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Venezia 2011, Faust - Intervista al regista Aleksandr Sokurov e trailer del film
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Il Faust di Aleksandr Sokurov lo si vedrà per la prima volta al Festival di Venezia il prossimo 8 settembre, in una giornata che offrirà anche L'ultimo terrestre di GiPi e Killer Joe di William Friedkin. La pellicola ha richiesto quasi tre anni di realizzazione e produzione, è stata girata tra la Germania, l'Islanda e la Russia, contando anche sui fondi statali messi a disposizione dal primo ministro Putin. 

 


E, al trailer ufficiale reso finalmente pubblico (lo si è visto anche a Riccione alle Giornate Professionali del Cinema, il film sarà distribuito in Italia da Archibald), affianchiamo un'interessante intervista che il regista ha concesso alla BBC inglese un paio di mesi fa, in cui parla del film e - spunto abbastanza interessante per una discussione globale - della situazione del cinema d'autore in Russia. Con un lavoro di trascrizione e traduzione dall'originale, ve la propongo insieme a un dietro le quinte del film (beato chi conosce il russo, per gli altri rimane la possibilità di ammirare il regista in azione sul set, come se si fosse di fronte a un film muto).

 


 

 

 

FAUST - Intervista a Aleksandr Sokurov

Come Alexander Sokurov si affretta a specificare, il suo Faust è la parte conclusiva di una tetralogia dedicata alle figure più controverse del secolo scorso. Dopo aver rappresentato Hitler in Moloch, Lenin in Taurus – Il crepuscolo di Lenin e l’imperatore Hirohito in Il sole, questa volta lascia al pubblico la possibilità di decifrare guardando il film chi sia il personaggio raccontato, anche se in molti vociferano che si tratti di Vladimir Putin che, paradossalmente, è uno dei finanziatori dell’opera - che ha richiesto un massiccio lavoro che va avanti da oltre quattro anni, tra riprese e stop forzati.

 

 

AS: Finalmente l’impresa Faust è conclusa. Tutto ciò che è inerente al mio lavoro di regista è stato fatto, rimangono adesso gli ultimi passi, quelli che porteranno il film al pubblico. Sarà presentato a Venezia ma è un film transeuropeo, girato per lo più in Germania e montato a Londra, dove lavorano i miei operatori Bruno Delbonnel e Peter Dole. Essere in gara non era la mia massima aspirazione, trovo che la moderna competitività sia fuori dai miei canoni.

 

Questo è un film che ha avuto problemi finanziari insormontabili, ancora oggi il produttore Andrei Sigle continua a ricercare fondi e soldi per assicurare al mio lavoro copertura e diffusione. Venezia forse è più confortevole per lui che per me, i Festival aiutano la promozione ma non il prodotto in sé: sono cambiate le prospettive dei giurati, della critica cinematografica e il lavoro della stampa. Ma mi rendo conto che le proiezioni glamour aiutano una pellicola a muovere i primi passi, se non vuole rimanere nell’anonimato.

 

La vendita del film è importante, lo riconosco… altrimenti non potrei continuare il discorso che ho già aperto con il pubblico. È una tetralogia, come fai a non mostrarne la fine quando i primi tre capitoli sono stati visti ovunque? Io personalmente vorrei vedere l’ultima puntata… Poi, se aggiungiamo che è un film europeo, con attori europei e che racconta una storia europea, è logico che il pubblico sia parte integrante del progetto: parlo di loro, della loro storia, filosofia e cultura.

 

 

Nei precedenti film della tetralogia, lei ha usato personaggi della storia attuale. Perché ha scelto questa volta di completare il discorso con un  personaggio quasi mitologico?

AS: Nel nostro film – dico nostro perché è mio, di chi vi ha lavorato e di chi lo assorbirà vedendolo-  Faust non è un personaggio mitologico ma una persona, un essere vivente. Il Faust di Goethe e i suoi personaggi sono sì mitologici ma non i miei, siamo pur sempre di fronte a uno dei lavori più importanti della letteratura mondiale e definirlo mitologico sarebbe riduttivo.

 

 

Si ma quale sarebbe la connessione con Hitler, Lenin e Hirohito?

AS: Contatto diretto. Guardate prima il film, stiamo parlando di qualcosa che il pubblico non ha ancora visto e che è stato creato per essere prima visto e poi discusso. Sono sicuro che già dalla prima visione sarà tutto molto chiaro.

 

 

Lei nello scrivere il film ha collaborato con lo scrittore suo fidato collaboratore Yuri Arabov. Quali saranno le eventuali divergenze dal romanzo di Goethe?

AS: Yuri scrive in russo, il film è stato girato in Germania. Inevitabilmente, nel momento in cui si è girato, l’adattamento ai luoghi e alle atmosfere ha portato dei cambiamenti: un’altra lingua conduce sempre a un nuovo mondo, a nuove connessioni, personaggi inediti e significati alterati. Riadattando il tutto in tedesco, siamo ritornati spesso a Goethe ma abbiamo apportato delle modifiche per rendere la trama più lineare e comprensibile. Ad esempio, abbiamo introdotto un nuovo personaggio, il padre di Faust, essenziale per rendere più esplicita la storia del personaggio principale come uomo. Comunque, il più grande regalo che gli spettatori potrebbero fare è riprendere la lettura del romanzo dopo aver visto il film.

 

 

Un altro aspetto che fa discutere al momento è che uno dei finanziatori della pellicola è Vladimir Putin…

AS: Si e non lo rinnego. I fondi che ci ha messo a disposizione sono stati essenziali e non solo: lui in persona ci ha onorati definendo il film come un progetto nazionale russo, un segno d’amore e attenzione verso l’integrazione con la cultura europea. Senza il supporto del governo, non avremmo mai potuto realizzare nulla. Sono rimasto piacevolmente sorpreso per l’attenzione dimostrataci e per la non invadenza nell’estetica del film, per non aver richiesto nulla sullo stile e sui contenuti.

 

 

Quale sarà il destino di questo film?

AS: Beh, difficile a dirsi. Sicuramente in Russia la vendita sarà difficile, si è perso l’interesse per il cinema d’autore e in un certo senso capisco anche il perché: l’intero mondo della distribuzione è in mano alle grosse major americane, gestite da imprenditori russi, che mirano al mero profitto. Il governo questa volta non può aiutarci: ha venduto tutti gli schermi di sua proprietà, non esistono neanche più i cinema comunali e i piccoli investitori locali non hanno né il desiderio né la forza di impegnarsi nel campo della distribuzione. Probabilmente se uscirà in due copie mi riterrò fortunato… Non parliamo poi della televisione, forse un passaggio alle 4 di notte ma niente di più…

 

 

Pensa che sia un problema legato solo ai distributori oppure che possa essere una questione di gusti del pubblico?

AS: Una cosa è certa: il target per un film d’autore oggi è ridicolo, parliamo di un’esigua minoranza di spettatori. Ma chi ha detto che le minoranze non hanno diritto al loro cinema? E poi… se i contribuenti con le loro tasse hanno anche pagato il mio film, è giusto che lo vedano: è un mio dovere mostrare come ho usato i loro soldi. Non devo farlo nei confronti di ministri o parlamentari, per me è importante dare alla gente comune una risposta.

 

 

L’Accademia Cinematografica Europea la cita spesso nel novero dei cento migliori registi di tutti i tempi. Non vorrà mica fare la fine di Tarkovskji che per continuare a lavorare è stato costretto ad abbandonare la sua Patria?

AS: Io non ho paura per questo. Se la situazione lo richiederà potrò sempre rimboccarmi le maniche e cercare posti dove esistono maggiori opportunità. Se, al contrario, troverò anche solo un appiglio continuerò a lavorare in casa, come accaduto fino ad oggi nonostante le troupe che ho diretto non fossero completamente russe.

 

 

 

 

 

Faust (2010)

[FaustRussia 2010Drammatico, durata 134']   Regia di Aleksandr Sokurov
Con Johannes ZeilerHanna SchygullaAnton AdasinskiyIsolda DychaukMaxim MehmetGeorg Friedrich,Joel KirbyAntoine Monot jr.David JonssonFlorian BrücknerEva-Maria KurzKatrin Filzen

 

A causa di una scommessa con Dio, Mefistofele cerca di portare sulla via della perdizione l’integerrimo medico e teologo Faust, un uomo fiero delle proprie capacità di discernimento e delle propria rettitudine. Il diavolo convince l’uomo a barattare la propria anima in cambio di maggior sapienza e di un piacere forte, in grado di fargli desiderare di fermare quell'attimo, che prenderà presto le sembianze della giovane Gretchen. La ragazza incautamente si innamorerà del medico ma sarà destinata a una tragica fine.

 

Adattamento cinematografico della prima parte del romanzo Faust dello scrittore tedesco Goethe.

 


 

 

 

©® Pi. Ce.

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