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Lovecraftiana - Appunti per una immaginaria rassegna cinematografica sul Solitario di Providence
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"Il Circolo "Providence" presenta: Lovecraftiana - rassegna cinematografica dedicata al grande HPL - ovvero storia di un rapporto piuttosto problematico"

Una sala vecchio tipo, così come lo erano trenta o quarant'anni fa. Un vecchio cinema - teatro, una tenda di un pesante tessuto rosso stinto, un palco con su una scrivania, e uno schermo a campeggiare dietro. Qualcuno pensa alla sala dove si svolgono le battute iniziali di "Profondo Rosso"? E fa bene perché è proprio in posto così che ambienterei la mia rassegna cinematografica. Il "Circolo Providence" mi ha incaricato di parlare di questo argomento e di scegliere tra le pellicole quelle che meglio possono rappresentarlo. A me dunque gli onori ma anche, e soprattutto, gli oneri. Salgo sul palco e guardo la sala: non è certo gremita. Vi sono gli appassionati del genio di Providence, li riconosco subito: attenti alle mie parole, pronti ad annuire o, più probabilmente, a dissentire; poi ci sono i curiosi che magari di Lovecraft hanno solo sentito parlare, quelli capitati lì per caso e chissà chi altri. ma incominciamo

 

Introduzione

 Buonasera a tutti! Howard Phillips Lovecraft nacque a Providence nello Stato del Rhode Island nel 1890 e lì morì, a poco più di 46 anni. a causa di un male incurabile di cui non aveva informato neppure i suoi più cari amici (peraltro tutti o quasi epistolari). Poche note che ci dicono già quale particolare personalità fosse HPL (lo definiamo così per rapidità, come sanno già i suoi cultori). Si potrebbe passare la serata a parlare della sua vita, dei suoi problemi nervosi dovuti a una madre psichicamente instabile (il padre morì che il nostro aveva solo 8 anni), dei suoi studi irregolari e incostanti e della sua grande cultura dovuta ad una formazione da autodidatta. Della sua incapacità di avere un rapporto "normale" con gli altri, di avere un lavoro e una vita normali; del suo amore per il passato e per le tradizioni del "suo" New England e della paura per l'elemento "estraneo" (rappresentato principalmente dagli immigrati) che lo portarono ad avere atteggiamenti razzisti sconcertanti per una persona che quei pochi che ebbero la fortuna di conoscere non esitarono a definire mite e remissiva.

Ma per tutte queste cose si rimanda a sedi e testi di gran lunga più competenti ed esaustivi di quanto lo possa essere questa breve prolusione. Qui siamo a parlare dei rapporti tra Lovecraft ed il cinema e non è un discorso per nulla facile.

Lovecraft non amava il cinema. Questo è assodato, lo sappiamo dalle lettere, numerose, che ha lasciato, testimonianza dei numerosi rapporti epistolari che ebbe nella sua breve esistenza. E se una passione attinente la settima arte la ebbe non fu certo per il cinema horror bensì per.........Charlie Chaplin (cui dedicò pure una poesia).

Eppure il cinema spesso e volentieri ha tirato in ballo HPL, e sovente a sproposito. Esistono diversi elenchi di film ad ispirazione o tematica lovecraftiana ma i titoli citati, per la maggior parte, con il nostro scrittore hanno delle incidenze assolutamente marginali. Così vi possiamo facilmente trovare Il mostro della laguna nera di Jack Arnold (la creatura acquatica richiamerebbe i mostruosi esseri anfibi citati ne La maschera di Innsmouth forse il più celebre dei racconti di Lovecraft assieme a Il richiamo di Cthulhu). Chi ha visto il film e conosce un minimo l'opera di HPL si rende ben conto che il paragone finisce lì ed è pure, se vogliamo, un pò tirato per i cappelli.

Parimenti vi troviamo La Casa di Sam Raimi, poiché la storia ha inizio con il ritrovamento del celebre Necronomicon (per i profani lo pseudo - biblium opera dell'arabo pazzo Abdul Alhazred, presenza abituale in larga parte degli scritti lovecraftiani). Anche in questo caso il contatto è limitato al solo uso del titolo del libro, la storia ancorché avvincente non ha nulla di riconducibile a Lovecraft.

Cerchiamo dunque di individuare quei film che per ispirazione e soprattutto tematiche sono assolutamente e indiscutibilmente lovecraftiani, e parliamo pure di quelli che tali si dichiarano ma alla fine risultano una delusione (e sono proprio quelli che in maniera più chiara si rifanno al genio di Providence).

 

Dagli inizi ad Alien

L'enorme difficoltà che incombe su tutti coloro che tentano di portare le opere di Lovecraft sul grande schermo è dovuta al fatto che gli orrori di cui parla il nostro nei suoi racconti sono tanto indicibilmente spaventosi quanto appena accennati. La grande abilità di HPL è proprio quella di creare atmosfere di grande tensione, richiamare terrori ancestrali, non vi è mai descrizione esaustiva dell'orrore che opprime il protagonista semmai delle sensazioni che esso genera.

Facile per chiunque capire che su basi del genere creare dei film (che sulla rappresentazioni di immagini sono basati) è qualcosa di tremendamente complesso. Per questo motivo i migliori film, e che più compiutamente rendono lo spirito di HPL, sono quelli intrisi di  atmosfere e suggestioni lovecraftiane senza però (o con pochissimi) richiami diretti.

La prima pellicola che segnaliamo è La città dei Mostri (The Haunted Palace - 1963), il cui titolo (tanto per dare un esempio pratico di quanto detto sopra) non ha nulla a che fare con HPL ma è quello di una poesia di E.A.Poe (autore che peraltro il nostro stimava moltissimo).

La vicenda narrata da Roger Corman è tratta da un romanzo breve di HPL Lo strano caso di Charles Dexter Ward e il film riesce a rendere bene le atmosfere dell'opera letterararia grazie anche all'ottima performance di Vincent Price.

Di ben minore interesse appaiono due pellicole successive, entrambe dirette da Daniel Haller, che pure dichiarano in maniera più esplicita la loro ispirazione all'opera lovecraftiana: La morte dall'occhio di cristallo (Die, Monster, Die - 1965) tratta dal racconto Il colore venuto dallo spazio e Le vergini di Dunwich (The Dunwich Horror - 1969) tratto dall'omonino racconto. Pur riconoscendo al regista lo sforzo di portare le difficili tematiche lovecraftiane sul grande schermo, i risultati finali sono piuttosto modesti e decisamente inferiori al film di Corman

Un film assolutamente interessante è invece Providence (Providence - 1977) di Alan Resnais. Si parla di uno scrittore, anche se ricco e famoso, isolato in castello, prossimo al trapasso e in preda ai suoi incubi. Non è un film horror ma i parallelismi con il personaggio HPL appaiono piuttosto chiari, almeno a chi conosce la vita di Lovecraft e lo spirito della sue opere. Ci azzardiamo a parlare di un omaggio al grande scrittore.

E arriviamo a quello che è uno dei film più lovecraftiani che lo spettatore abbia mai potuto vedere sul grande schermo: Alien (Alien - 1979) di Ridley Scott. Nessun richiamo diretto al nostro ma qui tutto parla di lui: l'astronave abbandonata sembra il tempio di un'antica entità sconosciuta, la rappresentazione dello sfacelo della carne dovuta ad essere immondi provenienti da altri universi. E su tutto lui, l'Alien, raffigurato come un essere a metà fra un drago e una piovra (e drago-piovra è il termine usato per indicare Cthulhu). 

Una casualità? Non proprio visto che H.R. Giger. l'artista svizzero creatore del mostro e delle splendide scenografie un paio di anni prima aveva realizzato una serie di dipinti ispirati al Necronomicon.........

 

La trilogia lovecraftiana di John Carpenter

E arriviamo agli anni '80 e ai più riusciti omaggi che il mondo del cinema abbia tributato a Lovecraft. Non parlo ovviamente di pellicole come From Beyond o il ciclo di Re-Animator che il duo Gordon - Yuzna produsse sulla base di racconti di HPL (piene di effettacci splatter che con il nostro c'entrano davvero poco, anzi niente). Per riprodurre lo spirito di Lovecraft ci voleva un genio autentico e di un genio autentico andiamo a parlare: John Carpenter.

Il primo film in cui Carpenter affronta tematiche chiaramente lovecraftiane (anche se qualche cosa si era già intravisto in Fog) è La Cosa (The Thing -1982): remake di un film che si svolgeva nell'Artico, il buon John porta tutto nell'Antartico, teatro di quello che è forse il capolavoro di HPL Le Montagne della Follia, così come è assolutamente lovecraftiana la creatura aliena che fa strage dei protagonisti, un mutante-parassita orrendamente tentacolato.

Qualche anno e qualche film dopo arriva Il Signore del Male (Prince of Darkness - 1988) e qui i richiami alla poetica elaborata dal solitario di Providence si sprecano: l'incrocio con universi paralleli, una teca di antichissima e non umana fattura che conserva l'entità del male, una realtà talmente orrenda che la sua conoscenza non può che portare alla follia. In questa pellicola c'è davvero tutto Lovecraft.

Infine l'omaggio più diretto, più "dichiarato" (a cominciare da quell'Hotel Pickman in cui i protagonisti alloggiano) e cioè Il Seme della Follia (In the Mouth of the Madness - 1994) che già nel titolo originale cela (si fa per dire) un chiarissimo riferimento al sopra citato Le Montagne della Follia (titolo originale: At the Mountain of Madness). lo scrittore folle oggetto della ricerca dell'investigatore Sam Neill si chiama Sutter Kane (S.K. chi ci ricorda?) ma è chiaramente Lovecraft, con il suo New England fatto di luoghi immagnari e le sue creature mostruose e innominabili che da dimensioni parallele minacciano l'esistenza dell'umanità. Da notare che anche qui, come già nel film del 1988, uno dei luoghi simbolo è una chiesa, luogo di culto e di fede che si rivela invece nascondiglio di orrori indicibili. Tutto in linea con il pensiero di Lovecraft (che era un materialista convinto e che in una chiesa ambienta il racconto L'Abitatore del Buio, che a mio avviso contiene ben più di un punto di contatto con lo stesso Il Signore del Male).

 

Da notare la scena finale che si svolge in una sala cinematografica e, come ha ben rilevato Michele Tetro in un suo saggio, sembra tratto di peso dal racconto Nyarlathotep.

 

 

E dopo Carpenter?

A questo punto dopo aver parlato di tre simili capolavori il discorso si fa arduo. Tuttavia mi sembra doveroso fare almeno un paio di segnalazioni, con la precisazione che si tratta di pellicole non certamente al livello delle sopracitate opere di John Carpenter. Cominciamo con il sopra citato (e cassato) Stuart Gordon che nel 2001 produsse Dagon (Dagon La secta del mar - 2001). Qui le attinenze con Lovecraft sono lampanti: il titolo è quello di un suo racconto e la vicenda è ispirata ad un altro racconto, il già citato La maschera di innsmouth. Il film non è trascendentale ma merita comunque una visione.

Molto più interessante è invece, a mio avviso, Il mistero di Lovecraft  - Road to L., (idem - 2005) opera italiana firmata da Federico Greco e Roberto Leggio e basata sul presunto ritrovamento di un carteggio che testimonierebbe la presenza di un Lovecraft turista in viaggio per l'Italia. Girata sullo stile di The Blair Witch Project è una pellicola molto avvincente (e non solo per gli appassionati dello scrittore) e realizzata con grande passione.

Andando un attimo indietro nel tempo una citazione va fatta anche per Omicidi ed Incantesimi ( Cast a Deadly Spell - 1991) storia di un detective, Harry P. Lovecraft (!?), che deve recuperare un libro misterioso (il titolo indovinatelo voi).

Segnalo anche Cthulhu (Cthulhu - 2007) diretto da Don Gildark e non disponibile in Italiano. Dalle scarne informazioni reperite sulla rete deve trattarsi di un prodotto di un certo interesse. la storia è quella di un insegnante di storia che torna a Seattle per la morte della madre e lì si ritrova a fare i conti con uno strano culto.....chissà se riusciremo mai a vederlo (almeno con i sottotitoli)

 

Conclusione

La rassegna di cui sopra non vuole assolutamente essere esaustiva. Si potrebbero citare altrettante pellicole e trovare delle attinenze. Tuttavia ritengo di aver fornito un panorama abbastanza completo delle principali opere cinematografiche che al genio di Providence devono la loro struttura e l'ispirazione che le ha create. Concludo con un auspicio: quella di riuscire a vedere sullo schermo la trasposizione di Le Montagne della Follia. Ci stava lavorando Guillermo Del Toro e pareva ci fosse di mezzo anche la collaborazione di James Cameron per farne un film in 3D. Non oso immaginare che cosa grandiosa sarebbe stata (o magari una delusione, chissà?), quello che è certo, purtroppo, è che il progetto è finito in un cassetto. 

Buona serata a tutti, e soprattutto buone visioni!

 

Nota: Il "Circolo Providence" ovviamente non esiste, è solo una creazione della mia fantasia. Nulla vieta che prima o poi ne possa fondare uno vero.

 

Per accedere a tutte le puntate del Circolo Providence potete cliccare qui

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