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Quarant'anni "dopo", ancora "a scurrï a gente cumme selvaggin-a".
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Tumore dolce e benigno di tua madre, spremuto [partorito, e maciullato; NdR] nell’afa umida dell’estate, e ora grumo di sangue, orecchie e denti da latte.

http://www.fabriziodeandre.it/faber/wp-content/uploads/2016/03/Sidun.pdf

 

«Sidone è la città libanese che ci ha regalato oltre all'uso delle lettere dell'alfabeto anche l'invenzione del vetro. Me la sono immaginata, dopo l'attacco subito dalle truppe del generale Sharon del 1982, come un uomo arabo di mezz'età, sporco, disperato, sicuramente povero, che tiene in braccio il proprio figlio macinato dai cingoli di un carro armato. Un grumo di sangue, orecchie e denti da latte, ancora poco prima labbra grosse al sole, tumore dolce e benigno di sua madre, forse sua unica e insostituibile ricchezza. La piccola morte, a cui accenno nel finale di questo canto, non va semplicisticamente confusa con la morte di un bambino piccolo, bensì va metaforicamente intesa come la fine civile e culturale di un piccolo paese: il Libano, la Fenicia, che nella sua discrezione è stata forse la più grande nutrice della civiltà mediterranea.»

https://www.raiplay.it/video/2024/01/De-Andre-il-poeta-che-canta---Creuza-de-ma-bcd4201d-0abe-4fd3-b6d4-b34ce34aa0b1.html

 

Album Version (1984)

Live (1984)

Live (1998)

 

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