Su Netflix dal 2 marzo, il film Ci sei Dio? Sono io, Margaret si distingue come un'opera che unisce nostalgia e attualità, affrontando con sensibilità e realismo il delicato passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Tratto dal romanzo di Judy Blume, il film diretto da Kelly Fremon Craig riporta in vita una storia senza tempo che ha accompagnato generazioni di giovani lettrici e lettori. Con un cast eccezionale e una regia capace di restituire l'essenza del romanzo, l'adattamento cinematografico riesce a catturare il cuore dello spettatore, affrontando temi universali con freschezza e autenticità.

Ci sei Dio? Sono io, Margaret (2023): Kathy Bates, Abby Ryder Fortson
La Trama: Un anno di trasformazioni
Ambientato negli anni '70, il film Netflix Ci sei Dio? Sono io, Margaret segue le vicende di Margaret Simon (Abby Ryder Fortson), un'undicenne che si trova a dover affrontare cambiamenti che sconvolgono il suo mondo. Dopo essersi trasferita con la famiglia da New York a Farbrook, New Jersey, Margaret si trova immersa in un ambiente sconosciuto, lontana dalla sua amata nonna Sylvia (Kathy Bates), che ha sempre rappresentato un punto di riferimento.
Lontana dalle sue certezze, Margaret cerca risposte su chi è e chi vuole diventare. La sua vita scolastica si intreccia con amicizie nuove e con le pressioni sociali imposte dalle sue coetanee, in particolare da Nancy Wheeler (Elle Graham), leader di un gruppo segreto di amiche. Nel frattempo, la giovane protagonista si interroga su un altro aspetto fondamentale della sua identità: la religione. Cresciuta in una famiglia con un padre ebreo (Benny Safdie) e una madre cristiana (Rachel McAdams), Margaret è lasciata libera di scegliere la sua fede, ma il suo percorso è ostacolato dalle divisioni familiari e dai pregiudizi religiosi. Attraverso conversazioni intime con Dio, la protagonista esprime le sue paure, speranze e desideri più profondi.
I personaggi principali
Il cuore pulsante del film Netflix Ci sei Dio? Sono io, Margaret è Margaret, interpretata con straordinaria sensibilità da Abby Ryder Fortson. La giovane attrice incarna alla perfezione il tumulto emotivo dell'adolescenza, restituendo al pubblico una protagonista credibile e coinvolgente. Rachel McAdams offre una performance intensa nei panni di Barbara, una madre che lotta per trovare un equilibrio tra il ruolo di genitore e le sue aspirazioni artistiche, mentre Kathy Bates brilla nel ruolo della nonna Sylvia, portando sullo schermo una figura affettuosa e carismatica.
Benny Safdie, nei panni di Herb Simon, offre una rappresentazione autentica di un padre amorevole ma impotente di fronte ai cambiamenti della figlia. Anche il cast di supporto, tra cui Echo Kellum nel ruolo del professore Mr. Benedict e Isol Young in quello di Laura Danker, contribuisce a dare profondità alla narrazione, arricchendo il quadro della crescita adolescenziale.

Ci sei Dio? Sono io, Margaret (2023): Rachel McAdams, Abby Ryder Fortson
Crescita, identità e autodeterminazione
Il film Netflix Ci sei Dio? Sono io, Margaret si distingue per la sua capacità di affrontare con naturalezza e sincerità temi spesso considerati tabù nella letteratura e nel cinema per ragazzi. La pubertà, con le sue sfide e insicurezze, è rappresentata senza filtri attraverso momenti toccanti e scene iconiche, come l'esercizio "I must, I must, I must increase my bust", che diventa un rito di passaggio tra le amiche di Margaret.
Uno degli aspetti più potenti del film è l'esplorazione della religione e della ricerca di un senso di appartenenza. Margaret non è solo alla ricerca della propria identità fisica ed emotiva, ma anche spirituale. Il confronto con le diverse fedi e le tensioni familiari legate alla religione mostrano quanto sia complesso il percorso di autodeterminazione di un individuo.
Un altro tema centrale è il ruolo delle figure genitoriali. Barbara Simon si scontra con le aspettative sociali di una donna negli anni '70, mentre Sylvia cerca di trovare un nuovo scopo nella sua vita. Il film esplora anche il modo in cui gli adulti influenzano il percorso di crescita dei ragazzi, a volte involontariamente imponendo loro paure e insicurezze.
Una regia sensibile
Kelly Fremon Craig, già apprezzata per 17 anni (e come uscirne vivi), dimostra ancora una volta la sua capacità di dirigere storie di crescita con empatia e acutezza. La scelta di mantenere l'ambientazione originale degli anni '70 aggiunge un tocco nostalgico e permette di sottolineare la continuità delle esperienze adolescenziali attraverso le generazioni. La fotografia curata da Tim Ives e la scenografia di Steve Saklad contribuiscono a creare un'estetica calda e autentica, che immerge lo spettatore nell'epoca senza forzature stilistiche.
Un altro elemento distintivo è la colonna sonora, curata da Hans Zimmer, che riesce a intrecciare sapientemente musiche d'epoca con composizioni originali, accompagnando le emozioni di Margaret con delicatezza e intensità.
Un film necessario per il presente
Pur essendo ambientato nel passato, il film Netflix Ci sei Dio? Sono io, Margaret è incredibilmente attuale. In un'epoca in cui il dialogo sull'educazione sessuale e sull'autodeterminazione femminile è ancora controverso, il film rappresenta un'importante occasione di riflessione. Come ha sottolineato la stessa Judy Blume, il romanzo è stato più volte censurato nel corso degli anni, proprio per la sua schiettezza nell'affrontare argomenti legati alla pubertà. La trasposizione cinematografica rafforza il valore del libro, mostrando quanto sia fondamentale parlare apertamente di crescita e cambiamento.
Oltre a rappresentare una celebrazione del romanzo originale, il film si fa portavoce di un messaggio universale: la crescita è un viaggio complesso, ma è proprio attraverso le incertezze e le sfide che troviamo noi stessi. Che si tratti di una giovane lettrice degli anni '70 o di un'adolescente di oggi, la storia di Margaret continua a risuonare nel cuore di chiunque abbia mai affrontato il difficile, ma straordinario, cammino verso l'età adulta.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta