Della colonna sonora dell'immortale capolavoro Fuga dalla Casa Bianca (1996) di Peter Segal, fa parte la canzone All You Ever Do Is Bring Me Down dei Mavericks.
Ma di questo non ce ne può fregare di meno. In realtà, la canzone di cui sopra non è che un pretesto per parlare di un'altra, che non compare in nessun film, ma mi piace e mi interessa molto di più.
Raul Malo era il leader, vocalista nonché membro più giovane (è del 1965) del gruppo country The Mavericks. Era, perché i Mavericks non esistono più dal 2003 e nel frattempo il cantante d'origine cubana (nato a Miami da genitori transfughi dell'isola caraibica) ha iniziato una fruttuosa carriera solista. Naturalmente la vicenda cubana non può non entrare nelle tematiche delle canzoni di Malo, come accade in questa From Hell To Paradise, tratta dall'album omonimo, il secondo del gruppo, del 1992.
La canzone parla della patria lontana, dove, a suo dire, a fronte della popolazione ridotta alla fame, i ministri e le loro famiglie sguazzano nel lusso. Un mio collega, che ha vissuto qualche anno a Cuba, è inorridito nel sentire la canzone, sostenendo che caso mai erano i sostenitori di Batista e degli Americani che detenevano, pur essendo una minoranza, la quasi totalità delle ricchezze del paese, ed invocando un confronto con gli altri paesi dell'area caraibica (Haiti, Repubblica Dominicana, Giamaica), di condizioni di partenza similari, per verificare se a Cuba si stia peggio o meglio.
A me la canzone piace, soprattutto dal punto di vista musicale, ma anche da quello dell'interpretazione, che è sicuramente sentita (al di là della correttezza o meno del contenuto), e nella quale si avverte - almeno secondo me - l'influenza di Elvis, oltre che il retroterra culturale del country.
In ogni caso, anche la lettura del titolo può prestarsi ad interpretazioni diverse e non soltanto alla metafora, fin troppo ovvia, di Cuba come inferno e degli U.S.A. come paradiso. Si potrebbe anche trattare dell'inverso, nel senso che il paradiso potrebbe essere la patria tanto agognata, magari "liberata" (secondo il pensiero del cantante) da Castro. Io, però, preferisco pensare che l'artista Malo intenda l'inferno e il paradiso come due stati d'animo, più che come due luoghi fisici. In questo modo, la canzone mi sembra ancora più bella.
The Mavericks
From Hell To Paradise
For thirty years they sang the
song of promised victory
But who they've fought and who has won
Didn't matter much to me
I see them driving down the streets
In their fancy shiny cars
Crowds of people to their feet
Their faces full of scars
No pleasantries, no luxuries
No little children's milk
While minister's wives spent
all their lives
In China's finest silk
My back's been broken many times
But my spirit lingers on
The day it comes my way on
freedom's ship
I will be gone
From hell to paradise
I'll always pay the price
From hell to paradise
I'll always pay the price
This ninety mile trip
has taken thirty years to make
They tried to keep
forever what was never theirs to take
I cursed and scratched the devil's hand
As he stood in front of me
One last drag from his big cigar
And he finally set me free
From hell to paradise
I'll always pay the price
From hell to paradise
I'll always pay the price
From hell to paradise
I'll always pay the price
From hell to paradise
I'll always pay the price
Con ojos tiernos algun dia te mirare
Con brases abiertos algun dia abrasare
Hay mi Havana cuando pueda regresare
Translation:
With tender eyes someday I'll look at you
With open arms someday I'll embrace you
My old Havana someday I will return
P.S. Non è questa la versione originale che compare sull'album dei Mavericks, ma, per ora, è quanto si riesce a trovare su Youtube.
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