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In questo periodo dell’anno - oltre a iniziare a preoccuparsi dei regali di natale (a meno che non apparteniate alla benemerita categoria dei “c’è ancora tempo, ci penserò, lasciatemi stare, state zitti) - c’è dal 2016 un altro appuntamento che poi si riflette e amplifica nelle nostre personali bolle social e ci ritorna addosso moltiplicato per dieci: il wrapped di Spotify. Sostanzialmente una celebrazione composta da slide colorate con cui Spotify riassume il nostro anno di musica passato insieme.

Chiaramente una geniale trovata di marketing con cui Spotify riesce, anno dopo anno, a produrre una immensa quantità di promozione gratuita cavalcando il bisogno di auto celebrazione identitaria che caratterizza il nostro rapporto con i social.

Quest’anno, però, qualcosa deve essere andato storto (o forse no?) tra i guru del marketing Spotify e si parla del wrapped soprattutto perché ha eliminato alcune slide statistiche molto apprezzate aggiungendone una che dovrebbe fotografare la nostra evoluzione di ascoltatori marchiando i periodi dell’anno con definizioni di "momenti musicali" che stanno al limite tra la comicità involontaria e quella volontaria e che stanno producendo molto rumore di fondo più che vera e propria comunicazione.

Roba tipo: Pirate Noise K.Rock, Golden Hour Popping K-Pop Frutiger, Aero Escape Room Alternative R&B, Pink Pilates Princess Strut Pop, Vampire Football Rap, Princesa pilates pija strut

Responsabile della creazione di questi improbabili neologismi, anzi di questa accozzaglia di parole accostate con eccessiva libertà, sarebbe ovviamente l'intelligenza artificiale alla quale vengono affidati compiti che sono sempre più al di fuori delle possibilità di qualsiasi essere umano (ma anche di qualsiasi numeroso team), come quello di inventare categorie ad hoc per definire i momenti musicali di centinaia di milioni di utenti.

Io sono abbastanza convinto, però, che tutta questa manfrina sia stata orchestrata alla perfezione. Perché ci sono i cicli in tutto e dopo 8 anni in cui abbiamo assistito alle schermaglie di egocentrici che vogliono far notare quanto sono fighi e quanta musica strana/alternativa/bizzarra ascoltano, questo sarebbe stato probabilmente l'anno in cui, senza l'aiuto di Pirate Noise K.Rock, un wrapped dominato dalle solite logiche identitarie sarebbe passato in sordina. Perché ad un certo punto anche basta e invece almeno così se ne è parlato. In sostanza anche per Spotify è venuto il momento di cavalcare l'effetto What The Fuck. Cosa che mi spinge a pensare, però, a quanto le piattaforme di video streaming siano ancora clamorosamente indietro, anche e soprattutto in termini di volontà.

Al netto del fatto che Spotify ha un quadro globale del consumo musicale (e non c'è all'orizzonte nulla del genere per i film e le serie tv), va detto che nessuna delle piattaforme più utilizzate si è mai degnata di restituirci qualcosa in termini di statistiche di utilizzo, di cosa guardiamo, di cosa molliamo, di quante ore di film e serie tv abbiamo guardato, con che colore dominante, lingua, genere o periodo storico ecc ecc ecc.

Infatti per colmare questa lacuna un sito ha pensato di lanciare un servizio per generare una specie di wrapped di Netflix. Ovviamente bisogna fare alcune operazioni un po' da nerd, ma neanche tante, come scaricare il documento con la propria cronologia delle visioni (si trova facilmente nelle impostazioni del profilo del vostro account), poi andare in un posto (qui) e caricarlo. Il risultato è velocissimo e (personalmente) deludente ma forse la colpa è anche del fatto che io ormai Netflix lo guardo pochissimo e infatti, tanto per terminare la lunga storia iniziata con La mia password di Netflix è cambiata, ho deciso di fare un radicale downgrade al mio abbonamento passando a quello più economico in cui mi becco anche gli spot. Comunque questo pseudo wrapped di Netflix, nella sua estrema semplicità e senza colpi d'ala (gli manca sicuramente un sistema di definizioni bizzarre e azzardate come Vampire Football Rap), fa il suo mestiere e vi restituisce perlomeno un'idea precisa di quanto lo usiate. Così poi potete fare i vostri conti.

Comunque sia, vi invito a fare il vostro unofficial Netflix wrapped e a venire a condividerlo qui sotto, inserendo il link come commento e, se vi sentite in vena, accompagnandolo da una definizione creativa che rappresenti il vostro genere/orientamento cinematografico dell'anno. Vale tutto. Tranne Pirate Noise K.Rock, ovviamente.

Comincio io.
Questo per me è stato un anno decisamente "Strobo noir brit neon rutt & Lamb", una particolare miscela esplosiva dominata dal nero con improvvisi contrasti fluorescenti accompagnati dai rutti (comunque British) del mio nuovo eroe Jackson Lamb di Slow Horses. Che ovviamente non è su Netflix.

A voi la parola.
Se non vi viene in mente niente potete sempre chiedere un aiutino a chat gpt.

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