Il 4 settembre,a cento anni dalla nascita del regista,alla Sala Grande della Mostra del Cinema di Venezia,verrà presentato,in prima mondiale e in versione restaurata,il film di Nicholas Ray "We can't go home again".
Si tratta di un lavoro sperimentale e multi-narrativo,al confine tra cinema e arti visive a cui Ray ha continuato a lavorare fino alla morte (1979).Il regista lo mise in cantiere nel 1971,a sessant'anni,quando gli venne offerto di insegnare cinema all'Harpur College,nel nord dello stato di New York,dove propose ai suoi allievi di imparare a fare un film,girandolo.Ebbe così a sua disposizione l'unica troupe in grado di consentire al docente-regista una libertà assoluta,impensabile sul set di una produzione "regolare".
Utilizzando tutti i formati possibili,Nicholas Ray mise in cantiere questo lungometraggio "una documentazione,non un documentario,un lungometraggio a colori sulla storia dei nostri giovani."
A fine settembre uscirà nelle librerie il libro "Mi hanno interrotto" editore Bompiani,con la prefazione di Marco Muller (direttore della Mostra del cinema),a cura della vedova Susan Ray,che raccoglie le lezioni sul cinema tenute da suo marito all'Harpur College nel 1971-72,integrate da immagini inedite,pagine di diario,articoli e incontri con i più famosi attori del cinema,da Humphrey Bogart a James Dean.Al volume sarà allegato il dvd del film di Nicholas Ray "We can't go home again".
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