L’ho visto. Sta bene.
Leatherface è un signore che ha passato la settantina ormai, e mi ha invitata all’evento che celebra il cinquantesimo del film che ne ha narrato le gesta: “Non aprite quella porta” - 1974- di Tobe Hooper.
Leatherface mi ha detto che quelli della sua famiglia sono tutti morti ormai da molto tempo, e che lui ha provveduto a salarne i resti, per poterli mantenere meglio e mangiarli con comodo.
Mi dice che in questi anni ha svolto una vita semplice, non ha viaggiato, non si è sposato, continua a vivere nella sua vecchia casa.
Quando gli ho chiesto quale fosse il segreto per la sua eterna giovinezza, mi ha risposto con una risata, dicendo che ha diverse maschere di bellezza nello scantinato, che non usa creme o altro, ma si attiene ad una dieta proteica molto rigida.
Spezzatini e stufati, per lo più.
Sono amica di Leatherface da molti anni. Lui e la sua famiglia (quando era presente), non mi hanno mai voluto mangiare, perché hanno apprezzato di me la buona educazione e il rispetto che gli ho sempre portato.
Prima di tutto, ogni volta che mi sono presentata davanti a casa loro, ho sempre bussato.
Ho aspettato che qualcuno mi aprisse, e sono entrata solo se invitata a farlo.
Se nessuno si presentava alla porta, non mi sono mai permessa di varcarla.
Questo è sempre stato il segreto della mia lunga amicizia con Leatherface.
E’ vero: la casa non è un esempio d’igiene. I parenti di Leather non sono mai stati il massimo della simpatia. Molto spesso ho assistito a litigi in cui il mio amico veniva maltrattato e offeso pesantemente, non mi vergogno a dire che l’ho difeso in più occasioni, anche quando sembrava indifendibile. Ci sono cose che ha fatto che sono decisamente discutibili…ma…ma io ormai gli voglio bene e forse ho visto in lui cose che ad altri sono sfuggite.
Leatherface è sempre stato un solitario, uno che ha dei profondi disagi dovuti al suo aspetto, che ha vissuto i suoi problemi senza il supporto di nessuno. Attraverso le sue maschere ho intravisto i suoi occhi, li ho trovati dolcissimi e, a volte, pieni di lacrime.
Ora Leather ha trovato un suo equilibrio esistenziale. Frequenta pochissime persone, senza mangiarle, e usa la motosega per i lavori di giardinaggio.
Proprio l’altro giorno mi ha mandato un video in cui mi mostrava come l’aveva oliata e di come sapeva ancora maneggiarla con disinvoltura.
Ricordo una splendida serata in cui, davanti ad un falò, nel cortile di casa sua (non mi fece entrare in quell’occasione, e io naturalmente non gli chiesi nemmeno di usare il bagno per non dover aprire la porta), si ballava utilizzando la motosega a mo’ di partner. Forse in quell’occasione eravamo allegri per via di un ennesimo remake che era uscito nelle sale..
Lunedì faremo di nuovo festa. Il primo film su Leatherface, il più bello, il più riuscito, il capolavoro, festeggia 50 anni.
Leather mi ha chiesto di dire a tutti che sta bene.
Mi ha detto che anche ora passa davanti casa sua qualche curioso, o un turista occasionale, ma che raramente si fermano, non tanto per un timore ormai infondato, piuttosto perché distratti dal navigatore o perché presi a fare fotografie con il cellulare.
Leatherface mi ha anche domandato: “ma perché non si fermano e bussano alla porta, invece di filmare tutto senza nemmeno uscire dalla macchina?...avrei piacere di raccontare la mia versione dei fatti”.
“Caro Leather” - gli ho risposto - “se ai nostri tempi l’educazione era rara, oggi è decisamente scomparsa…alle persone basta postare un video, una foto, per qualche like in più.”
Ma Leather non è molto social, non capisce bene questi nuovi meccanismi tecnologici e mi sorride, allargando le braccia.
Leather mi ha detto di dirvi che sta bene. Mi ha detto di portarmi qualcosa da mangiare quando lo andrò a trovare lunedì prossimo, perché lui non ha più voglia di cucinare e si farà un panino con qualche fetta di prosciutto che tiene ancora nella cantina. Io gli ho fatto capire, con molto tatto, che non voglio privarlo delle sue prelibatezze e che preferisco fermarmi a mangiare un boccone da qualche parte prima di arrivare a casa sua.
Leatherface mi ha infine detto di dirvi che l’evento riguardante il film “Non aprite quella porta” è in sala solo il 23, 24 e 25 settembre. Cercate la sala più vicino a voi per vedere o rivedere o (come nel mio caso) ri ri ri ri rivedere, questo capolavoro immenso e unico sul grande schermo.
Il mio amico ha anche detto che potete fermarvi a casa sua dopo la visione, ovviamente vi consiglio di bussare prima.
Leatherface mi ha detto che ha messo pure un campanello negli ultimi anni, ma non so se è funzionante o no, voi bussate, scoprirete una persona che non immaginavate.
O forse no.
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