C'è chi l'indifferenza la agogna, desiderando di esser lasciato solo con la sua onnipotenza.
C'era una volta un pastore errante dell'Asia Minore, iniziò lui, o probabilmente così mi piace ricordare, ad inquietare il satellite immoto... dopo lui centinaia o forse miliardi.
Lei è sempre lì e se non può ricevere indifferenza, ha però deciso di concederne. Come l'amante più recalcitrante ed ambito, la amo perché non potrei fare altrimenti. La amo perché nei suoi silenzi ho capito i miei. Ma soprattutto, il suo ignorarmi, la benevola luminosità dei suoi sorrisi, nulla ricordano della vera indifferenza, essa è tempesta e terrore, soffice devastazione, irrisolto enigma e amore oltre ogni esitazione.
E se tutti i miei sforzi per piacerle non fossero serviti a nulla? Se potessi vivere mille momenti diversi e costruire un sogno con gente d'argilla, succube delle mie mani come di comandamenti divini. Se potessi rinnovare la mia essenza musicale e fortificarmi in essa. Se il sogno fosse il rogo dove si consuma l'eterno, e le stelle cimiteri di luce? Che valore avrebbe avuto, a quel punto, la mia vita senza lei?
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