S-I P-U-Ò F-A-R-E!
Che cosa?
Semplice!
Prendere una materia dell'orrore e trasformarla in una parodia.
In occasione dei 50 anni del capolavoro della commedia Frankenstein Junior (1974), omaggiato con il suo ritorno al cinema nelle giornate del 29 e 30 ottobre 2024 distribuito da Nexo Digital in versione restaurata digitalizzata, viene da chiedersi quali siano tutt'oggi i meriti effettivi di questa pellicola.
Mel Brooks si approccia ai film di Frankenstein degli anni '30 di James Whale con la devozione tipica di un discepolo nei confronti dei suoi numi tutelari. La filologia dell'immagine restituisce un bianco e nero, tipico delle opere dei mostri della Universal degli anni '30, a cui si rifà, oltreché nell'estetica, anche tramite lo stile di montaggio - dissolvenze incrociate, transizioni a tendina, etc. -, le scenografie e l'aspetto dei personaggi. Niente viene lasciato al caso. Sia Frankenstin/Frankenstein (Gene Wilder) che il suo fido aiutante Igor (Marty Feldman) sono personaggi tranquillamente intercambiabili con quelli delle opere parodiate dal cineasta. La sola differenza risiede in due-tre variazioni di tono, capaci di trasformare un possibile spavento in una fragorosa risata.
Brooks confeziona un meccanismo comico sopraffino quanto intelligente nella costruzione della risata, decidendo di eclissare la propria presenza innanzi alla macchina da presa per dare sfogo alla folle sarabanda di personaggi assurdi alle prese con gli stessi problemi del romanzo di Mary Shelley. Le tematiche sul conflitto tra uomo/Dio, il potere della scienza, la sconfitta della morte e così via rimangono del tutto inalterati, seppur talmente estremizzati dalla recitazione tesa verso un titanismo esasperato di Gene Wilder da suscitare ilarità nello spettatore.
Il contesto della New Hollywood consente a Brooks di allargare lo spettro tematico, ampliando la componente sessuale e le tensioni morbose dei suoi personaggi, in quanto la ricerca della morte per la vita non può che passare attraverso il sesso, fonte di grande gioia.
Una pellicola dotta quanto densa di citazioni e riferimenti all'epoca classica dei mostri della Universal (e non solo). Frankenstein Junior si conferma quindi un capolavoro senza tempo, cristallizzato in una forma che lo sottrae al divenire.
Ne parlano Carmine Marzano (Antisistema) e Aronne Togni (DeathCross)
Link rapidi:
00:00 Sigla
01:12 Le ispirazioni letterarie e cinematografiche di Young Frankenstein
06:08 Il carattere tragico dei personaggi nascosto nella loro comicità
13:26 Il concetto di parodia in Young Frankenstein
22:14 La comicità squisitamente cinematografica di Mel Brooks
27:08 L'atemporalità di Young Frankenstein
34:18 Il linguaggio stratificato di Young Frankenstein
43:09 Conclusioni e saluti
Sigla e montaggio a cura, come sempre, del grande Lorenzo Curti (Stanley42)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta