
Le schegge, i frammenti del titolo sono quelli di una storia, di una possibile trama che l’immaginazione del giovane Bret (e dello scrittore che sta prendendo forma dentro di lui) cerca di mettere insieme per creare una cronologia di eventi (e un’apparente logica) che possa dare una spiegazione alla serie di agghiaccianti rapimenti e uccisioni di adolescenti, intorno e dentro L.A, da parte di un presunto serial killer locale (The Trawler). Oltre alla voce dello scrittore che sussurra potenziali intrecci alla sua mente, nel cuore e fra in sentimenti di Bret sta maturando un’altra consapevolezza, quella della propria omosessualità e della relativa finzione che gli serve per nascondere la sua vera natura agli altri. Così Bret costruisce un modello di sé stesso (visibilmente partecipe alle attività della scuola e ai suoi rituali) che gli permette di avere una fidanzata e alcuni amici a cui si sente molto legato e finisce per costruire con loro e intorno a loro una narrazione che diventi una continua messinscena delle regole sociali del tempo, specchio di una presunta normalità (o omologazione) propria di un gruppo di ricchi e privilegiati adolescenti dei primi anni ottanta.
Iniziano poi ad aprirsi crepe nell’apparente perfezione di questa storia e orripilanti scoperte e infatuazioni ossessive e irrisolti misteri si fanno spazio attraverso di esse, arrivando direttamente da un luogo oscuro, dove risiede la paura e l’angoscia, l’ansia e la paranoia. E così quel mondo dorato e scintillante, ovattato e sicuro, fatto di feste e macchine costose, vestiti firmati e locali alla moda, strisce di coca e caraffe di margarita, comincia a sgretolarsi e a trasformarsi.
Sarà l’arrivo di un nuovo ragazzo, Robert Mallory, nella cerchia di amici di Bret, a mettere in moto una serie di fatti, che porterà quasi tutti i personaggi sul baratro della propria (auto)distruzione.
Bret Easton Ellis, forse per la prima volta nella sua carriera di scrittore, sembra perforare e penetrare l’insensibilità, e la calcolata freddezza che caratterizzava i personaggi dei suoi romanzi precedenti per scivolare verso quel mondo interiore, caldo, mutevole, doloroso e feroce dove risiedono i sentimenti e le emozioni e a modellarlo, attraverso il suo modo di scrittura ipnotico e trascinante, in una dettagliata riflessione personale sulla propria adolescenza, sul significato e il potere della memoria e sulla scoperta e accettazione della sua sessualità. Le parole, come in un film, vengono accompagnate da una colonna sonora con le canzoni ascoltate in quegli anni (Vienna, Ghost Town, Time for me to fly, Tusk, Icehouse) e The Shreds sembra trascendere gli elementi propri dell’estetica e dello stile di Ellis (la fascinazione macabra per la violenza estrema, le torture e le mutilazioni, quella pornografica per le descrizioni degli atti sessuali, la destrutturazione della forma-romanzo in paragrafi poi montati fra di loro, l’influenza del mondo dello spettacolo, degli attori e del cinema con i suoi meccanismi produttivi e divistici oltre a quelli propri dei film in sé stessi) per fare luce su una dimensione più umana e intima, con una inaspettata consapevolezza della propria sensibilità, che forse solo l’età anagrafica ormai raggiunta (e la conseguente maturità) gli ha permesso di raccontare e rendere finalmente pubblica.
Il Bret protagonista del libro è quindi lo stesso Ellis analizzato e riproposto sulle pagine a quasi quaranta anni di distanza con una sincerità a tratti disarmante, soprattutto nell’esplicita descrizione dei suoi desideri, delle sue emozioni e delle sue fantasie erotiche, tutte apertamente gay. Emerge anche una fragilità interiore (altri frammenti, altre schegge) che solo l’uso di alcune sostanze (marijuana, quaalude, valium, alcol) sembra riuscire a tenere insieme, quando cominciano ad arrivare i primi attacchi di panico e con essi la sensazione che tutto (la vita, la personalità) stia per disintegrarsi.
Ellis pubblica, dopo oltre un decennio dal suo ultimo lavoro di narrativa, un libro in parte sorprendente, per la sua capacità di ricostruire l’identità letteraria dello scrittore in chiave finzionale attraverso un preciso lavoro sugli aspetti più intrinsechi della sua psiche, amalgamandoli a quelli di un plot tipico della sua produzione, oscillando in maniera ammaliante e magnetica fra l’amore e l’orrore, il sesso e la morte, il mondo degli adulti (ancora da scoprire) e quello della giovinezza (sul punto di essere lasciato). Ci si immerge così fra le parole, per esserne rapiti e sedotti, per arrivare in quel luogo magico e misterioso in cui risiede tutta la loro forza di creazione e distruzione, finendo così per dimenticare i confini fra la realtà e la sua costante e affascinante rielaborazione.
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