Dopo aver segnato l’immaginario collettivo contemporaneo col discusso Joker, ambigua riconfigurazione in salsa cinecomic della cosmogonia noir anni Settanta capace di coniugare il miliardo d'incasso al botteghino col Leone d'Oro alla 76° edizione della Mostra del Cinema di Venezia e con 2 premi Oscar, Todd Phillips torna a confrontarsi col leggendario villain della DC Comics in compagnia del sodale Joaquin Phoenix e del nuovo ingresso Lady Gaga.
La strada battuta è nuovamente quella del gioco tra i generi. Lì dove il capostipite guardava smaccatamente agli antieroi scorsesiani di Taxi Driver e Re per una notte immersi in una Gotham City costruita su misura delle metropoli alienanti di Friedkin o Schlesinger, il sequel, presentato in concorso alla 81° edizione della Mostra del Cinema di Venezia senza andare a premio, gioca a carte scoperte, sin dalla campagna promozionale, fondamentale per un progetto da 200 milioni di dollari di budget, con le forme del musical. I sei-sette momenti canori vanno, infatti, a scandire le tappe onirico-esistenziali-amorose di un dramma carcerario che ammicca al melodramma nero e che si fa film processuale.
Una scelta d’autore coraggiosamente anti-commerciale (il musical è rinomatamente poco amato tanto dalle masse quanto da certa cinefilia) resasi necessaria dal desiderio di Phillips e del co-sceneggiatore Scott Silver di provare a ragionare metacinematograficamente sull’impatto storico-sociale del primo film da un’ottica revisionista che non ha ha temuto di indispettire il fan più integralista.
Ma le modalità con cui il discorso viene intessuto sono davvero convincenti? Luigi De Raho (Alvy) e Lorenzo Sartor (Leman) forniscono alcune possibili chiavi di lettura.
Link rapidi:
00:00 - Sigla
01:03 - Il successo del primo Joker
03:24 - La questione Musical
04:46 - Jean Starobinski, i pittori del colore puro e gli artisti onirici
08:22 - L’uso del colore nel musical classico hollywoodiano
13:04 - L’importanza del musical nel cinema americano
17:57 - Intrattenimento, musical e autoriflessività
21:14 - Todd Philips e l’idolo del pubblico: il Joker non esiste
26:28 - Il metacinema e l’esecuzione didascalica di Joker: Folie à Deux
30:00 - I difetti delle scene musical
32:46 - Il problema politico del film
36:31 - Il fascino morboso del true crime e la Harley Quinn di Lady Gaga
41:58 - La Morte dell’Autore: il Mea Culpa di Todd Phillips
47:08 - Joker: Folie à Deux e le aspettative del pubblico
Riferimenti bibliografici:
Tre furori di Jean Starobinski, trad. di Silvia Giacomoni, SE Editore
Il cinema che ha fatto sognare il mondo. La commedia brillante e il musical a cura di Franco La Polla e Franco Monteleone, Bulzoni Editore
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