Nel panorama cinematografico contemporaneo, in cui il giornalismo culturale sembra perdere potere a favore del clamore mediatico e dei social network, il film The Critic si pone come un'affascinante riflessione sul ruolo della critica, sulla corruzione morale e sull'influenza delle parole. Diretto da Anand Tucker e basato sulla sceneggiatura che Patrick Marber ha ricavato dal romanzo Curtain Call di Anthony Quinn, il film trasporta lo spettatore nella Londra del 1934, un'epoca di grandi fermenti politici e sociali, dove l'acume di un uomo può essere tanto affilato quanto letale.

The Critic (2023): Gemma Arterton
Un faustiano patto nell’alta società londinese
La trama del film The Critic ruota attorno alla figura di Jimmy Erskine (Ian McKellen), il più temuto critico teatrale di Londra, capace di distruggere carriere con una singola recensione. L'uomo, noto per il suo acume caustico e la sua lingua velenosa, conduce una vita dissoluta, frequentando l'alta società e proteggendo la sua segreta identità omosessuale in un'epoca ostile alla diversità. Tuttavia, la sua posizione privilegiata viene minacciata dal nuovo proprietario del Daily Chronicle, David Brooke (Mark Strong), deciso a riformare il giornale e a liberarsi degli elementi più controversi.
Per mantenere il suo potere, Erskine stringe un patto con l’attrice emergente Nina Land (Gemma Arterton), a cui fino a quel momento ha riservato critiche spietate. In cambio di una recensione favorevole, la donna dovrà sedurre Brooke, garantendo così a entrambi il posto che desiderano nel mondo dello spettacolo e della stampa. Ciò che segue è un crescendo di manipolazioni, ricatti e tradimenti che porterà a conseguenze impreviste, tra delitti e disillusioni.
Personaggi sfaccettati e interpretazioni magnetiche
L'elemento di spicco del film The Critic è senza dubbio la performance di Ian McKellen, che porta sullo schermo un protagonista tanto spregevole quanto affascinante. Il suo Jimmy Erskine è un uomo che si aggrappa al proprio potere con ogni mezzo necessario, un dandy decadente il cui cinismo cela fragilità profonde. McKellen modula il personaggio con estrema abilità, facendo emergere non solo la sua crudeltà, ma anche il suo senso di vulnerabilità in un mondo che lo considera "altro".
Gemma Arterton, dal canto suo, offre una performance convincente nei panni di Nina Land, un’attrice combattuta tra la necessità di affermarsi e l’integrità personale. La sua dinamica con Erskine è una delle più affascinanti del film, oscillando tra ammirazione, paura e complicità.
Mark Strong incarna perfettamente il ruolo dell'implacabile David Brooke, un uomo guidato dalla necessità di modernizzare il giornale, ma che si trova intrappolato in una rete di passioni e intrighi. Accanto a loro, attori come Ben Barnes, Alfred Enoch e Lesley Manville contribuiscono con interpretazioni solide, purtroppo limitate da una sceneggiatura che in alcuni momenti non dà loro sufficiente spazio.

The Critic (2023): Gemma Arterton
Un thriller denso di significati
Se da un lato The Critic può sembrare un classico thriller d’epoca, la sua vera forza risiede nei temi che affronta. Il film esplora il potere delle parole e il loro impatto devastante, sia nel contesto del giornalismo che in quello delle relazioni personali. La critica teatrale diventa un’arma, un mezzo per esercitare controllo sugli altri, ma anche uno strumento che può ritorcersi contro chi la brandisce.
Allo stesso tempo, il film tocca tematiche di grande rilevanza storica e attuale: la persecuzione delle persone LGBTQ+, il conflitto tra conservatorismo e progresso, e la natura corrotta del potere. La Londra del 1934, magnificamente ricostruita, diventa un microcosmo di tensioni sociali, con il fascismo in ascesa e una società in cui l’apparenza è tutto.
Dal punto di vista visivo, Tucker abbraccia un’estetica cupa e opulenta, con una fotografia che enfatizza il contrasto tra il lusso delle élite e la miseria morale dei suoi protagonisti. Tuttavia, alcune scelte stilistiche risultano meno riuscite, come l'uso di effetti speciali discutibili nelle riprese esterne, che tolgono un po’ di autenticità all’ambientazione storica.
Una seconda parte meno incisiva
Nonostante un inizio brillante e carico di tensione, il film The Critic perde un po’ di mordente nella seconda metà. La complessità psicologica dei personaggi viene progressivamente sacrificata in favore di una narrazione più convenzionale, con sviluppi prevedibili e un epilogo che manca dell’impatto emotivo che ci si potrebbe aspettare.
L’elemento thriller, che avrebbe potuto elevare la storia a un livello superiore, risulta meno efficace del previsto, con colpi di scena che non sempre sorprendono. Alcuni personaggi secondari, come quello interpretato da Romola Garai, vengono introdotti con grande potenziale ma lasciati in secondo piano, sprecando occasioni di approfondimento.
Un’opera imperfetta ma affascinante
The Critic è un film che riesce a intrattenere e affascinare grazie alla sua ambientazione impeccabile e alla straordinaria performance di Ian McKellen. Tuttavia, la sceneggiatura, pur partendo da premesse intriganti, non sfrutta appieno il suo potenziale, perdendosi in un secondo atto meno incisivo.
Resta comunque un’opera interessante per chi ama il cinema d’epoca, i thriller psicologici e le storie di anti-eroi. Non sarà forse un capolavoro, ma lascia dietro di sé riflessioni importanti su potere, ambizione e il peso delle parole. Dopo tutto, come dimostra Jimmy Erskine, la critica può essere un’arma potentissima… e in certi casi, persino letale.
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