foto di Elsi Perino
Leggenda narra che gli abitanti di Sparta sacrificassero sulla rupe Tarpea i figli storpi, i gracili, i malfatti, coloro che sarebbero sopravvissuti succhiando tempo e energie, coloro che non avrebbero (forse) contribuito a sufficienza, che non sarebbero stati in grado di rispettare tempistiche e obiettivi. Li buttavano giù appena nati o forse li abbandonavano semplicemente in cima, in balia di sé stessi.
Oggi ci siamo civilizzati, i tempi cambiano, si evolvono. La torre e’ un palazzo, un’istituzione, un miraggio. E’ un gioco di società, uno zoo, una scuola di vita.
Sparta e’ il tuo lattaio, la donna delle pulizie. Sparta e’ l’avvocato del piano di sopra, l’impiegato delle poste, i tuoi genitori. Sparta sono i tuoi insegnanti..
Zooschool vuole, forse, rappresentare proprio questo spaccato di società filtrato dal punto di vista del singolo. Non e’ un film a una voce quanto un coro di singoli che entrano in contatto, asteroidi che si evitano, si sfiorano e collidono. Uno Zoo di animali diversi, più o meno feroci, che si trovano per caso a dividere la stessa aria opprimente. Il genere preferito e’ l’horrorquesta volta funzionale a rappresentare con scene di violenza estrema una realtà, quella della scuola, raccontata senza patine o perbenismi. Una violenza potenzialmente giustificata, una sadica provocazione. Il film si presenta come una costruzione realistica, esasperata ed esasperante, di personaggi colpevoli e vittime, di predatori e prede, di Sommersi e di Salvati.
Abbiamo il prof. Contin, carnefice inconsapevole. Abbiamo Elvis, una vittima, che per soldi si nutre di umiliazione. C’e la psicologa che, per ironia della sorte, e’ colpevole di aver fatto una scelta che riteneva giusta ma che viene manipolata nel modo sbagliato, con conseguenze forse devastanti. La prof.ssa Comini che accetta compromessi e mortificazioni facendosi forza con gli psicofarmaci. C’e’ Ester che per sfuggire ad una gerarchia sociale che la relega a “semplice bidella”, sottomette il prof. Schiavone (nomen omen) dalla sessualità controversa e discutibile, almeno dai più. Ci sono Besnik, c’e’ Paoletta, la vice preside Migliaci…infine abbiamo Sabot, un gladiatore cieco, un visionario macabro e un assassino.
Sono i tuoi compagni, i tuoi bidelli, i tuoi professori. Sono i tuoi colleghi, i tuoi conoscenti e i tuoi pazienti.
Questa sono le vittime di Sparta: chi avresti salvato, tu?
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