"Avevo ammirato i meravigliosi dipinti di Boris per anni prima di essere riuscita a incontrarlo. Non mi ero iscritta, però, a qualche sua lezione d'arte: fu lui che mi invitò a osservarlo mentre dipingeva e così iniziai a comprendere la pittura. Cominciai i miei primi lavori e lui mi fornì quei consigli per migliorarmi fino a un livello sempre più professionale. Guardarlo dipingere è come vedere la magia materializzarsi davanti ai propri occhi".
Nel 1985 Boris Vallejo si occupa della realizzazione di due poster: il primo è quello per Ma guarda un po' 'sti americani, nuovo capitolo, stavolta in giro per l'Europa, della serie National Lampoon's Vacation, affidato alla regia di Amy Heckerling:
Il manifesto, strutturato, come quello del precedente capitolo, sulle pose plastiche di Chevy Chase (che qui impugna una bottiglia di champagne anzichè una racchetta da tennis) e dei suoi familiari (con una sempre discinta e sensuale Beverly D'Angelo), che si stagliano, con ironico contrappasso, sotto un cielo catastroficamente minaccioso. Sullo sfondo, stavolta, le Alpi, il Colosseo, la Torre Eiffel e il Big Ben.
Il secondo poster del 1985 è quello di La regina dei barbari, rozzo B-movie ambientato nell'antica Roma e diretto dall'argentino Héctor Olivera prima di cimentarsi con le tragedie dei desaparecidos in La notte delle matite spezzate:
L'immagine realizzata da Vallejo si concentra sulla dirompente sensualità delle cinque guerriere, armonicamente disposte in posa combattiva e ritratte in tutto lo splendore dei loro fisici scultorei.
Tra la fine del 1986 e l'anno successivo vengono commissionati a Vallejo quattro poster:
Con l'unica eccezione del manifesto di Sweet Revenge, mediocre action movie diretto da Mark Sobel e interpretato da Nancy Allen, Ted Shackelford e Martin Landau, in cui Vallejo realizza una immagine meno innovativa del consueto (ma dove campeggia, comunque, uno splendido ritratto di Nancy Allen), si tratta di nuove espressioni del sempre più crescente interesse dell'artista peruviano, in linea con il precedente La regina dei barbari, per il body building, una passione che proprio durante gli anni Ottanta caratterizzerà sensibilmente la sua produzione artistica. Nell'arco del decennio, infatti, i suoi studi e le sue sperimentazioni sulla rappresentazione grafica della muscolatura del corpo umano raggiungono livelli di (iper)realistica resa espressiva. Fondamentali, alla luce di questa progressiva evoluzione stilistica all'interno dell'opera di Vallejo, appaiono, quindi, il poster di Deathstalker II - Duello di titani, secondo capitolo dell'omonima saga fantasy, realizzato direttamente per il mercato home video e diretto da Jim Wynorski, e quello di Warrior Queen, delirante (e pessimo...) Z-movie ambientato a Pompei, diretto da Chuck Vincent e interpretato dall'affascinante Sybil Danning e, purtroppo, da uno spaesatissimo Donald Pleasence: i due eroi ritratti nel manifesto di Deathstalker II, tripudio di bicipiti e erotismo, o, ancora, in Warrior Queen, le tre sensuali fanciulle che si ergono impettite sullo sfondo del Vesuvio in eruzione, testimoniano indiscutibilmente il livello di perfezione raggiunto da Vallejo nello scolpire forme e lineamenti dei suoi personaggi e nell'evocarne la furente carnalità.
Alla fine del 1987 realizza il manifesto per il mercato home video della riedizione di La rivolta delle gladiatrici (in originale The Arena e rititolato per l'occasione come Naked Warriors), altro "sontuoso" delirio blaxploitation, prodotto da Roger Corman, diretto da Steve Carver in compagnia di Joe D'Amato (!) e interpretato da Lucretia Love e Pam Grier (ma aggiungiamoci anche Rosalba Neri e Salvatore Baccaro...):
Meno evocativo, invece, risulta il poster dedicato nel 1988 da Vallejo a Deathstalker III - I guerrieri dell'inferno, anch'esso, come il precedente capitolo della saga, realizzato per il mercato home video:
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