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F For Film Tv #31 - Come in uno specchio: The Substance di Coralie Fargeat
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Margaret Qualley

The Substance (2023): Margaret Qualley

 

Quanto si è disposti a scendere in basso per restare sempre in cima?

 

Elisabeth Sparkle (Demi Moore) - ovvero colei che "splende" - ex attrice di successo ha raggiunto i 50 anni. Il suo fisico risulta tonico, curato ed in forma, grazie agli allenamenti costanti, per dover condurre un programma di aerobica.

Non c'è niente di tragico ad avere 50 anni, se non se ne vogliono avere 20 a tutti i costi disse Joe Gillis in Viale del Tramonto (1950). Ma, oggi come ieri, il mondo dello spettacolo, gestito da un potere (quasi) esclusivamente maschile, impone canoni estetici perfetti, quindi i segni dell'età non sono ammessi. Tramite la "Sostanza", Elisabeth diventa Sue (Margaret Qualley), una ragazza giovane e dalle forme perfette; insomma, la versione migliore di sé stessa. Diretto e chiaro, nelle tematiche quanto negli intenti, Coralie Fargeat con The Substance (2024) crea un buon prodotto post-moderno, che nell'immaginario si rifà a concetti enucleati da pellicole a cavallo tra anni Ottanta e Novanta. Accanto a Cronenberg, De Palma e Lynch, convivono, infatti, Yuzna, Gordon, Munro e Verhoeven. Non c'è più alcuna differenza tra cinema autoriale e di genere, in quanto è tutto mescolato con buona mano da una regista che urla con rabbia ciò che ha da dire. L'eterno contrasto tra anima e corpo diventa un conflitto monistico tra due donne con la medesima "Psyché" ma due "Soma" differenti. Chi decide per cosa e per come? La deformazione dei tratti del corpo passa per grandangoli accentuati, capaci di alterare le geometrie fisiche, con risultati grotteschi, capaci di risultare respingenti ad un pubblico abituato alla perfezione estetica. L'immagine, quindi, diviene l'oggetto stesso della denuncia, con una sentita invettiva verso lo sguardo altrui, oramai abituato ad una perfezione artificiale imposta dai produttori di "immagini", senza più alcun senso critico o tolleranza dovuto al naturale scorrere del tempo.

 

 

Ne parlano Lorenzo Sartor (Leman) e Carmine Marzano (Antisistema). Sigla e montaggio a cura del grandissimo Lorenzo Curti (Stanley42)

 

 

Link rapidi:

0:00:00 - Sigla

0:01:25 - Introduzione: l’impatto di The Substance

0:04:10 - Tanti e nessun colpevole: una satira sporca sulla società

0:12:34 - Elizabeth contro Sue, uno scontro identitario

0:17:39 - Una favola moderna nella Hollywood di Lynch

0:19:44 - Coralie Fargeat e gli anni 80’

0:26:23 - Soma e psiche, corpo contro anima

0:31:00 - Autosabotaggio e vuoto da riempire

0:34:27 - The Substance è un film didascalico?

0:40:47 - Il circolo vizioso della società delle immagini

0:47:08 - Il finale più femminista degli ultimi anni di cinema

0:53:13 - Il tema della bellezza, tra Fargeat e Sorrentino

01:02:24 - Conclusioni: un “vecchio” film post-moderno

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