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Ciao, Amy.
di maurri 63
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Mi ero ripromesso di fare una play. Ma stasera non riesco ad accedere a Film Tv. So che il buon Travis ne ha fatta una, in merito. Lascia solo che io tracci due righe mie, caro Bickle. Solo due righe.  Perchè, tu, Amy, sei stata molto più di quanto possa raccontare.  E dovevo trattenerti, quella sera. E invece, ti lasciai andare. A Capodichino. Già: ci siamo amati, ma non abbiamo fatto in tempo a prenderci.  Tempus, Temps, Time.... Un giorno, mi ero detto, sarò da te. Avevi sorriso, non ci hai creduto. Io lo so, piccina, che significa stare tutta la vita in un tempo che non senti tuo. Lo so che significa sentirsi sempre fuori della propria orbita. Lo so che significa vedere la tua anima uscire fuori dal tuo corpo. Lacrimare quando vorresti ridere. Sentirti triste quando gli altri ridono. Per questo, stringerti la mano quel giorno fu istintivo. Gli occhi fecero il resto. Ma lo tengo per me, sta tranquilla. I'll be back in Naples, dicesti. Forse perchè sapevi che per me salire su, a Londra, sarebbe stato più difficile. Ma non fu mai così. Fu Back in Black, sì. Tornare in nero, quando io non ho mai messo un capo nero in vita mia. Mia madre diceva che si indossa solo al funerale. Certo, mi piace il nero, magari meglio se indossato solo di sera, tesoro. Ma fa tu: stai bene comunque. L'amore perdona tutto, no? Gli amici di Film Tv non lo sanno, già: lo dico, tranquilla. Suono il basso elettrico, ragazzi. Da venti anni mi esibisco, a giovedì alterni in un locale, qui a Napoli. Da giovane ho accompagnato molti "nomi", con la mia boy band. E non ho mai suonato con te, Amy. Che, per me, vuol dire amore. Avevo solo dieci anni quando scrissi la mia prima sceneggiatura: il protagonista, pensavo, sarei stato io. La storia era semplice: una rockstar condannata da un male inesorabile vive con tranquillità gli ultimi suoi giorni. Perdona la moglie, che l'aveva tradito, il manager, che l'aveva venduto, gli amici che lo avevano abbandonato. Moriva sul palco: davanti al suo pubblico. Di tanto in tanto, diciamo ogni cinque anni, la rileggo. Magari un giorno la girerò. Per te, cucciolo.  Verrò a trovarti, ma non adesso. Tra un pò: saremo soli. Per la prima volta in vita mia, indosserò un capo nero. Ti racconterò dei film che ti piacevano: Help, Hair, La febbre del Sabato Sera, Grazie a Dio è venerdì,  The Rose (rammenti?), dei Doors. Ti parlerò di Gus, il mio mentore. Bè, uno dei miei mentori: l'altro, te lo dissi allora, è Jim.  So che per me, da oggi, ci sarà un altro angelo accanto. Ti bacio, bambolina. Ora dormi, serena. Stanotte, almeno, non ci saranno incubi nei tuoi sogni.  M

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