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I bambini li guardano: Lo squalo
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I bambini li guardano è una rubrica settimanale di Cinerepublic in cui gli autori raccontano, in forma di cronaca dal salotto di casa, la visione di un film per grandi ad altri genitori audaci desiderosi di allargare gli orizzonti cinematografici dei propri figli.

 

 

 

 

Lo squalo (1975)

di Steven Spielberg con Robert Shaw, Roy Scheider, Richard Dreyfuss, Lorraine Gary

 

La seconda passione di Niccolò (4 anni).

 

Se ho un ricordo dei miei film di gioventù che li accomuna è che per entusiasmarmi dovevano essere pieni di azione e di avventura. Ora capita che questi due elementi possano incontrare i gusti di tanti bambini, anche di quelli più piccoli e insospettabili. Niccolò per esempio ha il mito del pescecane, il pantagruelico pesce collodiano che mangiò Geppetto, Pinocchio e il tonno. Cavalcando l'onda di questo suo interesse ho seguito il flusso logico delle sue venerazioni.

 

Prima i dinosauri e la visione di Jurassic Park (che racconterò in un'altra occasione), per lui un film entusiasmante perché anche molto suggestivo. Il secondo passo era obbligato: Lo squalo. E devo dire che non credo sia un caso che il regista sia lo stesso.

Steven Spielperg ha un dono: quello di sapere raggiungere ogni tipo di pubblico. Per qualcuno è un difetto, io invece credo che un grande regista debba sapersi muovere con tutti gli strumenti che gli vengono messi a disposizione e debba sapere affrontare con competenza sia temi filosofici, temi umanitari e sociali, sia storie fantastiche d'azione. Queste ultime sono a portata di bambino. Secondo questa mia convinzione ho mostrato a Niccolò anche lo squalo. L'errore più palese che ho commesso però è stato farglielo vedere il giorno prima di partire per le vacanze al mare...

 

Lo squalo (1975): Trailer Originale | Re-encoded

 

Il film è all'inizio e Niccolò è già teso e concentrato. Le gambe di una donna sospese nel buio del mare si muovono e la musica elettrizzante crea la suspence. Urla di donna e lui mi chiede: cos'è successo? Gli rispondo: lo squalo l'ha mangiata. E lui mi rincalza: e dov'è lo squalo? Perchè l'ha mangiata? E perché quel ragazzo sulla spiaggia non l'ha sentita?

 

Dentro di me penso: ora cambio film! Lo penso davvero, perché Niccolò quando inizia a tempestarmi di parole non guarda nemmeno più il film e resta indietro, così dopo mi rifà domande per chiedermi le cose che si è perso. In questi casi ho due soluzioni: la prima è di mettere in pausa il film, spiegare e poi andare avanti; la seconda, da maleducato quale sono, è dirgli seccato: taci che non capisco niente! Tutto sommato non sono mai cresciuto e quindi è più frequente la seconda soluzione.

 

Niccolò, giustamente offeso, si mette rannicchiato a guardare il film. Resiste due minuti, alla fine del primo dialogo ricomincia a tempestarmi di domande: ma lo squalo quanto è grande? E perché si è mangiata quella persona?

 

Nel frattempo vengono ritrovati i resti della donna e gli faccio notare che hanno trovato il braccio senza il corpo e lui mi chiede: perché non l'ha mangiato? Gli faceva schifo? Magari lo squalo ha mangiato il braccio e poi l'ha vomitato!

Ecco, come faccio a restare serio quando mi dice queste cose? Io e mia moglie ridiamo e lui anche, poi riprendiamo a seguire il film.

Sulla spiaggia ci sono i bagnanti e un bambino viene sbranato dal pescecane. Anche qui le domande partono a raffica.

Quando addirittura dicono che lo squalo ci mette più di 24 ore a digerire le prede e che quindi nel suo stomaco possono trovarsi i resti del bambino, Niccolò chiede come può essere, ma poi giustifica il tutto sempre con Pinocchio!

 

Il film prosegue, l'avventura anche: ce la farà Martin ad ammazzare lo squalo?

L'attenzione rimane alta per tutto il film, tanto che non ricordo di averlo dovuto più riprendere perché le sue domande erano pertinenti, mirate e soprattutto limitate. Il film ce lo siamo goduti tutti insieme. Nel finale l'esaltazione è grande, Niccolò salta in piedi e imita l'esplosione dello squalo bianco. Ma quanto è stato crudele quello squalo con gli uomini?

 

Gli faccio notare che è un film e come tale racconta cose poco credibili. La contraddizione per esempio di un veleno che lo può ammazzare se sparato con il fucile e non usato per avvelenare lo squalo con una preda a sua volta avvelenata... chissà se Bradipo potrà toglierci questa curiosità: è credibile?

E poi lo squalo che scassa tutta la barca... sì, decisamente poco credibile, gli diciamo!

 

 

Comunque tutto va liscio, niente incubi, Niccolò dorme tranquillo e si parte per il mare. Il brutto tempo ci costringe i primi giorni a frequentare solo la piscina dell'albergo e i parchi di divertimento. Niccolò ci dice che da grande farà anche lui come Martin: andrà a caccia di squali!

 

Ogni tanto ci chiede se a Rimini ci sono gli squali. Gli dico che l'acqua è così bassa che si insabbierebbero subito e che gli squali, anche nel film, attaccavano solo dove gli uomini non toccavano sul fondo.

 

Inoltre il fato ha voluto che Vinicio Capossela quest'anno pubblicasse un album dedicato alla letteratura marina e Niccolò se n'è innamorato a tal punto che conosce tutte le canzoni a memoria. Le balene, le sirene, i polipi, tutte cose che lo appassionano, hanno accompagnato le nostre vacanze. A volte andava vicino alla figlia dei nostri amici e le cantava nell'orecchio l'introduzione al piano di una canzone che si chiama "La bianchezza della balena" e poi le sussurrava quel verso che dice "la bianchezza dello squalo bianco/l'orrida fissità del suo sguardo/che demolisce il coraggio."; dopodiché correva da noi e diceva: "secondo voi gli ho fatto paura? Perché fa paura quella canzone. Prima c'è la musica che fa così (la canticchia) e che rilassa e poi dice 'la bianchezza dello squalo bianco/l'orrida fissità del suo sguardo'... fa paura!". Ammetto che rimango colpito dal suo desiderio di spaventare quella povera bambina di sei mesi e dalla sua analisi musicale! E mi colpisce anche vedere quanto riesca a imparare dalle sue passioni.

 

Finalmente arriva un bel giorno di sole. Tutti al mare! Giochiamo sulla spiaggia, ci bagniamo i piedi e la temperatura del mare, tranquillo, ci incoraggia a entrare. Ma cosa scopriamo! Niccolò improvvisamente ha paura. Entra nell'acqua con noi, ma appena superiamo le alghe riminesi e l'acqua gli arriva al petto lui dice che ha paura che ci siano gli squali e vuole tornare a riva. Gli ricordo quello che gli ho detto nei giorni scorsi, provo a farlo ragionare sulle dimensioni di uno squalo in un'acqua così bassa, ma per lui è altissima: io non tocco, dice! E mentre lo accontentiamo e torniamo a riva vediamo due granchi che lottano sott'acqua.

"Niccolò", lo chiama la mamma, "guarda: ci sono due granchi che lottano nell'acqua!". Non appena li vede, Niccolò cuor di leone scappa fuori dall'acqua urlando e dicendo che ha paura dei granchi.

 

La sua tavoletta, con cui ha giocato nei giorni precedenti, che riporta il disegno di uno squalo terrificante con la bocca spalancata, improvvisamente non gli piace più!

 

"Niccolò, la tavoletta c'era solo con lo squalo o con il polipo, te l'abbiamo presa con lo squalo perché sappiamo che ti piace di più!". "No", ribatte lui, "a me piace il polipo, lo squalo non mi piace più!". Santa pazienza!

 

Il polpo contro lo squalo. Non scommettete sullo squalo - National Geographic

Un polpo gigante e uno squalo Achantia nella stessa vasca di un acquario. C'era preoccupazione per le sorti del polpo, ma è lo squalo a trasformarsi da carnefice in preda. Vedi la scheda e tutti i video sul polpo

 

Ma quanto è affascinato invece l'uomo da ciò che gli fa paura! Appena tornati a casa Niccolò non ha fatto altro che parlare ancora di squali e giura che vuole vedere anche lo squalo 2, 3, 4 e 5!

 

In fondo c’è una cosa che mi fa impazzire più di tutte dell’arte: è che ti entra dentro, è che diventa parte delle tue ossessioni, dei tuoi sogni, della tua vita, fino a trasformarsi e diventare parte di te. E il cinema è anche questo! L’arte che appassiona, come questo incanto per lo squalo che lega Niccolò indissolubilmente ai suoi sogni da bambino.

 

 

Per approfondire:

 

 

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* Si qualifichi! 

 

Forse questo post è un po’ ai limiti tra il cinema e il privato e rischia di sembrare, in parte, off topic.

 

Quando però l’ho scritto, c’era in me tutta la passione per un’esperienza entusiasmante che avevo condiviso con mio figlio, un’esperienza che nasceva dal Cinema. Un crescere insieme, uno specchiarsi nel proprio passato, anche con quei film che possono sembrare scontati, ma che fanno parte a pieno diritto della relazione genitore-figlio.

 

Ho voluto raccontare come Niccolò ha vissuto la visione di questo film, ma soprattutto come questo film sia entrato, per qualche tempo, a fare parte della nostra vita e delle paure di Niccolò. Proprio per queste paure spesso mia moglie mi rimprovera, perché dice che scelgo titoli troppo azzardati. Però secondo me le paure si superano, anzi aiutano anche a crescere se non si viene abbandonati a esse, ma si è aiutati a capire come esorcizzarle, soprattutto quando sono irrazionali come quelle trasmesse dai film.

 

I film spesso li si apprezza di più nel ricordo, li si riscopre nella mente ragionandoci, o in mezzo a un discorso, quando si affacciano e ti riportano una scena in mente e ti fanno dire: ecco, è un po’ come in quel film. Jurassic Park, Lo squalo sono film che nascono da questo pensiero. Non sono capolavori, ma si sono radicati per mezzo di una passione, una parola, un’idea, in noi. E non si tratta solo di film.

 

Spesso con Niccolò ci mettiamo a guardare il National Geographic insieme. I narvali, le balene franche, gli squali, le tartarughe… il mare, il mondo, le storie e la vita ci affascinano. Abbiamo iniziato prima dei film a guardare e a condividere anche questa passione. Credo che il cinema ci permetterà di portarla avanti sempre con la stessa curiosità!

 

 


 

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