Oddity, il nuovo film di Damian Mc Carthy, si distingue per la sua capacità di destabilizzare lo spettatore attraverso un racconto che mescola il sovrannaturale con il thriller psicologico, con un tocco di folklore irlandese e un’estetica che richiama il cinema gotico e il J-horror. Disponibile in streaming.

Oddity (2024): Carolyn Bracken
La trama: Un mistero da svelare
Dani Timmins (Carolyn Bracken) viene brutalmente uccisa da un paziente dell’ospedale psichiatrico in cui lavora suo marito Ted (Gwilym Lee). Un anno dopo, la sorella gemella cieca, Darcy (sempre Bracken), si presenta a casa di Ted e della sua nuova compagna Yana (Caroline Menton) con un inquietante regalo: un manichino di legno dalle fattezze agonizzanti. La sua presenza, apparentemente innocua, si rivela il fulcro di un racconto denso di tensione, in cui la verità sulla morte di Dani si intreccia con eventi sempre più spaventosi.
Il film Oddity si apre con una sequenza che incarna perfettamente l’essenza del thriller paranormale: un uomo dall’aspetto inquietante bussa alla porta di Dani avvertendola che qualcuno è entrato in casa. La scelta di credergli o meno si rivela fatale, ma il film non mostra subito l’epilogo della vicenda, lasciando lo spettatore sospeso tra il dubbio e l’angoscia. La storia poi salta avanti nel tempo, svelando lentamente i misteri rimasti in sospeso.
Personaggi: anime perdute e spettri del passato
Uno degli elementi più interessanti del film Oddity è la caratterizzazione dei suoi personaggi, che sembrano mossi da forze oscure e da motivazioni ambigue. Darcy è senza dubbio il cuore del film: con la sua cecità e la capacità di "leggere" gli oggetti attraverso il contatto, incarna la figura della medium tradizionale ma con un'aura di enigmatico distacco. Bracken riesce a interpretare con maestria due gemelle completamente diverse: Dani, vivace e umana, e Darcy, quasi ultraterrena nella sua freddezza e determinazione.
Ted, il marito di Dani, è un personaggio subdolo e ambiguo. Medico in un ospedale psichiatrico, rappresenta lo scetticismo e la razionalità, ma la sua apparente compostezza nasconde segreti inquietanti. La sua nuova compagna, Yana, si trova invece a vivere un incubo crescente, in una casa infestata non solo da presenze spettrali, ma anche dai rimorsi e dai sospetti.
Il manichino di legno è quasi un personaggio a sé stante. Con la sua espressione perennemente contorta in un urlo muto, funge da sentinella macabra degli eventi. La sua immobilità apparente si alterna a momenti in cui sembra spostarsi, insinuando nella mente dello spettatore il dubbio su cosa sia reale e cosa no.

Oddity (2024): scena
Oltre l’orrore convenzionale
Mc Carthy non si accontenta di costruire una semplice storia dell’orrore, ma esplora tematiche più profonde, come il concetto di colpa, vendetta e il legame tra oggetti e memoria. Il film Oddity gioca sul sottile confine tra il paranormale e il reale, creando un’atmosfera soffocante e opprimente. E pone interrogativi sulla natura del male: è un’entità esterna che infesta la casa o qualcosa di più umano e nascosto?
Il regista utilizza con maestria il ritmo lento per costruire la tensione, una scelta che può dividere il pubblico. Alcuni spettatori potrebbero trovarlo troppo dilatato, ma per chi ama l’horror che si insinua sotto la pelle, questa paziente costruzione dell’angoscia è un punto di forza.
L’ambientazione è fondamentale: la casa isolata nel paesaggio rurale irlandese diventa un labirinto di paura e oppressione. La fotografia di Colm Hogan sfrutta al massimo le ombre, i giochi di luce e le riprese statiche per accrescere il senso di inquietudine.
Mc Carthy stesso ha dichiarato: "Volevo creare un film che giocasse con la percezione del pubblico. Il vero orrore non è solo ciò che vediamo, ma ciò che immaginiamo possa accadere".
Parlando della sua passione per oggetti infestati e maledetti, il regista ha aggiunto: "Mi ha sempre affascinato l’idea di un oggetto che porta con sé un’energia particolare. La paura nasce dall’incertezza: questo manichino è solo un pezzo di legno o c’è qualcosa di più?".
Un piccolo capolavoro di terrore
Oddity non è un film per chi cerca solo jump scare facili. È un’esperienza che si insinua lentamente nella mente dello spettatore, lasciando un senso di disagio persistente. Grazie a un'interpretazione magnetica di Carolyn Bracken, un uso sapiente della suspense e un'estetica evocativa, il film si impone come una delle opere horror più interessanti dell’anno.
Mc Carthy conferma la sua capacità di innovare il genere, mescolando horror psicologico e sovrannaturale con un tocco di folklore irlandese. Oddity è un film inquietante e affascinante come il suo misterioso manichino di legno. Un piccolo gioiello di terrore che merita di essere scoperto e discusso.
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