Come nel "Il tocco del Male", Adam si troverà toccato da un'ispirazione che non è fede e non è religione ma è dedizione. Pura e semplice dedizione.
Padre Ivan non conosce la fede perché i suoi occhi sono chiusi ad ogni segnale, sia esso divino o terreno, ma Adam può vedere, può capire che qualcosa c'è e si trasmette e quando si rende conto che non è fede e non è dio e non è lui ad essere in gioco ma è la rinuncia a tutto questo, l'assunto che la forza di Ivan stia nel suo concedersi totalmente e senza riserve a se stesso, alla sua coerenza interna ed al suo bisogno di autocompletarsi, quando capisce che padre Ivan ci riesce davvero e trasforma gli altri, attraverso quest'ostinazione, allora capisce anche qual è la sua strada, viene toccato anche lui.
Non è importante aver fede, non è importante, soprattutto, che esista ciò in cui si crede, l'importante è solo crederci e dedicarsi a questo con tutte le forze.
Vorrei citare, al proposito, un testo rinvenuto tra i manoscritti del Mar Morto, incompleto ma comprensibile per grosse linee. E' attribuito aEridemo di Samotra, filosofo del II secolo d.C. che durante un discorso ai suoi adepti parla della dedizione come discendenza diretta dalla fede.
Cosa succede al (...)
quando s'incendiano pensieri
come asteroidi
e persino l'uomo [1]
è incapace di conoscere e capi(re)
il suo ragionare.
Morte e vita prendono unico aspetto
generando [idee] in forma di ricordo (...)
la memoria del mondo.
[1] Creatura mitologica inventata da Dio, di cui si narra nella Bibbia. [a]
[a] Libro scritto dagli uomini per ricordare il Dio [*] che li aveva creati
[*] Entità generata da se stessa ed in sè coerente e perfetta.
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