dei Pearl Jam, del loro rapporto di assoluto (e quasi simbiotico) rispetto con i fan, delle loro strabilianti abilità tecniche.
Una musica, la loro, evocativa e avvolgente, che ammalia e turba, che arricchisce e arde, che fa riflettere e fa godere.
Sia nei pezzi più intimi che nelle furiose cavalcate rock.
E che dire degli innumerevoli progetti paralleli in cui sono stati coinvolti? Qualche nome: Temple of the Dog, Mad Season (col compianto leader degli Alice in Chains, il grandissimo Layne Staley), Neil Young (l’album “Mirror Ball”), Nusrah Fateh Ali Khan (che con Vedder firmò due memorabili canzoni della colonna sonora di “Dead Man Wlaking”). Brividi …
Ma il percorso della grandiosa band è stato tutt’altro che facile, complice il loro atteggiamento fortemente anti mainstream, lontano da mode imperanti (e ignoranti, aggiungo) e dal dorato universo dello star system. Non privo altresì di dure (se non perse in partenza) “battaglie” (vedasi quella contro il colosso Ticketmaster). Questo comportamento, per cui hanno sicuramente pagato in termini di notorietà e ricchezza, li ha portati anche ad avere un controverso rapporto con la stampa, specie proprio quella musicale (il caso, schifoso, del magazine Rolling Stone). Pochissime le interviste rilasciate, questo il risultato. Nell’arco di quindici mesi, tra il ‘93 e il ‘94, ne rilasciarono solo una - e non a caso -, a Cameron Crowe (venduta a Melody Maker), amico di lunga data ed uno dei pochi considerati degni di fiducia.
A Cameron Crowe (che nasce giornalista, nonché vero intenditore, di musica, prima di affermarsi come regista; autore, tra l’altro, dello splendido, e in parte autobiografico, “Almost Famous”), è stato “aperto” lo sterminato archivio dell’intera carriera dei Pearl Jam, composto di diverse migliaia di ore di interviste, live e filmati, anche rarissimi.
Un succulento e imperdibile appuntamento ci attende. Non mancate!
This is for you!
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