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Il vocabolario dei sentimenti- Indifferenza (3)
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E così siamo giunti al termine (pare!) del nostro lungo viaggio tra i sentimenti più profondi che appartengono all’immaginario umano: abbiamo sorriso, abbiamo riflettuto, ci siamo commossi, talvolta abbiamo provato imbarazzo, qualche altra volta abbiamo aperto il nostro cuore alla nostalgia del tempo passato, ma soprattutto abbiamo alimentato la fiducia negli altri! E questo ci ha dato una speranza per il futuro!!!

 

E adesso ci tocca terminare il nostro viaggio nell’indifferenza generale!

 

Ma indifferenza da cosa?

 

La settimana è iniziata con un Referendum dove finalmente la Voce del Popolo ha espresso chiaramente come la pensava su certi argomenti!

 

E state pur certi che la cosa non è passata nell’indifferenza!

 

Ma mentre noi festeggiavamo felici sono uscite allo scoperto tremende immagini girate poco tempo fa in Libia dove l’esercito oppressore e tiranno uccideva a sangue freddo gli insorti che reclamavano la libertà del proprio popolo!!!

 

 Chissà se l’opinione pubblica vive la cosa con indifferenza?

 

A quel punto mi sono ricordato di una tragedia orrenda avvenuta in Ruanda nel 1994 dove la Guerra Civile tra Hutu e Tutsi causò innumerevoli morti da entrambe le parti (ma più tra i Tutsi).

 

Ma chi è stato a provocare questo orrore?

 

Vediamo un attimo i dettagli (quello che segue è un copia-incolla da Wikipedia):

“La percezione di una divisione etnica da parte della popolazione del Ruanda è in gran parte un effetto del dominio coloniale europeo, prima tedesco e poi belga, nonché di precise scelte operative dei missionari, nello specifico dei Padri Bianchi. I coloni introdussero le carte di identità e iniziarono a classificare rigidamente i ruandesi in funzione del loro status sociale e delle loro caratteristiche somatiche, in particolare distinguendo chiaramente fra Hutu e Tutsi. I Tutsi, in genere più ricchi e compiacenti, furono favoriti. L'antropologia razzista teorizzò che i Tutsi fossero una razza diversa dagli Hutu, intrinsecamente superiore in quanto più vicina a quella caucasica. Il fatto che Tutsi e Hutu siano due gruppi etnici distinti è stato oggetto di un notevole dibattito, e oggi l'ipotesi di una importante differenza di origine viene raramente presa in considerazione.

In Ruanda come in Burundi, i Tutsi rappresentavano l'aristocrazia della società, e possedevano la terra e il bestiame; mentre gli Hutu svolgevano il lavoro agricolo. I belgi hanno ulteriormente allargato e alimentato la differenza tra questi due gruppi.

Il genocidio del 1994 si inserisce in un contesto di rivalità etniche bilaterali e stermini di massa che coinvolsero l'intera regione fin dal 1962, per continuare anche dopo il 1994. Teatro degli eccidi, oltre al Ruanda, sono stati tutti i paesi confinanti: l'Uganda a nord, il Burundi a sud (costituiva, insieme al Ruanda, la colonia belga Ruanda-Urundi), il Congo ad ovest e la Tanzania ad est. Nel 1959, la rivolta degli Hutu contro la monarchia Tutsi condusse al referendum del 1961 e all'indipendenza del 1962, accompagnata dallo sterminio di oltre 100.000 Tutsi ed alla loro emigrazione in Uganda e Burundi. Nel 1966 in Burundi, una serie di colpi di stato alimentata dalle due etnie si concluse con la presa del potere da parte dell'aristocrazia Tutsi; nel 1972, un tentativo di colpo di stato Hutu portò alla reazione violenta del governo, con lo sterminio di 200.000 Hutu. Nel 1973 in Ruanda, il generale Hutu Juvénal Habyarimana procedette al colpo di stato ed instaurò un regime autoritario nel 1975. Tornando al Burundi, i sanguinosi scontri del 1988 provocarono decine di migliaia di vittime e furono seguiti da un governo parlamentare a maggioranza Hutu; ma l'esercito controllato dai Tutsi scatenò la guerra civile ruandese e portò un milione di profughi nei paesi vicini. Nel 1990, il Fronte Patriottico Ruandese (RPF), gruppo politico-militare nato nella comunità Tutsi rifugiatasi in Uganda tentò il colpo di stato in Ruanda ed alimentò una guerra civile, cui seguì il genocidio del 1994 e la presa del potere da parte dell'RPF. Profughi Hutu si rifugiarono in Congo, dove furono massacrati a migliaia dai Tutsi nel 1996. La Tanzania è accusata di ospitare ribelli Hutu.

CRONISTORIA

I Tutsi erano stati estromessi dal potere dagli Hutu, che costituivano l'85% della popolazione e dalla rivoluzione del 1959 detenevano completamente il potere. Il 6 aprile del 1994 l'aereo presidenziale dell'allora presidente Juvénal Habyarimana, al potere con un governo dittatoriale dal 1973, fu abbattuto da un missile terra-aria, mentre il presidente era di ritorno insieme al collega del Burundi Cyprien Ntaryamira da un colloquio di pace. Ancora oggi è ignoto chi fece partire quel missile: le ipotesi più accreditate portano alle frange estremiste del partito presidenziale, le quali non accettavano la ratificazione dell'accordo di Arusha (1993) che concedeva al Fronte Patriottico Ruandese (RPF), composto in prevalenza da esiliati Tutsi, un ruolo politico e militare importante all'interno della società ruandese; un'altra ipotesi sostiene che fu proprio l'RPF a compiere l'attentato, convinto che il suo ruolo negli eventi sarebbe stato marginale e che i patti non sarebbero stati rispettati; qualche anno più tardi è stata incriminata la moglie del presidente, che proprio quel giorno, contrariamente alle sue abitudini, decise di prendere un mezzo alternativo all'aereo, forse perché conosceva in anticipo la sorte del marito o forse perché lei stessa ne aveva tessuto le trame.

Il giorno 7 aprile a Kigali e nelle zone controllate dalle forze governative (FAR, Forze Armate Ruandesi), con il pretesto di una vendetta trasversale, iniziarono i massacri della popolazione Tutsi e di quella parte Hutu imparentata con questi o schierata su posizioni più moderate, ad opera della Guardia Presidenziale e dei gruppi paramilitari Interahamwe e Impuzamugambi, con il supporto dell'esercito governativo. Il segnale dell'inizio delle ostilità fu dato dall'unica radio non sabotata, l'estremista "RTLM" che invitava, per mezzo dello speaker Kantano, a seviziare e ad uccidere gli "scarafaggi" tutsi. Per 100 giorni si susseguirono massacri e barbarie di ogni tipo; vennero massacrate più di un milione di persone in maniera pianificata e capillare.

Uno dei massacri più efferati fu compiuto a Gikongoro, l'allora sede dell'istituto tecnico di Murambi: oltre 27.000 persone vennero massacrate senza pietà e la notte dalle fosse comuni il sangue uscì andando ad inumidire il terreno. Per dare un'idea sommaria di quello che avvenne, basti pensare che in un giorno vennero uccise circa ottomila persone, circa 333 in un'ora, ovvero 5 vite al minuto. Il massacro non avvenne per mezzo di bombe o mitragliatrici, ma principalmente con il più rudimentale ma altrettanto efficace machete e con terribili bastoni chiodati, fatti importare per l'occasione dalla Cina.

Il genocidio ruandese ebbe termine nel luglio 1994 con la vittoria del RPF nel suo scontro con le forze governative. Giunto a controllare l'intero paese l'RPF attuò una risposta al genocidio che aggravò ulteriormente la situazione umanitaria in quanto comportò la fuga di circa un milione di profughi Hutu verso i paesi confinanti Burundi, Zaire, Tanzania e Uganda.”

 

Ecco una Guerra che l’Occidente guardò nella totale indifferenza!

E soprattutto sembra una orribile partita a scacchi: Un anno muovono i Tutsi, un anno muovono gli Hutu…tutti vittime e carnefici…l’orrore è una ruota che gira…

…ed infatti anche stavolta riguardo alla Libia vediamo in televisione un tranquillo Gheddafi che gioca a scacchi mentre le sue milizie compiono massacri…orribile metafora?...

…e come al solito il Mondo indifferente davanti all’orrore…

…dove sono i partigiani???

 

 

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