Innamorarsi di un vampiro
Quando il Vampiro ti sceglie, per te è finita. Il suo fascino ipnotico è tale, che pensi di essere la eletta, la sola e unica, così accogli l'invito e cadi nel tranello.
L'indifferenza con la quale ti lascerà a terra, dissanguata e senza più la vita che conoscevi, è quella che ti ucciderà, all'infinito, per l'eternità.
Il Vampiro sceglie le vittime, come un predatore, il più astuto che si possa immaginare, e con una pazienza non comune (Lui ha tutto il tempo che vuole) seduce e si nutre, disinteressandosi di cosa accade alla carcassa che si lascia dietro alle spalle.
Pendo dalla sua bocca, mi lacero nella sua attesa, ascoltando tutti i rumori del castello, e i suoni degli animali che lo chiamano per me. La fame che mi ha fatto conoscere mi lacera dentro, aspetto un insetto dalle sue mani, un bambino non ancora battezzato, carne tenera che non mi sfamerà più.
I suoi occhi non sono più per me, il Vampiro mi ha usata, e continua a farlo, sono la sua vittima, fino a che punto sono stata inconsapevole nell'esserlo?
Le spose del Vampiro sono quelle che hanno deciso di sposare colui che non le vuole, ma che le ha soltanto assaporate per qualche lungo istante, per poi lasciarle in una solitudine profonda e assoluta.
Cosa può essere l'appetito di un Vampiro? Può far perdere la testa, far perdere il senno, far precipitare in un abisso di lussuria e vizio.
La tavola del mio Signore era imbandita di ogni cosa, ma già sapevo cosa mi avrebbe saziato, il suo sguardo era su di me, e io mi sentivo soddisfatta. Versami del vino caro Conte, mi taglierò con uno spicchio del tuo cristallo antico, e potrai assaggiare così quello che sarà il tuo prossimo pasto.
Ero consapevole di ciò che stavo compiendo? Troppo tardi, quando ho percepito il gelo del tuo sguardo che guardava oltre me, ho capito il grande errore commesso.
Ora aspetto il tuo veloce ritorno, mi porterai qualche avanzo, il frutto di una frettolosa caccia in qualche culla, o una manciata di mosche, ma saranno i tuoi occhi su di me che potranno ancora sfamarmi un poco.
Il Vampiro è un essere superiore a certi meccanismi che influenza ancora tanto la vita mortale, Lui che ambisce alla fine dei suoi giorni, non conosce cosa sia il termine, la conclusione della storia. Ripercorre all'infinito i corridoio del suo castello, circuisce le sue prede prima di abbandonarle al suo destino, e continua il suo percorso di sofferenza in solitudine. Indifferente al dolore altrui, cerca di placare il proprio con blande sostitute del suo antico amore, le vittime di questa ricerca avranno davanti millenni di angoscia assoluta.
Dal primo incontro con il Vampiro sono passati secoli, come un incantesimo sono rimasta intatta, e la mia bellezza, che credevo ingenuamente l'avesse affascinato, è immutata. Il pallore del mio volto è simile al Suo, e i canini che scendono sulle mie labbra, le feriscono leggermente. Non conosco più il sorriso, non conosco più le lacrime che nascono dai miei occhi, anche quelli ormai sempre più simili ai Suoi: vuoti e immensi, su un viso scarno che appare solo come uno scrigno d'avorio per contenerli. Ho creduto di amarlo, secoli fa, il mio Vampiro, ora sono certa che non è stato così, in questo momento lo amo, adesso che so chi è, che so di quanto a bisogno che io ci sia al suo ritorno, che so quanto sia importante il suo ruolo in questo mondo. Non posa più il suo sguardo su di me, perché io son diventata il mio Vampiro, e nel momento di questa sacra mutazione tutto è diventato comprensibile e accettabile. Abbasso gli occhi rispettosa se ne incontro un altro, conosco i segreti che ci legano, quando lo rialzo appaio indifferente, ma la storia che conosciamo entrambi è del dolore e dell'attesa, non è indifferenza è uno scudo protettivo, l'unico che ci può salvare dalla ingiustizia del mondo.
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