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FATTI & RIFATTI NR. 10: DRACULA... O NOSFERATU?
di alan smithee
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Max Schreck

Nosferatu, il vampiro (1922): Max Schreck

Mentre è sul grande schermo, riscontrando anche una buona accoglienza in termini di incasso, e discordanti giudizi sia tra spettatori che tra la critica, il Nosferatu del regista Robert Eggers, una domanda è lecito che serpeggia tra coloro che non hanno saputo fare a meno del richiamo del famoso vampiro assetato di sangue umano.

Ovvero: che differenza c'è tra il personaggio creato dalla fantasia macabra di Bram Stoker ed il vampiro così chiamato per sancirne la caratteristica di "non morto"?

Nessuna.

La risposta è netta e la spiegazione segue qui sotto senza troppo tergiversare.

La separazione di due personaggi di fatto identici, trova la sua ragion d'essere in mere questioni legali che intervennero già al momento in cui, nel lontanissimo 1922 degli albori del cinema, un talentuoso cineasta conosciuto come Friedrich Wilhelm Murnau, decise di dedicarsi alla trasposizione della inquietante storia di un vampiro immortale e assetato di sangue umano.

Quel capisaldo del cinema horror ed espressionista in assoluto che è oggi Nosferatu il vampiro, risulta solo liberamente ispirato, nella sua appassionante e non meno impressionante vicenda, al romanzo Dracula (1897) del celebre scrittore irlandese Bram Stoker. Liberamente in quanto Murnau fu costretto a procedere nella sua trasposizione apportando significative modifiche formali, più che sostanziali. Il titolo, innanzi tutto, ma il regista tedesco dovette altresì procedere a cambiare i nomi dei personaggi (in particolare il Conte Dracula diventa il Conte Orlok) e i luoghi (dalla Londra originaria infatti Murnau sposta la seconda parte dell'ambientazione nella più familiare Wisborg).

Le cause di questi adattamenti si riconducono proprio , come accennato sopra, a problemi legati ai diritti legali dell'opera.

Le cronache dell'epoca raccontano che successe davvero l'inverosimile in relazione a questa accesa contesa giudiziaria: Murnau venne, nonostante le modifiche di cui sopra, comunque denunciato da parte degli eredi dell'autore letterario e finì per perdere la causa, condannato per violazione del diritto d'autore e costretto pertanto a distruggere tutte le copie della pellicola.

Per fortuna e grazie alla lungimiranza di Murnau, una copia "clandestina" fu salvata e il film è potuto sopravvivere e arrivare ai giorni nostri.

La casa di produzione del film, Prana Film, fu posta in fallimento a causa della vertenza legale con gli eredi di Stoker, impossibilitata a pagare l'ingente somma derivante dai diritti d'autore reclamati dagli eredi legittimi.

Già solo per queste incredibili vicissitudini, la tormentata vicenda meriterebbe un film a sé stante.

Questa circostanza ha fatto sì che su un medesimo, carismatico e fosco personaggio, si venissero a creare due filoni di trasposizioni e relativi seguiti o remake: il Nosferatu disconosciuto, che diventò, grazie a cineasti eccelsi come il citato Murnau o a Werner Herzog, quello più cinefilo ed autoriale, e il Dracula originario, quello forse più commerciale e sfruttato tra adattamenti rispettosi del romanzo e altri più audaci, bizzarri o proprio azzardati.

Tanto da rimanere il tanto vituperato e disconosciuto "Nosferatu", per ironia della sorte nei confronti degli esigenti ed intolleranti eredi di Bram Stoker, il conte più fedele alla versione letteraria originale frutto dell'ingegno e della creatività del suo autore originario: Bram Stoker, appunto.

Qui di seguito segue una carrellata delle principali trasposizioni, presentate in ordine cronologico.

Per ognuna di essere è possibile accedere alla singola recensione cliccando sul rispettivo titolo in evidenza.

Buona lettura.

NOSFERATU IL VAMPIRO, Ger. 1922 di Friedrich Wilhelm Murnau

La versione del regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau apre la lunga via attraverso la quale l'arte cinematografica si interessa del personaggio creato da Bram Stoker, ovvero Dracula.

Nel 1922 il cinema non ha ancora inventato il sonoro da poter coniugare con il girato, e la trasposizione pensata da Murnau, pressoché una umamente considerata il capolavoro del regista tedesco e uno dei capisaldi del cinema horror ed espressionista in assoluto, risulta solo liberamente ispirata al romanzo Dracula (1897) del celebre scrittore irlandese sopra citato. Murnau infatti fu costretto a modificare il titolo, a cambiare i nomi dei personaggi (Dracula diventa "Nosferatu ", ovvero "non spirato", nel senso di non morto, i, in alternativa, il Conte Orlok) e i luoghi (dalla Londra originaria Murnau sposta la seconda parte dell'ambientazione nella più familiare Wisborg). 10/10

locandina

Dracula (1931): locandina

DRACULA, Usa 1931 di Tod Browning

La trasposizione del 1931, a cura del talentuoso regista Tod Browning, divenuto leggendario per questo film e forse ancor più per il geniale Freaks (1932) e l'acuto horror La bambola del diavolo (1936), risulta essere la prima occorsa con l'avvento del sonoro.

Nel ruolo del conte vampiro venne scelta la star rumena naturalizzata statunitense Bela Lugosi, che aveva già incarnato il personaggio a teatro, e si rivela un Dracula fascinoso ed elegante, con l'occhio perennemente spiritato, in grado di fare colpo sulle donne, perdutamente affascinate dalla sua figura e indotte per questo ad immolarsi alla sua sete. Il risultato è, se non memorabile, certamente ottimo. 8/10

Christopher Lee

Dracula il Vampiro (1958): Christopher Lee

DRACULA IL VAMPIRO, GB 1958 di Terence Fisher 

Prodotto dalla specializzata factory Hammer, diretto da uno specialista dell'horror gotico come Terence Fisher, padre di molti tra i più celebri mostri cinematografici mai narrati sul grande schermo e cineasta concreto e dalla narrazione veloce e schietta, votato più per le produzioni commerciali che per le ispirazioni autoriali, Dracula il vampiro procede veloce e schietto nella sua narrazione tutta ritmo e tensione, e si avvale dell'interprete più adatto al ruolo che sia mai stato trovato: Christopher Lee, il più longevo Dracula dello schermo, forte delle sue ben 16 interpretazioni del celebre avido succhiatore di sangue.

Il film, interpretato pure dall'ottimo Peter Cushing nel ruolo di Van Helsing, si avvale anche di una suggestiva scenografia che appare notevole sia nella rappresentazione della amena ma severa zona montana in cui risiede il castello del nobile conte, sia negli interni scelti a rappresentare sia il fasto tetro e severo del castello, sia i dettagli delle abitazioni dei vari protagonisti coinvolti. 7/10

Christopher Lee

Il marchio di Dracula (1970): Christopher Lee

IL MARCHIO DI DRACULA, Gb 1970 di Roy Ward Baker

Per la regia di uno dei cineasti feticcio della Hammer Production, l'affidabile inglese doc Roy Ward Baker, Il marchio di Dracula è il quinto che la celebre casa di produzione votata all'horror in costume dedica al celebre vampiro.

La messa in scena appare sicura di sé e pertinente al progetto, che si presenta particolarmente cruento e forte di alcune scene di nudo piuttosto audaci per l'epoca.

Forte di scenografie suggestive consone alla situazione, il film riesce ancora a tener desta l'attenzione dello spettatore, non fosse che per i momenti in cui entra in scena il perfido pipistrello, che gli effetti ormai datati dei primi anni '70 trasformano in un burattino goffo e piuttosto rasente al ridicolo.

Perfetto Christopher Lee, unica vera celebrità di un cast tutto sommato piuttosto funzionale, sempre più malvagio suo malgrado, belva dotata di charme e classe che agisce in quanto vittima incontrollata essa stessa dei propri assetati desideri di possesso e soddisfazione. 6/10

NOSFERATU, IL PRINCIPE DELLE TENEBRE, Ger/Fr 1979 di Werner Herzog

Herzog rifugge i luoghi comuni più tipici, ma talvolta anche scontati, propri del cinema di genere, per addentrarsi da una parte nell'animo dei tre personaggi principali sopra citati, e dà vita ad un film pregno di sfaccettature intime in grado di trasformare anche la figura del mostro dai denti aguzzi (incisivi come nel film di Murnau, e non canini come nella tradizione più usuale con cui vengono rappresentati i vampiri al cinema) in un umanoide solitario e sconsolato, gentile e cortese almeno quando non sconvolto dalla bramosia della sete di sangue.

Un mostro dai tratti malinconici, e in grado di suscitare sentimenti di compatimento, quasi di empatia per il suo rivelarsi un essere immortale, destinato pertanto a soffrire per sempre della sua incontenibile sete di sangue umano fresco. 9/10

locandina

Dracula (1979): locandina

DRACULA, Usa 1979 di John Badham

L'adattamento di Badham risulta un film impeccabilmente girato, forte di locations affascinanti e di un vampiro azzimato che pare uscito da una soap laccata o da una ipotetico episodio pilota del serial Dynasty (che inizierà solo nel 1891).

Dracula di John Badham non sarà mai uno tra i film cardine sul personaggio horror tra i più blasonati e seguiti della scena horror, ma si tratta comunque di uno dei tanti remake dignitosi di cui può insignirsi la settima arte a proposito dell'inquietante vampiro assetato ed immortale. 6/10

Klaus Kinski, Barbara De Rossi

Nosferatu a Venezia (1988): Klaus Kinski, Barbara De Rossi

NOSFERATU A VENEZIA, It 1988 di Augusto Caminito

La produzione tutta italiana risulta afflitta da vicissitudini e tormenti in linea e perfetta coerenza con la maledizione legata al satanico efferato ma anche poetico personaggio: Augusto Caminito, produttore  di una certa fama, subentra in regia dopo una prima avventura nello stesso anno  proprio assieme a Kinski (Grandi cacciatori, forte pure questa di un notevole cast di nomi internazionali), a seguito dell’abbandono del set da parte di Mario Caiano (scontratosi con Kinski, noto per le sue bizze ed il suo carattere intrattabile su ogni set), affidandosi, per alcune riprese, all’aiuto dei registi Luigi Cozzi e Maurizio Lucidi, ufficialmente non accreditati nei titoli.

L’esperimento, curioso ed appetitoso, in odore già preventivo di scult, si fa forte dell’ambizioso cast internazionale e della pregevole ambientazione, divenendo entrambi gli inevitabili punti di forza – ma anche i limiti – di tutta la produzione, originale e pure coraggiosa, quasi sfrontata se si tiene conto della valenza artistica dell’opera originaria di Herzog: una produzione che non rinuncia a momenti kitch (la Venezia del passato rappresentata un po’ tanto semplicisticamente come tutta feste in maschera ed epidemie di peste) e che ha l’ardire di variare, nella rappresentazione del vampiro, la struttura dentale dello stesso: questa volta non sono i canini a sventrare il collo delle vittime per lacerarne le vene, ma i due incisivi. 5/10

DRACULA DI BRAM STOKER, Usa 1992 di Francis Ford Coppola

Bram Stoker 's Dracula nelle mani di un Coppola senza freni risulta un rutilante e visivamente ammirevole fantasy, più che un horror stilizzato degli albori (Murnau Vs. Browning) o una sofisticata esperienza d'autore che punta sull"introspezione e sul realismo paesaggistico (la versione eccelsa di Herzog). Forte di un personaggio indimenticabile e trascinante nelle mani di un Gary Oldman senza freni, il Dracula coppoliano fa dell'esagerazione e della magnificenza la sua arma segreta per convincere quasi appieno. 7/10

locandina

Dracula 3D (2012): locandina

DRACULA 3D, It/Fr/Sp 2012 di Dario Argento

Un Dracula di cui non si sentiva assolutamente il bisogno, con effetti 3D senza tregua per tutta la durata della pellicola che rendono oggetti, piante e particolari paesaggistici finti, fintissimi e come di cartone, e le scenografie come rubate dal set un po' kitch di un film di Tim Burton, questa nuova "zarrata" con Asia Argento che recita da cani come in tutti gli altri sciagurati film del padre (spiace ammetterlo e sara' forse una combinazione ma e' da quando ha iniziato a recitare Asia in quel pastrocchio di Trauma che il padre e' franato clamorosamente.

Dario Argento e' tornato, sfacciato, disarmante, indolente e azzardato piu' che mai, imn un adattamento così assurdo a cui è quasi impossibilie volere davvero male. 5/10

locandina

Nosferatu (2024): locandina

NOSFERATU, Rep.Ceca/Usa 2024 di Robert Eggers

Scenograficamente e visivamente eccezionale, gotico quanto basta per avvincere, diretto con la consueta maestria da un Robert Eggers che trasforma una sofferente e complice Lily Rose Deep nella grande interprete di cui non ci si era, fino ad ora, accorti, il nuovo adattamento di Nosferatu è un gran bel film, suggestivo e tetro come è lecito aspettarsi dal talento di un regista che ormai è quasi sempre una garanzia di qualità e, in questo caso, di sano intrattenimento.

Boschi cupi e minacciosi, il vampiro che appare tra le tende e rimane invisibile all'occhio nel meraviglioso incipit in bianco e nero che cita Murnau e l'espressionismo di inizi '900, fanno da contorno ad un gran film che torna a celebrare le festa dell'essere demoniaco e dei degli umani che cercano di opporsi alla sorte che li destina a mere vittime sacrificali. 8/10

 

FATTI & RIFATTI precedenti:

 

1 - THE BEGUILED

 

2 - EVA

 

3 - DETOUR

 

4 - PAPILLON

 

5 - PICCOLE DONNE

 

6 - DUNE

 

7 - DIABOLIK

 

8 - WEST SIDE STORY

 

9 - MACBETH

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