Il Festival di Berlino 2025 presenta in concorso Reflection in a Dead Diamond, il nuovo film di Hélène Cattet e Bruno Forzani, un'opera che si muove tra nostalgia, spionaggio e illusioni visive, trasformando la Côte d’Azur in un labirinto di specchi dove il passato e il presente si confondono in un gioco di percezioni sfuggenti.
Ambientato nella luminosa ma ingannevole Riviera francese, il film Reflection in a Dead Diamond segue John D, una spia in pensione, che vede il proprio passato riaffiorare attraverso l’enigmatica scomparsa del suo vicino di stanza. Il protagonista, interpretato da Fabio Testi, si ritrova intrappolato in una rete di ricordi, sospetti e ombre del passato, evocando un’atmosfera che fonde il James Bond degli anni ‘60 con la malinconia estetica di Morte a Venezia.

Reflection in a Dead Diamond: Fabio Testi.
Un’ode al cinema di genere
Cattet e Forzani, noti per la loro abilità nel reinventare generi cinematografici con un linguaggio unico, si ispirano all’Eurospy e ai fumetti neri italiani, generi che negli anni ’60 offrivano una controparte europea alle spie patinate di Hollywood. Il film gioca con gli archetipi del thriller di spionaggio, mescolando glamour e paranoia in un universo che richiama le opere di Diabolik e le produzioni pop del cinema di serie B italiano.
Un elemento distintivo di Reflection in a Dead Diamond è la sua struttura narrativa a più strati, ispirata al lavoro di Satoshi Kon (Perfect Blue, Millennium Actress). La storia si sviluppa su diversi livelli tematici e visivi, creando una percezione tridimensionale dell’intreccio e offrendo al pubblico un’esperienza immersiva e stratificata, dove ogni visione può rivelare nuove chiavi di lettura.

Reflection in a Dead Diamond (2025): locandina
Un cast dal fascino senza tempo
Fabio Testi nel film Reflection in a Dead Diamond incarna perfettamente John D, un personaggio sospeso tra il fascino e la decadenza del passato. Al suo fianco, Yannick Renier dà vita alla versione giovane di John, in un’interpretazione che ha richiesto un’intensa trasformazione fisica. Il cast si completa con Maria de Medeiros, scelta per la sua capacità di attraversare epoche e generi cinematografici, e Thi-Mai Nguyen, un’interprete dal background nella danza contemporanea, che porta in scena un’inedita fusione tra eleganza e fisicità nei panni dell’enigmatica Serpentik.
Un viaggio visionario
La Côte d’Azur, con il suo splendore opulento e la sua carica di mistero, diventa un elemento narrativo cruciale. Cattet e Forzani trasformano le sue luci e ombre in una metafora della memoria e dell’inganno, omaggiando i film di spionaggio italiani che utilizzavano la regione per aggiungere un tocco di lusso e ambiguità alle loro trame.
Visivamente, il film esplora l’arte dell’illusione attraverso l’uso dell’Op Art, riprendendo il lavoro che i due registi avevano già fatto con l’Art Nouveau in The Strange Color of Your Body’s Tears e il Nuovo Realismo in Let the Corpses Tan. Le geometrie ipnotiche e le distorsioni visive diventano parte integrante del linguaggio del film, immergendo lo spettatore in un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà.
Un’opera da scoprire
Il filmReflection in a Dead Diamond non è solo un thriller, ma un’esperienza sensoriale e mentale che invita il pubblico a interrogarsi sulla natura della percezione e della memoria. Con un’estetica audace e una narrazione avvincente, Cattet e Forzani si confermano autori capaci di reinventare il cinema di genere, rendendo omaggio alla tradizione europea mentre spingono i confini del linguaggio cinematografico.
Il loro è un esempio di come il passato, il presente e l’immaginario collettivo possano fondersi in un’unica, affascinante illusione.

Reflection in a Dead Diamond: Fabio Testi.
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