Finalmente Venezia apre i battenti al grande pubblico e il Festival vero e proprio può avere inizio, dopo le due preaperture di ieri con Box Office 3D di Ezio Greggio e Impardonnables di André Techiné. In realtà, per la stampa il Festival è già iniziato con la proiezione di alcune pellicole ieri mattina ma le proiezioni aperte al pubblico vedranno oggi la loro partenza.
Ricordando a tutti che già da ieri è on line lo speciale che Film.Tv.it dedica ogni anno alla rassegna, questa vuole essere una piccola guida agli spettatori che sono già al Lido e ai curiosi che vogliono sentirsi parte di ciò che per dieci giorni occuperà le discussioni dei cinefili di ogni latitudine.
Tutto il materiale raccolto qui è reperibile da chiunque girando per il web, niente di esclusivo ma delle linee guide per eventuali approfondimenti successivi a proiezioni avvenute.
Ad aprir le danze alle 13:00 in punto in Sala Darsena sarà per le Giornate degli Autori il documentario Crazy Horse di Frederick Wiseman, che così presenta la sua opera dedicata al celebre e spesso scandaloso locale parigino:
Crazy Horse (2011)
di Frederick Wiseman
«Ho fatto il film per diverse ragioni. Mi sembrava che l’idea fosse divertente e volevo esplorare la differenza tra cabaret e balletto. Ad un livello più astratto, ero molto interessato alle fantasie della gente. Non so se sono in contrasto o meno, ma c’è un ventaglio di fantasie intorno al mondo del cabaret: le fantasie dei proprietari, gli azionisti che vogliono fare soldi esibendo i corpi di belle donne nude; le fantasie degli spettatori che si accalcano per vedere lo spettacolo; e le fantasie delle ballerine che accettano di esibirsi quasi nude in certi numeri e ruoli. Mi interessano tutte queste questioni. C’è anche il fatto che il Crazy Horse non è volgare come lo era il burlesque d’altri tempi; fa “allusione” alla volgarità, e anche questo è un elemento interessante.
Al Crazy Horse non siamo lontani dalla parata militare quando le ballerine, come delle marionette viventi, si muovono all’unisono, si allineano e marciano letteralmente come dei soldatini. E questa “parata di guerra” è interamente pensata per suscitare meraviglia, effetto spettacolare, erotismo. C’è qualcosa di affascinante e divertente allo stesso tempo».
Alle 16:30, sempre in Sala Darsena e ancora per le Giornate degli Autori, appuntamento con il cortometraggio realizzato per Pasta Garofalo Di là dal vetro, scritto e interpretato dallo scrittore Erri De Luca e diretto da Andrea Di Bari, che così lo racconta:
Di là dal vetro (2011)
di Andrea Di Bari con Erri De Luca, Isa Danieli
«Un figlio, una madre, la cucina di una casa di campagna col camino acceso, un mazzo di carte, una bottiglia d’acqua…
Un figlio ormai “maturo” e una madre che c’era e ora non c’è più, che torna anche solo per una notte, per un contatto “ancora”. A un tratto l’illusione (forse la certezza?), percepita dal protagonista attraverso la trasparenza della luce dell’alba “al di là dal vetro”, che la vita possa darci ancora qualche momento di vero calore, nonostante l’inesorabile passare del tempo, segnato simbolicamente dal fuoco che lentamente si spenge nel camino di casa.
Dare “emozioni” con un cortometraggio è impresa ardua: io ci ho provato grazie anche alla consumata esperienza di cinema e teatro di un’intensa Isa Danieli e alla prima prova di Erri De Luca da attore protagonista, che in più di una scena recita usando solo il corpo, le mani, il viso, i suoi profondi occhi chiari.
Ho cercato, con tutta la creatività che mi era possibile, di mettermi al servizio dei sentimenti di Erri dando forma al suo profondo rapporto con la madre scomparsa due anni fa e forte anche di una sincera amicizia che dura ormai da quindici anni».
Segue immediatamente dopo la proiezione dello shockante Love and Bruises di Lou Ye, interpretato dall’esordiente Corinne Yam, affiancata dal lanciatissimo profeta Tahar Rahim, e tratto da Puttana, autobiografia della scrittrice Jie-Liu Falin, che è stata bandita dalla Cina per la tematica trattata:
Love and Bruises (2011)
di Ye Lou con Tahar Rahim, Corinne Yam, Jalil Lespert, Vincent Rottiers, Sifan Shao, Patrick Mille, Lika Minamoto, Adele Ado, Zhang Songwen
«Mi interessava raccontare l’amore da una prospettiva femminile e il romanzo ben si prestava alla realizzazione. Non si tratta di un film psicologico, però: ho voluto conservare quegli elementi di mistero che caratterizzano l’opera in modo che ogni spettatore prenda una sua posizione, tanto che i personaggi principali hanno quasi una doppia personalità, si mostrano in un modo per nascondere la loro vera natura. Li ho seguiti passo dopo passo nel loro amore compulsivo e distruttivo e per dare maggiore attinenza alla realtà ho usato una videocamera a mano ancora una volta, come se fosse un documentario. L’incontro con gli attori giusti è stato determinante per la riuscita… Tahar ha dato tutto se stesso, sembra non avere limiti, ma occhio a Corinne: sarà una sorpresa, l’avevo notata in pochissime inquadrature di un film quasi sconosciuto e me ne sono innamorata, era perfetta per il ruolo grazie anche alla padronanza del francese, essenziale per il ruolo».
Apertura ufficiale con tanto di cerimonia e madrina (Vittoria Puccini) alle ore 19 in Sala Grande e dalle 20 in poi doppia proiezione in doppia sala per i due film che danno il via al Concorso e il Fuori Concorso.
Dicevamo quindi ore 20 in punto e in Sala Grande e al PalaBiennale sarà la volta di The Ides of March di George Clooney, incentrato sull’atmosfera non sempre all’acqua di rose che si nasconde dietro a un comitato elettivo americano:
Le Idi di Marzo (2011)
di George Clooney con Ryan Gosling, George Clooney, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Paul Giamatti, Philip Seymour Hoffman, Max Minghella, Jeffrey Wright, Danny Mooney, Lauren Mae Shafer
«The Ides of March è un adattamento dell’opera teatrale Farragut North di Beau Willimon. Dopo aver letto la pièce di Beau, Grant Heslov e io ne abbiamo acquisito i diritti unendovi le nostre idee. Eravamo in preproduzione nel 2007 e in procinto di iniziare le riprese quando fu eletto il presidente Obama. Un film cinico sulla politica sembrò improvvisamente fuori luogo. Tutti erano troppo ottimisti. Perciò mettemmo da parte il progetto per riprenderlo in mano circa un anno dopo, quando tutto l’ottimismo era già evaporato. Non si tratta di un film sulla politica. È un film su un giovane che impara ad avere successo ai più alti livelli, a prezzo dell’anima. È un’allegoria morale che per caso si svolge nell’ambito della politica. Poteva anche trattarsi di un avvocato o di un agente – ma la politica è molto più divertente.
Il film ruota intorno a Ryan Gosling. Non riesco a immaginare un attore migliore per questo ruolo ed è una vera fortuna che abbia accettato. Phillip Seymour Hoffman e Paul Giamatti interpretano due responsabili di campagna elettorale rivali. Sono due dei migliori attori sulla piazza e non sono mai apparsi in un film insieme. Sono bravissimi a mettere sotto il torchio il personaggio di Ryan. Evan Rachel Wood è l’unica attrice che ho davvero considerato per Molly. Per nostra fortuna ha detto di sì. Marisa Tomei interpreta una cronista del “Times“ che segue la campagna. È fantastica in tutto ciò che fa e in questo ruolo non è da meno. Dà un tocco di classe a tutto il film; come Jeffrey Wright nel ruolo di un senatore cui tutti corrono dietro. Ho avuto la fortuna di lavorare con Jeffrey molti anni fa: dà spessore a qualsiasi film in cui compare. Io interpreto il ruolo di un governatore in lizza per la presidenza. È quanto di più vicino mi troverò mai alla politica vera. Il film è il frutto di anni di lavoro. Sono fierissimo di tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione. La squadra creativa, la troupe, i distributori, tutti hanno collaborato perché credevano nel film, lavorandoci praticamente gratis. Spero di non averli delusi. Spero che la storia vi piaccia».
Stesse sale ma dalle 22 in poi accoglieranno il documentario Vivan Las Antipodas! di Victor Kossakovsky, un documentario di immagini davvero senza fiato a giudicare dai 6 minuti in anteprima che vedrete nel video:
Vivan las Antipodas! (2011)
di Victor Kossakovsky
«In un paesino sperduto nel mezzo della campagna argentina vidi un uomo pescare da un ponticello. Sotto la luce del tramonto, quel luogo semplice mi sembrò il più bello e pacifico del mondo. Pensai: e se allungassi quella lenza giù, giù, attraverso il centro della terra? Cosa vedrei dall’altra parte? Guarda caso, una delle più potenti, animate e rumorose città del pianeta: Shanghai. Poi ho appreso che, poiché la maggior parte del pianeta è coperta dall’acqua, ci sono in realtà pochissime zone sulla terra ad avere degli antipodi abitati. Per esempio, in tutta Europa, solo la Spagna ha agli antipodi la Nuova Zelanda. Negli Stati Uniti un posto così esiste solo alle Hawaii, che sono agli antipodi del Botswana, unico posto del genere in Africa. Le riprese inoltre ci hanno portato in luoghi bellissimi e di grande effetto, come il lago Bajkal e Capo Horn.
Qualche volta si ha una buona idea per un film, ma quando lo si realizza, ci si rende conto che l’idea era migliore della realtà. Per ¡Vivan las Antipodas! è stato il contrario! L’idea era buona ma ciò che ho trovato nella realtà è ancor più incredibile e sorprendente».
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