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Serial killer cinematografici (4): Kinski-Jack
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Con LeatherFace, Hannibal e Norman ho citato 3 miei personaggi preferiti, che casualmente sono stati creati rifacendosi alle vicende del famigerato Ed Gei. Oggi invece parlerò di un serial Killer cinematografico esistito veramente, protagonista di tanti film che hanno narrato più o meno fedelmente le sue gesta, e in alcuni casi alimentando il suo mistero: Jack lo squartatore (Jack the ripper).

Ovviamente non ci sono notizie anagrafiche che lo riguardano, dato che non è mai stato catturato nè scoperta la sua reale identità, sulla quale anche oggi vengono scritti libri e fatte ricerche. L'unica cosa che veramente si conosce di lui, sono purtroppo le lettere che confessano i terribili omicidi, e la firma in calce che ha lasciato “Jack the ripper”, con i resti mutilati delle povere vittime, tutte prostitute.

Le vittime a lui attribuite sono 5: Mary Ann Nichols, di 42 anni, trovata morta il 31 agosto 1888, Annie Chapman, di 46 anni, trovata morta l'8 settembre del 1888, Elizabeth Stride, Chaterine Eddowea e l'ultima Mary Jane Kelly avvenuta l'8 novembre di quel terribile anno. Tutte sono state mutilate e pugnalate a morte, con ferocia e crudeltà mai viste sino ad allora. Dopo quella data, nessuna vittima è stata più trovata con quelle orribili caratteristiche, ed è cominciato il mistero di Jack lo squartatore...che si è volatilizzato nelle nebbie di Londra.

 

Alcuni film ispirati a Jack lo squartatore: “Jack lo squartatore” di Robert S. Baker (1958), “Erotico profondo” di Jesus Franco (1977),“La vera storia di Jack" di David Wickes (1988), “La vera storia di Jack lo squartatore-From Hell” dei fratelli Albert e Allen Hughes (2001).

In questo post però mi dedicherò solo ad un “Jack”, quello interpretato da Klaus Kinski in “Erotico profondo”. Il film è davvero mediocre, ma la figura di Jack risulta molto interessante, perché una specie di dott. Jekkil e mr. Hyde...Infatti il Jack di giorno è un medico, che presta le sue cure in modo gratuito ai poveri della città, di notte si trasforma in un giustiziere, placando le sue turbe uccidendo povere prostitute. Kinski è davvero centrato in questo personaggio, misurato e pacato nelle vesti del buon medico, visionario e allucinato quando segue i suoi tormenti risalenti ai ricordi di una madre puttana, che lo ha iniziato ai piacere della carne, in modo morboso, deviato e incestuoso. J.Franco aveva l'abitudine di girare più film contemporaneamente: pornografici, western e horror, quasi tutti con gli stessi attori e utilizzando le stesse scene e location...perciò il film risulta anche spinto in alcune scene, ma tutto si snoda perfettamente sotto lo sguardo tremolante di Kinski-Jack.

 

Kinski-Jack è un Caronte che trasporta le sue vittime sul fiume Tamigi, le porta nel suo nascondiglio, dove finalmente può sezionare e fare a pezzi ciò che tanto detesta: il sesso e le donne.

La sua doppia natura riesce a rispettare le ore del giorno e della notte, permettendogli così la sua doppia esistenza. Le troppe domande lo innervosiscono, mettendo a dura prova il male che cela dentro di sè. La scena più bella e rivelatrice di tutto il film è quella dove Jack cerca di uscire nella notte, alle prese nuovamente con i suoi raptus omicida, ma viene fermato dalla sua vicina di casa, una donna di mezza età che cerca un approccio verso il buon dottore. Kinski-Jack rimane bloccato dal troppo perbenismo della donna, cerca di rimanere nei panni del buon dottore, ma la troppa vicinanza e le confidenze che questa si prende lo urtano a tal punto da fargli fare uno scatto di rabbia che è pari ad una coltellata. Kinski-Jack carica a molla il suo corpo, rendendolo un'arma, un coltello, un fulmine...La sua rabbia è incontenibile, e a stento riesce a bloccare la sua mano, che già cerca il coltello nella borsa.

Kinski-Jack è un animale ferito, umiliato dalla donna che più amava: la madre, che lo tradisce utilizzandolo come uomo per godere, invece che come figlio da proteggere.

E' questo l'aspetto che più mi “intenerisce” di questo personaggio, il tradimento subito dalla persona che l'avrebbe dovuto proteggere, che gli avrebbe dovuto insegnare a vivere, lo ha trasportato nel delirio e nella perdizione dell'anima. Possedere la madre per Kinski-Jack ha voluto dire perdere la possibilità di amare qualsiasi altra donna, ha voluto dire volerle fare in tanti pezzi, usarle e distruggerle.

Questo Kinski-Jack è un Jack the ripper un po' inventato, il finale lo vede catturato, mentre in realtà non si conosce chi sia mai stato il vero Jack lo squartatore....vederlo fuggire, per poi arrendersi in maniera quasi educata e approssimativa fà davvero sorridere, e lo rende un poco ridicolo, ma rimane comunque un personaggio molto originale, con la firma “Kinski” invece che “ the ripper”.

 

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