"Ucciso? No, lei non l'ha ucciso. L'ha giustiziato"
Sir Wilfrid Robarts prese fiato e dopo una lunga pausa si rivolse all’aula per l’arringa finale “signori della corte, signori della giuria… in tanti anni di questa professione, mai mi era mai capitato di chiedere di ricorrere al cuore anziché alla ragione, come adesso mi accingerò a fare. Molti di voi penseranno che dopo questa richiesta sia giunta infine l’ora che io lasci.
Signori, è esattamente quello che avevo deciso di fare, come molti sapranno, appena terminata la difesa di Leonard Vole: sarebbe stato il mio ultimo incarico.
Ma, quello che è accaduto qui in aula mi ha portato a rivedere questa decisione e a ritornare sui miei passi.
L’imputata, Christine Vole Helm, è una donna bugiarda e falsa. Una donna che non ha esitato a falsificare atti, testimoniare il falso, ed è stata così capace a mischiare la carte in tavola, architettando un piano così perfetto che ha ingannato pure me, e tutti voi sapete quanto io non sia persona facilmente impressionabile , tanto meno che si riesca a gabbarmi come un avvocato alle prime armi, con tutto il rispetto per gli avvocati alle prime armi. Signori, un solo sentimento ha mosso le azioni di questa donna, l’amore nei confronti di quell’uomo che lei aveva sposato, che avrebbe cercato di salvare in tutti i modi, pur sapendolo colpevole. Nulla avrebbe potuto cambiare la sua visione del mondo. Ella lo amava e con lui avrebbe, una volta uscita dalla prigione - nella quale sarebbe entrata per salvarlo - , passato il resto della sua vita.
Questo è quello che ha mosso le azioni dell’imputata.
Questa è dedizione.
Assoluta.
Ma una cosa Christine Vole Helm non avrebbe mai permesso: vedere gettato nel ridicolo ogni suo gesto, ogni sua parola, ogni suo palpito del cuore.
Christine Vole Helm non ha ucciso per vendetta, ha difeso sino in fondo il fatto di essersi distrutta per lui, di essersi infangata di atti delittuosi senza motivo.
Signori , questa donna non è innocente, è colpevole di aver commesso un omicidio, ma il suo crimine più grave è quello di essersi annullata per essersi data ad un uomo che non la meritava.
Non vi chiedo di graziarla, non sono un idiota, anche se qualcuno di voi in questo momento comincerà a pensarlo. Sono un uomo che conoscendo Christine Vole Helm, ha capito sino in fondo cosa voglia dire dedicare la propria vita ad un altro essere.
Vi chiedo solo di essere clementi con lei: la sua condanna, lei, l’ha già scontata, scontrandosi con la realtà.
Ho terminato. Che Dio guidi le vostre decisioni.”
E quando si girò verso Christine Vole Helm, lei gli lesse sulle labbra chiaramente “e che Dio protegga anche lei. ne avrà bisogno!”
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