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13-20 novembre 2010: 51° festival dei Popoli a Firenze
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Negli anni ’60, il Festival dei Popoli era uno degli appuntamenti clou della stagione cinematografica a Firenze, ospitato in pompa magna nella sala del Teatro della Pergola, che sospendeva per tutto il periodo della sua durata, la sua normale programmazione teatrale. Appuntamento imprescindibile per tutti gli appassionati di cinema. era seguitissimo (soprattutto quelle serale presentavano quasi sempre il tutto esaurito del teatro) fra polemiche e accese discussioni durante le frequenti tavole rotonde collaterali..

Ricordo che quando la disastrosa alluvione del ’66 rese inagibile il teatro  per quasi due anni, la conseguente, inevitabile momentanea trasmigrazione al cinema Ariston meno capiente, provocò grossi problemi all’utenza che per avere il “privilegio” di accedere alle proiezioni, era costretta a sobbarcarsi lunghe ore di coda se non voleva restare “tagliata fuori”. Altri tempi e altre storie si dirà, ma sono stati anni e  appuntamenti stimolanti e irripetibili  per “accrescimento” e conoscenza verso i quali provo u po’ di nostalgia e qualche rimpianto.

Poi lentamente la sua fama si è andata progressivamente appannando, con sedi in continuo mutamento, tanto che a un certo momento si è temuto che fosse anche questa una manifestazione destinata a chiudere prima o poi i battenti, una ipotesi che nonostante la sempre più scarsa disponibilità di fondi erogati dallo Stato, sembrerebbe al momento – e per fortuna, scongiurata.

Negli ultimi anni infatti è di nuovo una manifestazione in crescita, che si sta faticosamente e lentamente riprendendo dal “torpore,”  anche se ancora lontana dai fasti degli esordi ormai credo irrecuperabili.

Organizzata in  molte sezioni  competitive e non quella di quest’anno si articola, per quanto riguarda l’assegnazione dei premi, in due segmenti:  quello dedicato ai lungometraggi (premio miglior film 10.000 euro; premio  miglior regia 5.000 euro) e quello dedicato ai cortometraggi (primo premio 2.500 euro -  secondo premio 1.000 euro) affiancati da altre interessanti sezioni collaterali che in alcuni casi si “intersecano” anche con l’ufficialità delle prime due, soprattutto per quanto riguarda l’assegnazione dei riconoscimenti attribuiti dal pubblico: (Selezione ufficiale stile libero: ovvero presentazione non competitiva di 10 film che contemplano le forme più originali del documentario con una particolare attenzione al contemporaneo; Selezione ufficiale panorama italiano composta da 6 lungometraggi rappresentativi della migliore produzione nazionale dell’ultimo anno, e due retrospettive, la prima dedicata a cinquant’anni di cinema etnografico in Svizzera e nel mondo, dal titolo “Voci da uno spazio interno. Il cinema documentario svizzero:  viaggiatori, militanti e visionari; la seconda, dedicata al cineasta canadese Peter Mettler dal titolo “Epifanie e rivelazioni”.

Su internet è possibile trovare il programma dettagliato e l’intero cartellone delle proiezioni (fra Cinema Odeon e Spazio Uno). Impossibile rendere conto qui di ogni singola opera selezionata, ma mi preme evidenziare  qualche piccola “chicca” sparsa qua e là,  che a mio avviso merita particolare attenzione come:

IL NOUS FAUT BONHEUR di Aleksandr Sokurov e Alerei Jankowski (domenica 14/11 ore 19,00 Cinema Odeon; venerdì 19/11 ore 10,30 Spazio Uno): La storia di una donna russa che, tanti anni fa, decise di trasferirsi in Kurdistan per amore. Fuori dal suo paese, in un luogo lontano, la donna ha resistito al dolore, alla violenza della guerra, all’uccisione dei suoi cari. Ora è anziana. I suoi gesti sono calmi, misurati, carichi di saggezza e determinazione. La sua vita e le sue parole offrono allo sguardo della macchina da presa una figura non omologata, semplice e poetica al tempo stesso, trasparente, eppure carica di profondo mistero.

INTERIEURS DU DELTA di Sylvain L’Esperance (venerdì 19/11 ore 17,15  cinema Odeon; sabato 20/11 ore 10,30 Spazio Uno): La vita di una comunità di pescatori in una congiuntura delicata, tra prezzo del petrolio che cresce e difficoltà nel conservare le tradizioni. Poco distante, il Niger scorre placido e maestoso. Ricorda la grandiosità di una natura che alla fine del film emerge in tutta la sua irruenza on una scena fra le più memorabili. Tra racconto e poesia, un film in forma di dialogo. Dialogo tra due persone, tra un ambiente e i suoi abitanti, tra un filmaker e il suo pubblico).

JU TARRAMUTU di Paolo Pisanelli (domenica 14/11 0re 21,30 cinema Odeon; lunedì 15/11 ore 10,30 Spazio Uno): La notte del 6 aprile 2009 L’Aquila e la vita dei suoi abitanti sono state pesantemente devastate. A partire da quel giorno, il film racconta la città più mediatizzata e mistificata d’Italia, passata dalla rassegnazione alla rivolta attraverso mille trasformazioni, intrecciando storie di persone, luoghi, cantieri, risate di imprenditori “sciacalli” che hanno scatenato la protesta delle carriole, quando il terremoto non faceva più notizia.

WIEGENLIENDER di Johann Feindt e Tamara Trampe (lunedì 15/11 ore 17,00 cinema Odeon; martedì 16/11 ore 21,30 Spazio Uno): Un percorso multiplo e affascinante  lungo le tracce nascoste della memoria. I registi vagano per le strade di Berlino, chiedendo a varie persone quali filastrocche cantavano i loro genitori. Il ricordo dell’infanzia diventa allora lo spunto per un viaggio multiplo, inatteso e intenso, compiuto attraverso le storie e le esistenze degli abitanti di una città. Un ritratto lucido di un’epoca e della sua problematica relazione con il passato, che si rivela uno sguardo acuto sulla contemporaneità.

GREEK SALAD di  Jean-Claude Taki (giovedì 18/11 ore 17,00 cinema Odeon; mercoledì 17/11 ore 10,30 Spazio Uno): Un flusso di parole (tra cui testi di Deleuze e Daney) che scorrono sulle immagini sorprendenti e  mai scontate del film: qualcuno racconta una serie di storie; qualcuno mostra immagini avanti e indietro nel tempo. Tutte le storie e tutte le immagini, hanno a che fare con il cinema, il suo sogno e la sua utopia. Sono gli elementi che costituiscono l’architettura di un percorso affascinante in cui la memoria del Novecento e la memoria del cinema diventano un unico sguardo.

HOLDING STILL di Florian Siegel (mercoledì 17/11 ore 15,00 cinema Odeon; sabato 20/11 ore 10,30 Spazio Uno): Questa è la storia di Janis Sawyer, una donna di Seaside (Florida) segnata da un dolore e da una tragedia inenarrabile. Eppure Janis racconta con voce dolce e serena, il segreto della sua vita. Seaside non conosce il volto di Janis, piuttosto che uscire lei preferisce osservare il mondo esterno da una videocamera di sorveglianza  collegata al suo computer, perché “se rimani ferma abbastanza e osservi un po’, tutto viene incontro a te”.

WHEN YOU’RE STRANGE di Tom DiCillo (sabato 13 novembre ore 21,30 cinema Odeon): Seguendo il filo delle gesta di Jim Morrison, viene rievocata la vita dei Doors, una delle band più influenti della musica rock della fine degli anni Sessanta. Attraverso filmati d’epoca, di repertorio e altri girati direttamente da Morrison, la parabola creativa della band riemerge, portando alla luce documenti inediti e rari come le immagini dell’arresto per atti osceni del cantante durante un concerto. La voce narrante del film, è quella di Johnny Deep.

EL SICARIO ROOM 164 di Gianfranco Rosi (venerdì 19/11 Ore 21,00 cinema Odeon): Città di Juarez, a pochi passi dalla frontiera degli Stati Uniti. Un una stanza d’hotel, vista mille volte in film americani di genere, è il luogo dove si svolge una delle più lucide e agghiaccianti testimonianze che il cinema abbia mai raccontato. Un uomo, col volto coperto da un velo, snocciola la sua vita e insieme quella di un sistema votato al crimine, che ogni anno nel Messico costa la vita a oltre ventimila persone. E’ il sicario della droga su cui il giornalista Charles Bowden ha redatto un reportage molto dettagliato.

LES HOMMES DU PORT di Alain Tanner (venerdì 19/11 ore 15,00 cinema Odeon) : Mentre una lenta panoramica scopre il porto di Genova, una voce-io racconta il passato di un uomo. Ieri, Alain Tanner aveva 17 anni e scopriva un paese di cui amava i film attraverso una città singolare ed in pieno fermento. Oggi, il cineasta ritorna in quella città. Osserva la crisi del porto, con le merci divenute anonime e gli uomini sempre meno necessari. Omaggio all’etica del lavoro, è una riflessione sul tempo. Sul qui e sull’altrove.

SIAMO ITALIANI di Alexander J. Seiler (domenica 14/11 ore 15,30 Spazio Uno): “E’ vero. questo è un film di denuncia. Le condizioni di vita scandalose degli italiani arrivati in Svizzera all’inizio degli anni Sessanta mi avevano colpito”. Con questo film girato nel 1964, Seiler fa entrare il documentario svizzero nell’epoca moderna, un’epoca in cui il cinema – grazie alle nuove tecnologie leggere – permette alle persone filmate di esprimersi direttamente.

SCISSERE du Peter Mettler (giovedì 18/11 ore 15,00 Spazio Uno): Un tossicodipendente, una giovane madre e un entomologo intrecciano inconsapevolmente i loro percorsi esistenziali. Mettler si è ispirato a Bruno Scissere un eroinomane con problemi psichici conosciuto mentre prestava servizio in una clinica di disintossicazione a Münsterlingen, in Svizzera. “Il suo modo di essere mi affascinava profondamente. Il film però non è un ritratto di Bruno, ma una emulazione del suo modo di essere”.

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