Rio Lobo, su Rai Movie in prima serata il 17 febbraio, è l'ultimo film western diretto da Howard Hawks e vede John Wayne nei panni del colonnello Cord McNally, un ufficiale dell'Unione deciso a vendicare il tradimento di due ex soldati confederati che, durante la Guerra Civile, hanno causato la morte dei suoi uomini. Dopo il conflitto, McNally si allea sorprendentemente con due ex nemici per smascherare una rete di corruzione e soprusi in una cittadina del Texas. Il film riprende le tematiche di Rio Bravo e El Dorado, con una forte enfasi sulla lealtà, il senso di giustizia e il tramonto di un'epoca. Sebbene accolto con meno entusiasmo rispetto ai capolavori precedenti, Rio Lobo resta una pellicola simbolica, segnando la fine di un ciclo sia per Hawks che per lo stesso John Wayne.
L'intervista che segue immagina una chiacchierata con John Wayne ricordando, dall’aldilà, il film Rio Lobo. Attraverso le sue parole (o, meglio, quelle che avremmo voluto sentirci dire, basandoci su quanto dichiarato in passato dall’attore), esploriamo i temi centrali della pellicola, il suo rapporto con il personaggio di McNally e le riflessioni che l’esperienza gli ha lasciato.

Rio Lobo (1970): John Wayne
Intervista impossibile a John Wayne
Nel silenzio etereo di un luogo senza tempo, mi ritrovo di fronte a una leggenda. John Wayne, il Duca, mi accoglie con il suo inconfondibile sorriso e lo sguardo fiero. Oggi parliamo di Rio Lobo, l'ultimo film che ha girato con Howard Hawks. L'occasione è unica: esplorare non solo il film, ma anche il significato più profondo del western e il suo impatto sulla sua vita.
Mr. Wayne, Rio Lobo è stato il suo ultimo film con Howard Hawks. Cosa ha significato per lei questa collaborazione?
Howard era un vecchio amico, uno di quelli con cui non c'è bisogno di tante parole per capirsi. Abbiamo fatto grandi film insieme, Un dollaro d'onore su tutti. Rio Lobo è stato il nostro addio, anche se non lo sapevamo. Era un film che riprendeva molti dei temi di El Dorado e Rio Bravo, ma con un tono più malinconico. Hawks era un maestro del genere e con lui sapevo sempre di essere in buone mani.
Il film racconta una storia di vendetta, giustizia e lealtà. Sono temi ricorrenti nei western. Crede che Rio Lobo li esplori in modo diverso?
La vendetta nei western è sempre un filo conduttore, ma quello che mi è piaciuto di Rio Lobo è che il mio personaggio, il colonnello McNally, non è spinto solo dalla rabbia, ma da un senso di giustizia. È un uomo che ha combattuto per un ideale e non tollera il tradimento. La differenza con altri film è che qui McNally, invece di essere un giovane pistolero, è un uomo più anziano, più stanco, ma che non si tira mai indietro davanti al dovere. Forse in questo c’era qualcosa anche di me stesso.
Il suo personaggio è un ufficiale confederato che si allea con ex soldati nemici. In un’America degli anni '70, segnata dai conflitti sociali e dal Vietnam, pensa che il pubblico abbia letto il film in modo diverso?
Guardi, io ho sempre creduto che il western fosse una lezione di valori: coraggio, onore, amicizia. Certo, negli anni '70 molte cose stavano cambiando, e i giovani guardavano ai western con più cinismo. Ma per me il messaggio di Rio Lobo era semplice: anche chi era nemico può diventare un alleato quando c'è una causa più grande da difendere. Il pubblico magari ci ha visto altro, ma io ci ho visto una storia di uomini che si rispettano, nonostante tutto.
Rio Lobo è uno degli ultimi film della sua carriera. Guardandolo oggi, c'è qualcosa che avrebbe voluto cambiare?
Beh, il film non è perfetto. Hawks era stanco, e anche io non ero più il giovane cowboy che saltava da cavallo con una battuta pronta. Ma credo che abbia un suo fascino, perché è un film di addio. Addio a un modo di fare cinema, addio a un certo tipo di eroe. Certo, avrei voluto che fosse più forte, più incisivo, ma quando si gira un film non si pensa mai che sarà l'ultimo di una serie. Oggi lo rivedo con affetto, anche con un po’ di nostalgia.
Ha interpretato cowboy e soldati per decenni. Alla fine, chi era davvero John Wayne?
(Ride, ndr) Beh, chiunque ti dirà che ero solo un attore. Ma sai una cosa? Io ci ho sempre creduto in quegli uomini duri, in quegli eroi senza paura. Non si tratta solo di film, ma di uno stile di vita. Io ero Duke Morrison, certo, ma quando indossavo il cappello e salivo a cavallo, ero John Wayne. E John Wayne sarà sempre lì, in una città polverosa del West, pronto a combattere per quello che è giusto.
L’intervista si chiude con un silenzio che sa di tramonto sulle praterie. John Wayne sorride, si toglie il cappello e si allontana nel vento. Il Duca non muore mai, non davvero. Il suo spirito cavalca ancora.
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Meravigliosa intervista con un Finale perfetto!
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