La Sicilia di inizio Novecento non è solo uno sfondo storico, ma un vero e proprio personaggio nella nuova serie tv Sky Original L'Arte della Gioia, disponibile dal 28 febbraio in esclusiva su Sky e NOW. Diretta da Valeria Golino, la serie trae ispirazione dall'omonimo romanzo di Goliarda Sapienza, un'opera che ha vissuto una travagliata vicenda editoriale, rifiutata per decenni dalle case editrici italiane prima di essere riscoperta all'estero e diventare un cult letterario. Il risultato è un dramma intenso e visivamente sontuoso, che si muove tra introspezione e ribellione sociale, intrecciando il percorso personale della protagonista con i temi universali dell’emancipazione e dell’autodeterminazione.

L'arte della gioia (2024): Jasmine Trinca
Un viaggio verso la libertà
La storia della serie tv Sky L’Arte della Gioia segue la vita di Modesta (interpretata da Tecla Insolia), nata il primo gennaio del 1900 in una Sicilia rurale e poverissima. Orfana a causa di un tragico incidente, la bambina viene accolta in un convento, dove la sua vivacità intellettuale e il desiderio di libertà emergono prepotentemente. Sotto l’ala protettrice della Madre Superiora Leonora (Jasmine Trinca), Modesta comprende presto che il suo destino non sarà quello prestabilito dalle regole sociali e religiose.
L’incontro con la nobile famiglia Brandiforti segna un ulteriore punto di svolta. Nella villa aristocratica di Gaia Brandiforti (Valeria Bruni Tedeschi), Modesta non si limita a sopravvivere, ma diventa protagonista attiva del proprio destino. Il suo percorso di emancipazione è segnato da scelte controcorrente: vive la propria sessualità senza vergogna, conquista il potere all'interno della villa e sfida ogni convenzione sociale.
Personaggi complessi e affascinanti
Il cuore pulsante serie tv Sky L’Arte della Gioia sta nella profondità dei suoi personaggi, ciascuno portatore di una visione del mondo che si confronta e si scontra con la determinazione inarrestabile di Modesta.
Modesta, interpretata con straordinaria intensità da Tecla Insolia, è una donna che non accetta il ruolo assegnatole dalla società patriarcale. La sua crescita, da bambina orfana a padrona del proprio destino, è segnata da una continua sfida alle convenzioni. Curiosa, spregiudicata e profondamente sensuale, Modesta esplora il mondo senza mai arretrare, trasformando ogni ostacolo in un trampolino per la propria libertà. Il suo desiderio di conoscenza non è mai disgiunto dalla volontà di vivere pienamente ogni esperienza, sia essa intellettuale, affettiva o carnale. Insolia riesce a restituire la complessità di un personaggio che oscilla tra tenerezza e spietatezza, tra amore e ambizione.
Madre Leonora, interpretata da Jasmine Trinca, incarna l'ambiguità del potere religioso. Apparentemente mite e devota, esercita in realtà un controllo sottile sulle novizie del convento, attratta e intimorita allo stesso tempo dalla vitalità di Modesta. La sua autorità nasconde fragilità e desideri repressi, che emergono progressivamente, rivelando un personaggio intrappolato tra il dovere e il rimpianto per una libertà mai concessasi.
La principessa Gaia Brandiforti, portata in scena da una magnetica Valeria Bruni Tedeschi, rappresenta il declino di un'aristocrazia incapace di adattarsi ai cambiamenti sociali. Donna di mezza età dagli occhi di ghiaccio e dai modi caustici, Gaia intuisce subito il potenziale di Modesta, vedendo in lei non solo una serva capace, ma anche una forza vitale che potrebbe ravvivare la sua esistenza stagnante. Tuttavia, il suo autoritarismo e la sua visione limitata le impediscono di comprendere appieno l'ambizione della giovane donna, portandola inevitabilmente a sottovalutarla.
Beatrice, detta Cavallina, interpretata da Alma Noce, è la più giovane dei Brandiforti e l'incarnazione della purezza ingenua. Affetta da una lieve claudicazione che la rende vulnerabile, Cavallina si rifugia nella fantasia e nell'affetto che trova in Modesta. Il loro rapporto si evolve da una tenera amicizia a una relazione che esplora anche la dimensione sensuale, ma sempre fondata su un rispetto reciproco. Beatrice trova in Modesta una guida, imparando a vedere il mondo oltre le mura dorate della villa, mentre Modesta scopre in lei un raro spazio di dolcezza e vulnerabilità.
Carmine, interpretato con intensità da Guido Caprino, è il gabellotto dei Brandiforti, un uomo duro e pragmatico che incarna la mentalità patriarcale dell'epoca. Abituato a comandare, si trova spiazzato dall'ascesa di Modesta, che non solo sfida la sua autorità, ma ne conquista il rispetto e, infine, il desiderio. Il loro rapporto è fatto di tensione e passione, una lotta di potere che si consuma rapidamente ma lascia un segno indelebile in entrambi.
Emancipazione e desiderio
La serie tv Sky L’Arte della Gioia non è solo la storia di una donna che lotta per il proprio posto nel mondo, ma un manifesto femminista che affronta temi ancora attuali. L’emancipazione di Modesta passa attraverso la consapevolezza del proprio corpo, il rifiuto delle imposizioni sociali e la ricerca della felicità come atto rivoluzionario. Valeria Golino, nelle sue note di regia, sottolinea come la forza del personaggio risieda proprio nella capacità di perseguire i propri desideri senza compromessi, rompendo ogni recinto morale e sociale.
La serie esplora anche il potere, non solo come strumento di dominio, ma come mezzo per autodeterminarsi. Modesta conquista spazi di libertà in un mondo rigidamente diviso tra servi e padroni, uomini e donne, privilegiati e oppressi. La sua ribellione diventa simbolo di una lotta universale per la dignità e la gioia.
Un trionfo estetico e narrativo
La serie tv Sky L’Arte della Gioia serie si distingue non solo per la forza della narrazione, ma anche per la qualità della realizzazione tecnica. La fotografia di Fabio Cianchetti adotta uno stile pittorico, giocando sui contrasti tra la luce calda delle campagne siciliane, il rigore freddo del convento e la ricchezza luminosa della villa Brandiforti. Ogni ambiente diventa specchio delle emozioni e delle sfide affrontate da Modesta.
La scenografia, curata da Luca Merlini, ricostruisce con precisione la Sicilia di inizio secolo, tra le pendici selvagge dell’Etna, il convento austero e le sontuose ville settecentesche di Bagheria. Il lavoro sui costumi, firmato da Maria Rita Barbera, coniuga fedeltà storica e libertà creativa, permettendo ai personaggi di muoversi in uno spazio senza tempo.
La colonna sonora, composta dall’islandese Tóti Guðnason, aggiunge un ulteriore livello emotivo, mescolando musica tradizionale e sonorità contemporanee. Particolarmente suggestivo è il brano Parola di Donato Dozzy e Anna Caragnano, che chiude ogni episodio con un mantra ipnotico.

L'arte della gioia (2024): Valeria Bruni Tedeschi
Un inno alla libertà
L’Arte della Gioia va oltre la semplice trasposizione televisiva: è un'opera che dialoga con il presente, portando sullo schermo un personaggio femminile che sfida il destino con intelligenza, sensualità e coraggio. Valeria Golino, che vestirà i panni di Goliarda Sapienza nel nuovo film di Mario Martone atteso in concorso a Cannes 2025, firma una serie che non solo celebra il romanzo di Goliarda Sapienza, ma ne amplifica il messaggio, rendendolo accessibile a un pubblico contemporaneo.
La serie non offre risposte facili, ma invita lo spettatore a riflettere su cosa significhi davvero la libertà: non solo il diritto di scegliere, ma la capacità di reclamare il proprio posto nel mondo, senza compromessi. E Modesta, con il suo inarrestabile desiderio di gioia, diventa un simbolo potente e necessario, oggi come allora.

Fuori (2024): Valeria Golino
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