Il Festival di Berlino 2025 accoglie in concorso con grande attesa Mother’s Baby, il nuovo film della regista austriaca Johanna Moder. Un'opera intensa e perturbante che affronta la maternità attraverso la lente di un thriller psicologico, giocando con le certezze dello spettatore e scardinando le aspettative sul concetto di famiglia e identità materna.
Un incubo al posto del sogno materno
Julia (Marie Leuenberger), talentuosa direttrice d’orchestra quarantenne, e il suo compagno Georg (Hans Löw) desiderano ardentemente un figlio. L’opportunità arriva grazie al dottor Vilfort (Claes Bang), specialista della fertilità, che offre loro una speranza attraverso un trattamento innovativo. Tuttavia, la gioia della gravidanza si trasforma in un incubo quando il parto non va come previsto e il neonato viene immediatamente allontanato per cure mediche. Al momento della riunione con il bambino, Julia prova un senso di estraneità inquietante. Il sospetto che il neonato che le è stato restituito non sia il suo si insinua nella sua mente, logorandola e mettendo in crisi il suo matrimonio.

Mother's Baby (2025): Claes Bang, Marie Leuenberger
Una regia che esplora il lato oscuro della maternità
Johanna Moder, regista e sceneggiatrice, si conferma una delle voci più audaci del cinema europeo contemporaneo. Dopo i successi di Once Were Rebels e High Performance, Moder cambia registro e affronta nel film Mother’s Baby un soggetto intimo e universale con una messa in scena che oscilla tra realtà e paranoia. Il film si distingue per la sua fotografia cupa e le sue inquadrature claustrofobiche, amplificando il senso di smarrimento di Julia e trasformando la sua crisi in una spirale emotiva che cattura lo spettatore.
"Questo film è una sorta di resa dei conti, anche se non so con chi o con cosa", dichiara la Moder. "Il mito della felicità materna si sgretola davanti alle aspettative sociali, lasciando spazio a un viaggio nell’inquietudine e nella disillusione. La felicità promessa non si materializza con la nascita del bambino. Al contrario: è l’inizio di un brutto sogno. Nulla è più come prima. E ciò che era, inesorabilmente si dissolve e non può più essere trattenuto”.
“Racconta di un mondo nascosto, a cui si può accedere solo diventandone parte. La realtà dietro la facciata perfetta delle famiglie felici è raramente mostrata o riconosciuta. È un mondo prevalentemente femminile, popolato da infermiere pediatriche, ostetriche e madri disperate che si consigliano a vicenda e condividono verità. Parla della sfida di affrontare le aspettative della maternità e di ritrovare sé stesse. È una storia sul lato nascosto della maternità”.
“Parla di Julia, una direttrice d'orchestra che si è fatta strada con successo fino ai vertici, che vive una relazione felice e apparentemente paritaria con il marito Georg, che diventa madre in età avanzata e improvvisamente si ritrova incasellata in ruoli preconfezionati nei quali non si riconosce. Seppellisce un sogno. Si adatta. Si conforma a ciò che ci si aspetta da lei. L’amarezza si deposita come una patina zuccherata sulla dolce nuova vita che le era stata promessa”.

Mother's Baby (2025): Marie Leuenberger, Hans Löw
Un cast di grande intensità
Marie Leuenberger offre nel film Mother’s Baby un’interpretazione interessante nel ruolo di Julia, trasmettendo con sottigliezza la sua crescente alienazione e disperazione. Hans Löw, nei panni del marito Georg, incarna con efficacia l’impotenza di un uomo che non riesce a comprendere il dolore della moglie. Claes Bang, nel ruolo del misterioso dottor Vilfort, aggiunge un ulteriore livello di ambiguità alla storia, alimentando il dubbio su cosa sia realmente accaduto alla nascita del bambino.
Mother’s Baby non è solo un film sulla maternità, ma una riflessione sulla perdita di controllo, sulla vulnerabilità e sul peso delle aspettative sociali. La scelta di narrare la storia attraverso il filtro del thriller psicologico si rivela vincente: il film trascina presto in un vortice di ansia e sospetto. “Ho scelto consapevolmente di raccontare Mother’s Baby come un thriller psicologico piuttosto che un dramma”, aggiunge la regista. “Il film gioca con l’oscurità visiva e i contrasti tra bellezza e dolore. Il mondo di Julia diventa sfocato, ma la domanda sulla realtà rimane”.
Ed è così che Johanna Moder firma un’opera coraggiosa e disturbante, destinata a far discutere.
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